domenica, aprile 07, 2013
Resta alta la tensione nella penisola Coreana, mentre si alternano nuove minacce e distensioni fra i Paesi coinvolti nella crisi diplomatica tra Seul e Pyongyang. La Corea del Sud prevede nuove provocazioni del governo del Nord, ma i Paesi occidentali decidono di non evacuare le proprie rappresentanze diplomatiche. Il servizio di Marco Guerra: ascolta  

Radio Vaticana - “La Corea del Nord potrebbe effettuare provocazioni aggiuntive, tra cui il temuto lancio di missili, intorno a quel 10 aprile che è la scadenza indicata alle ambasciate straniere per evacuare, perché non in grado dopo quella data di garantire la sicurezza in caso di conflitto”. Lo ha detto il portavoce dell'Ufficio presidenziale sudcoreano, precisando tuttavia che al momento non ci sono “segnali specifici”. In realtà, anche secondo il ministro degli Esteri britannico, William Hague, la Corea del Nord non si prepara a un conflitto, dal momento che “non si registrano riposizionamenti di forze sul terreno”e ritiene pertanto che si debba mantenere la calma rispetto a quella che viene definita una “retorica paranoica”. Anche per questo motivo, Londra e altre ambasciate occidentali hanno deciso di non evacuare le sedi di Pyongyang.

Un contributo alla distensione viene anche dagli Stati Uniti - che hanno rinviato il test di un missile balistico intercontinentale per non esasperare la situazione - e dalla Cina che ha lanciato un appello affinché nessun Paese getti l’Asia nel caos. Unica reazione di segno opposto si registra in Giappone dove, secondo la stampa locale, il governo si appresta ad autorizzare l’abbattimento di qualsiasi missile nordcoreano indirizzato verso il territorio nipponico.


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