martedì, aprile 30, 2013
Amnesty International ha espresso apprezzamento per la proposta di abrogazione del cosiddetto reato d'immigrazione clandestina, annunciata il 23 aprile dal ministro della Giustizia Paola Severino e avanzata da una commissione ministeriale di studio sulla depenalizzazione dei reati minori.

Amnesty International - La commissione ha rilevato le conseguenze connesse all'obbligo di denuncia dello straniero e ha espresso dubbi sulla sua compatibilità del suddetto reato con la Costituzione, proponendo la sua trasformazione in illecito amministrativo. Sin dalla sua adozione con il "pacchetto sicurezza" del 2009, Amnesty International ha ritenuto che il reato di "ingresso e soggiorno illegale nel territorio dello stato" fosse incompatibile con gli obblighi internazionali dell'Italia in materia di diritti umani. Una ricerca svolta da Amnesty International, le cui conclusioni sono state pubblicate nel dicembre 2012, ha dimostrato che la criminalizzazione dell'immigrazione irregolare crea ostacoli all'accesso alla giustizia da parte degli immigrati irregolari, anche in caso di violazioni dei diritti umani.

Poiché l'"ingresso e soggiorno illegale" è un reato, una situazione migratoria irregolare innesca automaticamente l'obbligo di ogni pubblico officiale di denunciare alle autorità giudiziarie o di polizia ogni reato di cui ha avuto notizia. I migranti irregolari che vogliano denunciare abusi rischiano di essere denunciati a loro volta, accusati del reato di "ingresso e soggiorno illegale" o addirittura detenuti ed espulsi. Di conseguenza, molti migranti irregolari hanno paura di contattare le autorità ed evitano di iniziare procedimenti giudiziari, anche quando ne avrebbero diritto. Amnesty International Italia ha incluso l'abolizione del cosiddetto reato d'immigrazione clandestina nella sua Agenda in 10 punti per i diritti umani in Italia, sottoposta nel gennaio 2013 ai leader candidati alla guida del governo e a tutti i candidati al parlamento, 106 dei quali (su un totale di 117 eletti) si sono detti favorevoli al punto contenente tale richiesta.


L'Agenda chiede a tutte le forze politiche un preciso impegno sulle seguenti richieste:

   garantire la trasparenza delle forze di polizia e introdurre il reato di tortura
   fermare il femminicidio e la violenza contro le donne
   proteggere i rifugiati, fermare lo sfruttamento e la criminalizzazione dei migranti e sospendere gli accordi con la Libia sul controllo dell'immigrazione
   assicurare condizioni dignitose e rispettose dei diritti umani nelle carceri
   combattere l'omofobia e la transfobia e garantire tutti i diritti umani alle persone Lgbti (lesbiche, gay, bisessuali, transgender e intersessuate)
   fermare la discriminazione, gli sgomberi forzati e la segregazione etnica dei rom
   creare un'istituzione nazionale indipendente per la protezione dei diritti umani
   imporre alle multinazionali italiane il rispetto dei diritti umani
   lottare contro la pena di morte nel mondo e promuovere i diritti umani nei rapporti con gli altri stati
   garantire il controllo sul commercio delle armi favorendo l'adozione di un trattato internazionale.

Amnesty International Italia, notando il progresso in atto verso la formazione di un nuovo governo, ha auspicato che, a prescindere dalle sue caratteristiche e dalla durata prevista, coloro che ne faranno parte e tutto il parlamento considerino in via prioritaria le pressanti necessità del paese in materia di tutela dei diritti umani.

FINE DEL COMUNICATO                                24 aprile 2013


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