Gianni Bottalico, presidente ACLI, su formazione nuovo governo.
Roma, 27 marzo 2013 - “Anche se manca un vincitore le scorse elezioni hanno dato delle chiare indicazioni. E' il momento della responsabilità per tutte le forze politiche, vecchie e nuove nel compiere uno sforzo per assicurare un governo al Paese”. Lo afferma Gianni Bottalico, presidente delle ACLI, secondo cui “il Paese chiede ed ha bisogno di essere governato. Il filo sottile a cui è appeso il tentativo di Bersani, non può essere spezzato senza arrecare un danno alla democrazia e senza trascurare la gravissima situazione economica e sociale del Paese”. “Per questo auspico – prosegue Bottalico - che attorno alla sintesi delle priorità del Paese, che sta facendo il leader dello schieramento che è comunque risultato il più votato dagli elettori, possa costituirsi una stabile maggioranza parlamentare, sulla base di accordi chiari e trasparenti capaci di far emergere quelle istanze di buon senso che sono presenti nei principali gruppi politici. Infatti, tutte le forze politiche devono concorrere a far emergere il meglio per il Paese da una situazione oggettivamente complicata”.
“Un'impresa non impossibile – conclude Bottalico - se si metteranno da parte gli accordi al ribasso per la ricerca di meschine convenienze, e si sapranno invece mettere al centro dell'attenzione e dell'azione di governo nell’immediato e per il tempo che è necessario, quei chiari messaggi che sono venuti dall'elettorato e che riguardano soprattutto: una richiesta perentoria di serietà e di etica nella politica, che esige anche segni tangibili di riduzione dei costi della politica; la priorità alla lotta alla crisi sul piano economico e sociale, a cominciare dal lavoro che va creato e tutelato, perché la situazione ha raggiunto i limiti di guardia per gran parte delle imprese e delle famiglie; una revisione ed una attenuazione delle politiche di austerità per eliminarne gli effetti recessivi sull'economia; un maggior impegno per la coesione sociale e la riduzione delle disuguaglianze; la necessità inderogabile di cambiamento di una legge elettorale come il porcellum, non degna di un Paese democratico”.
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