Prima messa pubblica del pontefice nella chiesa della Città del Vaticano. Messa sobria, breve omelia a braccio, saluto ai parrocchiani. Presenti il vescovo ausiliare e alcuni sacerdoti di Buenos Aires. Fra essi un sacerdote impegnato coi ragazzi di strada e i drogati. L'omelia incentrata sulla misericordia, "il messaggio più forte del Signore" e della Chiesa di oggi.
Asianews - "Il Signore mai si stanca di perdonare: mai! Siamo noi che ci stanchiamo di chiedergli perdono. E chiediamo la grazia di non stancarci di chiedere perdono, perché Lui mai si stanca di perdonare. Chiediamo questa grazia!". È quanto papa Francesco ha affermato a conclusione della sua omelia, durante la messa da lui celebrata questa mattina nella chiesa di sant'Anna, la parrocchia della Città del Vaticano. E proprio come un parroco, il pontefice ha presieduto la messa in tono sobrio e semplice, senza incensi e processioni solenni, con il coro dei fedeli che qualche volta stonava, l'omelia pronunciata dall'ambone. Come un parroco, alla fine della messa è andato alla porta della chiesasalutando uno ad uno i parrocchiani, abbracciando bambini, soffermandosi a parlare con l'uno o con l'altro dei fedeli, alcuni commossi fino alle lacrime. Papa Francesco ha fatto una breve omelia, a braccio, commentando il vangelo della V domenica di Quaresima (C, Giov. 8, 1-11), l'episodio dell'adultera.
Dopo un breve silenzio davanti al lezionario, il pontefice ha detto: "E' bello questo: prima, Gesù solo sul monte, pregando. Pregava, solo. Poi, si recò di nuovo nel Tempio, e tutto il popolo andava da lui. Gesù in mezzo al popolo. E poi, alla fine, lo lasciarono solo con la donna". "Quella solitudine di Gesù è una solitudine feconda: quella della preghiera con il Padre e quella, tanto bella, che è proprio il messaggio di oggi della Chiesa, quella della sua misericordia con questa donna". "C'è una differenza tra il popolo" - ha continuato - "C'era tutto il popolo che andava da lui; egli sedette e si mise ad insegnare loro. C'è il popolo che voleva sentire le parole di Gesù. Il popolo di cuore aperto, bisognoso della Parola di Dio. Ma c'erano altri, che non sentivano niente: non potevano sentire. E sono quelli che sono andati con quella donna e la volevano condannare".
"Anche noi - ha proseguito - credo che siamo questo popolo che, da una parte vuole sentire Gesù, ma dall'altra parte a volte ci piace bastonare gli altri, no?, condannare gli altri, no?, condannare gli altri. E il messaggio di Gesù è quello: la misericordia. Per me, lo dico umilmente, è il messaggio più forte del Signore: la misericordia. Ma Lui stesso l'ha detto: 'Io non sono venuto per i giusti: i giusti si giustificano da soli". Ma Gesù è "venuto per i peccatori". "Lui - ha aggiunto - è venuto per noi, quando noi riconosciamo che siamo peccatori. Ma se noi siamo come quel fariseo, davanti all'altare: 'Ti ringrazio Signore, perché non sono come tutti gli altri uomini, e nemmeno come quello che è alla porta, come quel pubblicano ...'. Non conosciamo il cuore del Signore, e non avremo mai la gioia di sentire questa misericordia. Non è facile affidarsi alla misericordia di Dio, perché è un abisso incomprensibile. Ma dobbiamo farlo! 'Oh, padre, se lei conoscesse la mia vita non mi parlerebbe così!'. 'Perché?, cosa hai fatto?'. 'Oh, ne ho fatte di grosse!'. 'E' meglio! Vai da Gesù: a Lui piace se gli racconti queste cose! Lui si dimentica! Lui ha una capacità di dimenticarsi, speciale. Si dimentica, ti bacia, ti abbraccia e ti dice soltanto: 'Neanche io ti condanno. Va', e d'ora in poi non peccare più'. Soltanto quel consiglio ti da'. E se dopo un mese, siamo nelle stesse condizioni torniamo al Signore. Il Signore mai si stanca di perdonare: mai! Siamo noi che ci stanchiamo di chiedergli perdono. E chiediamo la grazia di non stancarci di chiedere perdono, perché Lui mai si stanca di perdonare. Chiediamo questa grazia!".
Prima della fine della messa, il papa ha ricevuto il saluto del parroco della chiesa e del cardinale Angelo Comastri, arciprete della basilica vaticana. Entrambi hanno salutato la sua elezione definendola "una nuova primavera della Chiesa". Andando poi all'ambone, ha presentato alcuni giovani preti argentini, lì presenti e il vescovo ausiliare della sua ex arcidiocesi di Buenos Aires. In modo speciale ha presentato a tutta l'assemblea un sacerdote, p. Gonzalo, che in Argentina lavora coi ragazzi di strada e i drogati e ha fondato una scuola per dare un lavoro a questi giovani. Il papa lo ha abbracciato con calore e ha detto: "Pregate per lui". Poi si è recato all'esterno per salutare i fedeli, mentre una folla assiepata fuori dei cancelli di Porta sant'Anna lo applaudiva gridando "Francesco, Francesco!".
Asianews - "Il Signore mai si stanca di perdonare: mai! Siamo noi che ci stanchiamo di chiedergli perdono. E chiediamo la grazia di non stancarci di chiedere perdono, perché Lui mai si stanca di perdonare. Chiediamo questa grazia!". È quanto papa Francesco ha affermato a conclusione della sua omelia, durante la messa da lui celebrata questa mattina nella chiesa di sant'Anna, la parrocchia della Città del Vaticano. E proprio come un parroco, il pontefice ha presieduto la messa in tono sobrio e semplice, senza incensi e processioni solenni, con il coro dei fedeli che qualche volta stonava, l'omelia pronunciata dall'ambone. Come un parroco, alla fine della messa è andato alla porta della chiesasalutando uno ad uno i parrocchiani, abbracciando bambini, soffermandosi a parlare con l'uno o con l'altro dei fedeli, alcuni commossi fino alle lacrime. Papa Francesco ha fatto una breve omelia, a braccio, commentando il vangelo della V domenica di Quaresima (C, Giov. 8, 1-11), l'episodio dell'adultera.
Dopo un breve silenzio davanti al lezionario, il pontefice ha detto: "E' bello questo: prima, Gesù solo sul monte, pregando. Pregava, solo. Poi, si recò di nuovo nel Tempio, e tutto il popolo andava da lui. Gesù in mezzo al popolo. E poi, alla fine, lo lasciarono solo con la donna". "Quella solitudine di Gesù è una solitudine feconda: quella della preghiera con il Padre e quella, tanto bella, che è proprio il messaggio di oggi della Chiesa, quella della sua misericordia con questa donna". "C'è una differenza tra il popolo" - ha continuato - "C'era tutto il popolo che andava da lui; egli sedette e si mise ad insegnare loro. C'è il popolo che voleva sentire le parole di Gesù. Il popolo di cuore aperto, bisognoso della Parola di Dio. Ma c'erano altri, che non sentivano niente: non potevano sentire. E sono quelli che sono andati con quella donna e la volevano condannare".
"Anche noi - ha proseguito - credo che siamo questo popolo che, da una parte vuole sentire Gesù, ma dall'altra parte a volte ci piace bastonare gli altri, no?, condannare gli altri, no?, condannare gli altri. E il messaggio di Gesù è quello: la misericordia. Per me, lo dico umilmente, è il messaggio più forte del Signore: la misericordia. Ma Lui stesso l'ha detto: 'Io non sono venuto per i giusti: i giusti si giustificano da soli". Ma Gesù è "venuto per i peccatori". "Lui - ha aggiunto - è venuto per noi, quando noi riconosciamo che siamo peccatori. Ma se noi siamo come quel fariseo, davanti all'altare: 'Ti ringrazio Signore, perché non sono come tutti gli altri uomini, e nemmeno come quello che è alla porta, come quel pubblicano ...'. Non conosciamo il cuore del Signore, e non avremo mai la gioia di sentire questa misericordia. Non è facile affidarsi alla misericordia di Dio, perché è un abisso incomprensibile. Ma dobbiamo farlo! 'Oh, padre, se lei conoscesse la mia vita non mi parlerebbe così!'. 'Perché?, cosa hai fatto?'. 'Oh, ne ho fatte di grosse!'. 'E' meglio! Vai da Gesù: a Lui piace se gli racconti queste cose! Lui si dimentica! Lui ha una capacità di dimenticarsi, speciale. Si dimentica, ti bacia, ti abbraccia e ti dice soltanto: 'Neanche io ti condanno. Va', e d'ora in poi non peccare più'. Soltanto quel consiglio ti da'. E se dopo un mese, siamo nelle stesse condizioni torniamo al Signore. Il Signore mai si stanca di perdonare: mai! Siamo noi che ci stanchiamo di chiedergli perdono. E chiediamo la grazia di non stancarci di chiedere perdono, perché Lui mai si stanca di perdonare. Chiediamo questa grazia!".
Prima della fine della messa, il papa ha ricevuto il saluto del parroco della chiesa e del cardinale Angelo Comastri, arciprete della basilica vaticana. Entrambi hanno salutato la sua elezione definendola "una nuova primavera della Chiesa". Andando poi all'ambone, ha presentato alcuni giovani preti argentini, lì presenti e il vescovo ausiliare della sua ex arcidiocesi di Buenos Aires. In modo speciale ha presentato a tutta l'assemblea un sacerdote, p. Gonzalo, che in Argentina lavora coi ragazzi di strada e i drogati e ha fondato una scuola per dare un lavoro a questi giovani. Il papa lo ha abbracciato con calore e ha detto: "Pregate per lui". Poi si è recato all'esterno per salutare i fedeli, mentre una folla assiepata fuori dei cancelli di Porta sant'Anna lo applaudiva gridando "Francesco, Francesco!".
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