Per la prima volta dall’inizio del conflitto le forze armate siriane hanno bombardato la frontiera con il Libano. La notizia, che in pochi minuti sta facendo il giro del mondo, è stata riferita da una fonte anonima dell’esercito libanese e fa temere un estendersi del conflitto ben oltre i confini siriani.
Misna - Una prima conferma, sarebbe stata data dalla televisione libanese Lbc, secondo cui un razzo, esploso dall’aviazione di Damasco avrebbe distrutto un edificio nella zona di Wadi al Khayl, sull’altipiano di Aarsal nell’alta valle della Bekaa, sulle pendici dell’Antilibano. La scorsa settimana il ministro degli Esteri siriano aveva minacciato ripercussioni contro “il continuo afflusso di armi che dal confine passano nelle mani dei terroristi” e il transito dei “gruppi armati” attraverso il Libano.
“Finora abbiamo evitato di colpire questi gruppi criminali sul territorio libanese – aveva affermatoil responsabile della diplomazia di Dmasco in una missiva al suo omologo libanese rersa nota dall’agenzia stampa Sana – ma questo non può durare in eterno”.
E mentre le evoluzioni sul terreno lasciano presagire una complicazione dell’attuale scenario, a Istanbul si sta aprendo in queste ore la riunione della Coalizione nazionale – principale piattaforma di opposizione – il cui obiettivo è eleggere un primo ministro dei territori ‘liberati’ dall’esercito del presidente Bashar al Assad. Al nuovo leader sarà chiesto di creare un governo adi interim incaricato di amministrare le regioni del centro-nord, per evitare il caos e costituire un’alternativa “solida e credibile” all’autorità di Damasco agli occhi della comunità internazionale.
Tra i nomi che si profilano in queste ore, quello di Oussam al Kadi, direttore di un centro ricerche negli Stati Uniti e Assad Moustapha, già ministro dell’agricoltura negli anni ’90.
Misna - Una prima conferma, sarebbe stata data dalla televisione libanese Lbc, secondo cui un razzo, esploso dall’aviazione di Damasco avrebbe distrutto un edificio nella zona di Wadi al Khayl, sull’altipiano di Aarsal nell’alta valle della Bekaa, sulle pendici dell’Antilibano. La scorsa settimana il ministro degli Esteri siriano aveva minacciato ripercussioni contro “il continuo afflusso di armi che dal confine passano nelle mani dei terroristi” e il transito dei “gruppi armati” attraverso il Libano.
“Finora abbiamo evitato di colpire questi gruppi criminali sul territorio libanese – aveva affermatoil responsabile della diplomazia di Dmasco in una missiva al suo omologo libanese rersa nota dall’agenzia stampa Sana – ma questo non può durare in eterno”.
E mentre le evoluzioni sul terreno lasciano presagire una complicazione dell’attuale scenario, a Istanbul si sta aprendo in queste ore la riunione della Coalizione nazionale – principale piattaforma di opposizione – il cui obiettivo è eleggere un primo ministro dei territori ‘liberati’ dall’esercito del presidente Bashar al Assad. Al nuovo leader sarà chiesto di creare un governo adi interim incaricato di amministrare le regioni del centro-nord, per evitare il caos e costituire un’alternativa “solida e credibile” all’autorità di Damasco agli occhi della comunità internazionale.
Tra i nomi che si profilano in queste ore, quello di Oussam al Kadi, direttore di un centro ricerche negli Stati Uniti e Assad Moustapha, già ministro dell’agricoltura negli anni ’90.
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