mercoledì, aprile 17, 2013
Tra poco i politici che hanno finito il mandato incasseranno le liquidazioni “d’oro”: spieghiamo perché

di Ilaria Sulla

Le elezioni politiche del 2013 hanno decretato per i nostri politici, anche quelli di lungo corso, grandi dolori, ma per qualcuno anche un po’ di gioia. E in effetti, entro circa un mese, i cosiddetti “trombati” percepiranno la buonuscita. Ma cos’è questa benedetta buonuscita? Consiste nell’80% dell’indennità lorda moltiplicata per gli anni di mandato effettivi. In pratica più hai lavorato in Parlamento più prendi. Ogni mese viene infatti accantonata una somma dallo stipendiodel parlamentare che, accumulandosi, costituirà la sua buonuscita di fine mandato. E’ una somma netta, e quindi esente da alcuna tassa da pagare.

A cosa serve quindi la buonuscita? In teoria il suo scopo dovrebbe essere quello di favorire il “reinserimento” dei politici nella vita “normale”. Con la fine del mandato gli “esclusi” potrebbero così rientrare nel mondo del lavoro ed intanto avrebbero un “aiuto” dallo Stato per andare avanti. Nella pratica non è così, perché non solo le buonuscite raggiungono cifre da capogiro ma, spesso e volentieri, il politico non esce dalla “casta”: semplicemente passa da una carica all’altra.

Questo è quello che è successo per esempio a Formigoni, che dopo 18 anni da governatore della Lombardia non torna alla vita “normale” ma passa direttamente al Senato con il Pdl e percepirà comunque la buonuscita (tra i 400 e i 500mila euro). La stessa sorte toccherà in altre Regioni, dalla Puglia al Lazio, dove gli ex consiglieri percepiranno questa famosa liquidazione.

In media parliamo di 3mila euro circa a parlamentare ma, in alcuni casi, le cifre sono ben altre. Gianfranco Fini è un caso esemplare: percepirà 250mila euro netti più un ufficio a Montecitorio, da due a quattro collaboratori e la possibilità di utilizzare l'auto blu in determinate circostanze. Franco Marini percepirà 174mila euro, Gianfranco Miccichè, Italo Bocchino e Maurizio Paniz più di 100mila euro.

Da non dimenticare i ritirati “volontari” come Massimo D’Alema e Livia Turco, cui spetteranno più di 200mila euro, e Scajola e Dell’Utri con “solo” 100 mila euro.

Filippo Roma, inviato della trasmissione televisiva “Le Iene”, è andato a trovare molti di loro. “Non me l’hanno data purtroppo, quando me la danno faccio una riflessione e glielo dico” afferma Italo Bocchino. Livia Turco rincara la dose: “Siccome sono soldi da me versati penso di avere diritto ad averli”. Al che la Iena Roma chiede: “Non è uno scandalo che voi incasserete questi soldi entro un mese mentre ci sono aziende che devono aspettare anni per avere i soldi dalla pubblica amministrazione?”. Insomma, tra mezze parole e qualche tentativo di fuga, nessun ex parlamentare sembra voler rinunciare al suo “assegno di solidarietà”.

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