In Cassazione questa mattina alle ore 10 si è tenuta la lettura della sentenza nei confronti di Alberto Stasi, accusato di aver ucciso l'ex fidanzata Chiara Poggi il 13 agosto 2007 a Garlasco: annullata l'assoluzione per omicidio
“Sono dispiaciuto, non si capisce il motivo”. Così ha reagito Stasi. “Leggeremo le motivazioni - ha detto il suo legale - le due sentenze erano granitiche e cristalline. Non ce lo aspettavamo. Bisognerà vedere se la Cassazione ha accolto i motivi di ricorso o se ha solo accettato le richieste di rinnovazione”. Da riesaminare sembrerebbero il capello ritrovato nella mano della vittima e la bicicletta. Commossa, la madre di Chiara si confessa emozionata e “contenta che la Cassazione abbia capito”. “Io voglio la verità su Chiara...voglio solo questo. Sono quasi sei anni che aspetto”. Queste sono state le parole rilasciate dalla donna a seguito della sentenza.
Stasi era stato assolto in primo e secondo grado, ma quest'ultima sentenza era stata poi presa nuovamente in considerazione. Ieri, durante lo svolgimento dell'udienza, il pg aveva chiesto davanti alla Suprema Corte di annullare la sentenza di secondo grado e aveva suggerito un nuovo processo nei riguardi dell'imputato. Per il pg della Cassazione, Roberto Aniello, nelle sentenze che avevano assolto Alberto Stasi dall'accusa di omicidio si trovavano “evidenti illogicità”, ”lacune e incongruenze” e inoltre una “sopravvalutazione della prova scientifica”. Per Aniello una telefonata muta di 12 secondi attivata dal sistema automatico dell'allarme dell'abitazione avrebbe fatto credere a Stasi un possibile rinvenimento dell'ex fidanzata dopo un suo tentativo di omicidio.
La difesa, invece, si era battuta per la definitiva assoluzione dell'imputato. Angelo Giarda, legale di Stasi, aveva sostenuto nella sua arringa al processo in Corte di Cassazione che “durante i sei anni di procedimento nessun giudice ha identificato gravi indizi di colpevolezza di Alberto Stasi”. Ha invitato a dichiarare inammissibili o infondati i riscontri contro la sentenza d'assoluzione di secondo grado presentati dalla procura e dalle parti civili e ha affermato che “la mamma di Chiara ha ragione a chiedere giustizia ma non si può chiedere giustizia sulla testa di Stasi” . “Quello che non ha funzionato - continua - è lo sforzo investigativo disposto dall'ufficio del pubblico ministero, che si è ostinato su Stasi”. Peraltro, “gli indizi evocati dall'accusa non appartengono mai alla prova diretta del fatto principale, ma a profili di contorno”. Il legale aveva anche pensato che il caso Garlasco potesse essere un caso di premeditazione con dolo d'impeto, ma ciò non è stato approfondito né provato.
Sicuramente chi ha ucciso Chiara Poggi doveva conoscere sia la vittima che il domicilio. Questa è stata la tesi di Roberto Aniello, che aveva chiesto di annullare l'assoluzione di Stasi dal momento che “nulla è emerso su altre persone che potessero avere un movente per uccidere Chiara”. Oggi questa sua richiesta è stata accolta.
di Giulia Bernini
“Sono dispiaciuto, non si capisce il motivo”. Così ha reagito Stasi. “Leggeremo le motivazioni - ha detto il suo legale - le due sentenze erano granitiche e cristalline. Non ce lo aspettavamo. Bisognerà vedere se la Cassazione ha accolto i motivi di ricorso o se ha solo accettato le richieste di rinnovazione”. Da riesaminare sembrerebbero il capello ritrovato nella mano della vittima e la bicicletta. Commossa, la madre di Chiara si confessa emozionata e “contenta che la Cassazione abbia capito”. “Io voglio la verità su Chiara...voglio solo questo. Sono quasi sei anni che aspetto”. Queste sono state le parole rilasciate dalla donna a seguito della sentenza.
Stasi era stato assolto in primo e secondo grado, ma quest'ultima sentenza era stata poi presa nuovamente in considerazione. Ieri, durante lo svolgimento dell'udienza, il pg aveva chiesto davanti alla Suprema Corte di annullare la sentenza di secondo grado e aveva suggerito un nuovo processo nei riguardi dell'imputato. Per il pg della Cassazione, Roberto Aniello, nelle sentenze che avevano assolto Alberto Stasi dall'accusa di omicidio si trovavano “evidenti illogicità”, ”lacune e incongruenze” e inoltre una “sopravvalutazione della prova scientifica”. Per Aniello una telefonata muta di 12 secondi attivata dal sistema automatico dell'allarme dell'abitazione avrebbe fatto credere a Stasi un possibile rinvenimento dell'ex fidanzata dopo un suo tentativo di omicidio.
La difesa, invece, si era battuta per la definitiva assoluzione dell'imputato. Angelo Giarda, legale di Stasi, aveva sostenuto nella sua arringa al processo in Corte di Cassazione che “durante i sei anni di procedimento nessun giudice ha identificato gravi indizi di colpevolezza di Alberto Stasi”. Ha invitato a dichiarare inammissibili o infondati i riscontri contro la sentenza d'assoluzione di secondo grado presentati dalla procura e dalle parti civili e ha affermato che “la mamma di Chiara ha ragione a chiedere giustizia ma non si può chiedere giustizia sulla testa di Stasi” . “Quello che non ha funzionato - continua - è lo sforzo investigativo disposto dall'ufficio del pubblico ministero, che si è ostinato su Stasi”. Peraltro, “gli indizi evocati dall'accusa non appartengono mai alla prova diretta del fatto principale, ma a profili di contorno”. Il legale aveva anche pensato che il caso Garlasco potesse essere un caso di premeditazione con dolo d'impeto, ma ciò non è stato approfondito né provato.
Sicuramente chi ha ucciso Chiara Poggi doveva conoscere sia la vittima che il domicilio. Questa è stata la tesi di Roberto Aniello, che aveva chiesto di annullare l'assoluzione di Stasi dal momento che “nulla è emerso su altre persone che potessero avere un movente per uccidere Chiara”. Oggi questa sua richiesta è stata accolta.
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