È di almeno un morto e sei feriti il bilancio dell’esplosione avvenuta questa mattina nel cuore di Damasco, quando un colpo d’obice ha colpito la centralissima piazza degli Omayyadi, antistante al palazzo dell’Opera. Lo riferisce l’agenzia Sana attribuendo l’azione a “gruppi terroristi”, come da sempre la stampa governativa definisce la ribellione entrata nel terzo anno di vita.
Misna - Nelle ultime settimane, i tiri d’obice si sono moltiplicati nella città, roccaforte del governo e del presidente Bashar al Assad, le cui truppe cercano di neutralizzare le sacche di ribellione annidate nelle periferie, tentando di mantenere saldo il controllo sul centro della capitale. Ieri, altri copi di mortaio si sono abbattuti sui quartieri di Abaseyyen, Kiwan, e nei pressi de ministero dell’Insegnamento superiore causando in tutto una decina di feriti.
Dalla regione orientale di Deir Ez Zor, è giunta inoltre la notizia del ferimento di un comandante dell’Esercito libero (Esl) principale componente della ribellione, Rias Assaad, ferito nell’esplosione di un ordigno. Il colonnello – uno dei primi ufficiali dell’esercito a disertare per passare tra le fila dei rivoltosi – era stato nominato capo dell’Esl, nonostante il ruolo di comando, di fatto, sul terreno sia nelle mani del generale Selim Idriss, capo di stato maggiore dell’Esl.
Nel paese e all’estero – intanto – continuano a circolare voci di un presunto ferimento del presidente Bashar al Assad, da parte di una delle sue guardie del corpo. Il presidente sarebbe stato ricoverato in un ospedale della capitale, ma l’ambasciata siriana a Mosca questa mattina ha smentito l’informazione. La notizia era circolata soprattutto via Twitter, ma non ha trovato alcuna conferma da fonti indipendenti.
Sul fronte diplomatico l’attività non è meno intensa: Ahmed Moaz al Khatib, che ieri ha rassegnato le dimissioni da capofila dell’opposizione, ha annunciato che presiederà domani la delegazione siriana al vertice della Lega Araba a Doha, in Qatar e terrà un discorso “a nome del popolo siriano”. Per la prima volta, su invito della Lega, l’opposizione sarà presente in qualità di legittimo rappresentante del popolo siriano, dopo il ‘congelamento’ della membership di Damasco lo scorso anno.
Le dimissioni di al Khatib, rifiutate dalla coalizione, sono state motivate dalla “frustrazione causata dall’inazione della Comunità internazionale dopo mesi di resistenza del popolo siriano di fronte a un regime che non ha esitato a massacrate e colpire civili innocenti”. Molti osservatori non hanno mancato di sottolineare tuttavia che il passo indietro dell’ex imam moderato, conferma le già evidenti spaccature in seno alla Coalizione nazionale siriana (Cns) dopo la nomina di Ghassan Hitto come ‘primo ministro’ della ribellione.
“La scelta di Hitto è stata imposta e non è frutto di un consenso” hanno osservato i rappresentanti dell’Esercito libero, annunciando di “non riconoscere” la sua autorità. Giunta dopo 14 ore di riunione, la nomina di Hitto – residente negli Stati Uniti – ha provocato il boicottaggio di diversi membri della coalizione, tra cui quella del portavoce Walid al Bunni.
Misna - Nelle ultime settimane, i tiri d’obice si sono moltiplicati nella città, roccaforte del governo e del presidente Bashar al Assad, le cui truppe cercano di neutralizzare le sacche di ribellione annidate nelle periferie, tentando di mantenere saldo il controllo sul centro della capitale. Ieri, altri copi di mortaio si sono abbattuti sui quartieri di Abaseyyen, Kiwan, e nei pressi de ministero dell’Insegnamento superiore causando in tutto una decina di feriti.
Dalla regione orientale di Deir Ez Zor, è giunta inoltre la notizia del ferimento di un comandante dell’Esercito libero (Esl) principale componente della ribellione, Rias Assaad, ferito nell’esplosione di un ordigno. Il colonnello – uno dei primi ufficiali dell’esercito a disertare per passare tra le fila dei rivoltosi – era stato nominato capo dell’Esl, nonostante il ruolo di comando, di fatto, sul terreno sia nelle mani del generale Selim Idriss, capo di stato maggiore dell’Esl.
Nel paese e all’estero – intanto – continuano a circolare voci di un presunto ferimento del presidente Bashar al Assad, da parte di una delle sue guardie del corpo. Il presidente sarebbe stato ricoverato in un ospedale della capitale, ma l’ambasciata siriana a Mosca questa mattina ha smentito l’informazione. La notizia era circolata soprattutto via Twitter, ma non ha trovato alcuna conferma da fonti indipendenti.
Sul fronte diplomatico l’attività non è meno intensa: Ahmed Moaz al Khatib, che ieri ha rassegnato le dimissioni da capofila dell’opposizione, ha annunciato che presiederà domani la delegazione siriana al vertice della Lega Araba a Doha, in Qatar e terrà un discorso “a nome del popolo siriano”. Per la prima volta, su invito della Lega, l’opposizione sarà presente in qualità di legittimo rappresentante del popolo siriano, dopo il ‘congelamento’ della membership di Damasco lo scorso anno.
Le dimissioni di al Khatib, rifiutate dalla coalizione, sono state motivate dalla “frustrazione causata dall’inazione della Comunità internazionale dopo mesi di resistenza del popolo siriano di fronte a un regime che non ha esitato a massacrate e colpire civili innocenti”. Molti osservatori non hanno mancato di sottolineare tuttavia che il passo indietro dell’ex imam moderato, conferma le già evidenti spaccature in seno alla Coalizione nazionale siriana (Cns) dopo la nomina di Ghassan Hitto come ‘primo ministro’ della ribellione.
“La scelta di Hitto è stata imposta e non è frutto di un consenso” hanno osservato i rappresentanti dell’Esercito libero, annunciando di “non riconoscere” la sua autorità. Giunta dopo 14 ore di riunione, la nomina di Hitto – residente negli Stati Uniti – ha provocato il boicottaggio di diversi membri della coalizione, tra cui quella del portavoce Walid al Bunni.
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