mercoledì, marzo 13, 2013
Le spedizioni organizzate tra novembre 2012 e febbraio 2013 da ricercatori dell'Università di Pisa nell'ambito del Programma nazionale delle ricerche in Antartide (Pnra) hanno portato al ritrovamento di meteoriti rarissime e di grande valore scientifico. 

Almanacco della Scienza - CNR - Tra i 111 reperti recuperati, una meteorite lunare di circa 90 grammi e una condrite carboniosa con composizione solare, residuo della nebulosa da cui, oltre quattro miliardi e mezzo di anni fa, si sono formati la nostra stella e tutti gli altri corpi celesti. "Sono entrambe molto rare, simili a poche altre decine nel mondo, e hanno uno straordinario rilievo scientifico: rappresentano per gli studiosi tessere preziose di un puzzle che descrive l'origine e l'evoluzione del sistema solare", spiegano Luigi Folco, docente di Geologia planetaria e coordinatore nazionale del Progetto meteoriti antartiche del Pnra, Maurizio Gemelli e Agnese Fazio del dipartimento di Scienze della terra dell'Università di Pisa.

La missione per la ricerca di meteoriti è una delle tre spedizioni condotte nell'ambito della XXVIII campagna in Antartide, della quale il Cnr cura la programmazione e il coordinamento scientifico. "Il risultato conferma l'assoluta importanza delle attività svolte dai ricercatori nell'ambito del Pnra", osserva Enrico Brugnoli, direttore del Dipartimento terra ambiente (Dta) del Cnr. "L'Antartide costituisce un laboratorio a cielo aperto, ineludibile se si vogliono comprendere appieno la storia geologica e paleoclimatica del pianeta e gli attuali fenomeni climatico-ambientali nelle loro complesse e a tratti preoccupanti dinamiche globali. In questo ambito di ricerca, l'Ente vanta non solo una qualità di ricerca di eccellenza, ma il privilegio unico al mondo di essere presente, in varie forme, in tutti e tre i 'poli' della Terra: Artide, Antartide e Himalaya".

La seconda spedizione, orientata al tema dei cambiamenti climatici e dell'evoluzione, ha permesso di individuare nuove colonie relitte di pinguini di Adelia (Pygoscelis adeliae), oltre a siti abbandonati al margine delle aree attualmente occupate. Considerata la loro elevata sensibilità ambientale, questi animali rappresentano una specie ideale per studiare i meccanismi evolutivi che regolano la biologia adattativa delle specie ai mutamenti ambientali e climatici.

Un terzo filone di ricerca ha riguardato il campionamento di rocce antartiche finora mai analizzate, con l'obiettivo di ottenerne indicazioni sulla deriva dei continenti. In circa 20 escursioni giornaliere sono state studiate rocce sedimentarie e vulcaniche a oggi inesplorate, rivelatesi una prova a favore della teoria sull'origine dei continenti dalla Pangea. Lo studio dei macro e microfossili in esse contenuti permetterà inoltre di ricostruire la loro età di deposizione e l'assetto paleogeografico dei continenti.

Fonte: Enrico Brugnoli , Dipartimento Terra e ambiente del Cnr,
tel. 06/49933836, email direttore.dta@cnr.it


È presente 1 commento

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