Violenti scontri tra forze di sicurezza tra manifestanti e forze di sicurezza si sono registrati nelle ultime ore a Manama in vista del Gran Premio di Formula uno che si corre domenica.
Misna - I dimostranti hanno bloccato alcune strade non lontano dal circuito, alla periferia della capitale, bruciando copertoni ed erigendo barricate, nel giorno in cui il principale movimento di oposizione al Wefaq aveva indetto una grande manifestazione di protesta. Gli attivisti chiedono che i responsabili della Formula uno annullino la gara nel paese, teatro di un movimento di protesta poco seguito dai mezzi di informazione, ma che negli ultimi due anni ha subito una violenta repressione e la morte di 80 persone.
Il Centro nazionale dei diritti umani ha denunciato 13 arresti ieri nei dintorni della zona in cui disputerà la gara, il circuito di Sakhir, a su di Manama, che si aggiungono agli oltre 100 dell’ultimo mese.
Governato dalla famiglia sunnnita al Kalifa e base della Quinta flotta della Marina statunitense, il Bahrain è da tempo teatro delle proteste della maggioranza sciita.Gli attivisti per i diritti umani accusano l’organizzazione della Formula 1 di ignorare gli abusi sui diritti, mentre le forze di sicurezza hanno incrementato le loro azioni repressive in vista della gara.
Dal canto loro, la Federazion internazionale dell’automobile (Fia) e il Managemente della Formula uno (Fom), hanno affermato di ritenere lo sport “un modo per contrastare le violenze” auspicando che lo svolgersi della gara “possa aiutare in qualche modo la soluzione delle questioni sollevate dai media”.
Due anni fa, a causa delle proteste il Gran Premio era stato cancellato. L’edizione dello scorso anno si era invece tenuta regolarmente.
Misna - I dimostranti hanno bloccato alcune strade non lontano dal circuito, alla periferia della capitale, bruciando copertoni ed erigendo barricate, nel giorno in cui il principale movimento di oposizione al Wefaq aveva indetto una grande manifestazione di protesta. Gli attivisti chiedono che i responsabili della Formula uno annullino la gara nel paese, teatro di un movimento di protesta poco seguito dai mezzi di informazione, ma che negli ultimi due anni ha subito una violenta repressione e la morte di 80 persone.
Il Centro nazionale dei diritti umani ha denunciato 13 arresti ieri nei dintorni della zona in cui disputerà la gara, il circuito di Sakhir, a su di Manama, che si aggiungono agli oltre 100 dell’ultimo mese.
Governato dalla famiglia sunnnita al Kalifa e base della Quinta flotta della Marina statunitense, il Bahrain è da tempo teatro delle proteste della maggioranza sciita.Gli attivisti per i diritti umani accusano l’organizzazione della Formula 1 di ignorare gli abusi sui diritti, mentre le forze di sicurezza hanno incrementato le loro azioni repressive in vista della gara.
Dal canto loro, la Federazion internazionale dell’automobile (Fia) e il Managemente della Formula uno (Fom), hanno affermato di ritenere lo sport “un modo per contrastare le violenze” auspicando che lo svolgersi della gara “possa aiutare in qualche modo la soluzione delle questioni sollevate dai media”.
Due anni fa, a causa delle proteste il Gran Premio era stato cancellato. L’edizione dello scorso anno si era invece tenuta regolarmente.
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