martedì, aprile 16, 2013
Dopo lo choc di ieri, l’America è ripiombata nell’incubo terrorismo.  

Radio Vaticana - Quello peggiore, che nella maratona di Boston ha visto colpito uno degli eventi sportivi più amati dagli statunitensi. Il bilancio parla di tre i morti, tra i quali un bambino di 8 anni, oltre a un centinaio i feriti. Venti di loro sono ricoverati in condizioni critiche. La cronaca del dramma nel servizio di Salvatore Sabatino: ascolta
Due le esplosioni, in rapida successione – appena 12 secondi di distanza l’una dall’altra – con l’intento di uccidere. Pare, infatti, che le bombe fossero state imbottite di bulloni taglienti. Enorme l’area interessata dalla deflagrazione: si parla della più grande “scena del crimine” dall’11 settembre. Gli inquirenti l’hanno sigillata per l’intera notte, alla ricerca di tracce di qualsiasi genere. Perquisiti palmo a palmo decine di edifici, visionati centinaia di filmati prodotti dalle telecamere di sicurezza, raccolte migliaia di testimonianze. Tutto questo per restringere il campo d’azione dell’Fbi, che non tralascia nessuna pista: da quella del terrorismo internazionale a quella dei gruppi eversivi interni. Lo stesso presidente Obama, dalla Casa Bianca, non si è sbilanciato più di tanto, insistendo solo sul fatto che “i responsabili verranno trovati e puniti”. Resta, a questo punto, lo choc degli americani, così come il senso di solidarietà che ha unito gli sfortunati testimoni di questa strage. Ce lo conferma da Boston il collega Maurizio Molinari de La Stampa:

"Sarà una ferita profonda. La sorpresa è tanto per Boston quanto per la maratona. I commenti delle vittime, devo dire, e di gran parte delle persone che erano lì sul luogo, investite dall’esplosione, hanno sottolineato come negli attimi immediatamente dopo la deflagrazione ci sia stato un grande senso di familiarità, di soccorso reciproco fra le persone che si trovano in quella zona. Molti atleti sono andati ad aiutare le vittime. Alcuni atleti sono stati aiutati a rialzarsi da persone ferite. C’è stato insomma un grande sentimento di familiarità e di comunanza fra chi era stato investito dalla tragedia. Questa è la testimonianza che riporto e che hanno dato molti dei testimoni".

Intanto decine sono i messaggi di condoglianze giunti alla Casa Bianca, tra i quali quello del segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, che parla di “atto ancora più orribile, perché ha preso di mira un evento che unisce la gente”. La Conferenza Episcopale degli Stati Uniti esprime profondo dolore per quanto accaduto ieri, così come l’Arcidiocesi di Boston. “Le nostre preghiere – scrive in un messaggio il card. O’Malley, arcivescovo della città – sono indirizzate verso tutti coloro che hanno subito un trauma, in special modo coloro che hanno subito una perdita o che sono rimasti essi stessi feriti”. Il porporato esprime poi gratitudine per tutti coloro che hanno portato aiuto e assistenza nei momenti successivi alle esplosioni, in particolare le forze di polizia e i pompieri.


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