sabato, aprile 20, 2013
A due giorni dalla distruzione della fabbrica di fertilizzanti rimane la preoccupazione della nube velenosa. Incerto rimane il numero delle vittime. Le indagini sostengono l'assenza di elementi dolosi.

di Giulia Bernini

Risulta ancora impossibile avvicinarsi alla West Fertilizer Company, esplosa lo scorso 18 aprile in Texas: tutta la zona coinvolta dal botto è off limits per un raggio di circa 8 Km. La polizia locale, insieme agli agenti del Fbi e agli uomini della Guardia Nazionale, è impegnata a setacciare tutte le strade, con la speranza di trovare tra le macerie i numerosi dispersi.

Sono passati due giorni dalla tragedia: splende il sole e tira un vento tiepido, che si spera migliori la qualità dell'aria, ma che allo stesso tempo preoccupa le cittadine limitrofe: l'odore dell'ammodio e il pericolo della nube tossica infatti persistono.

Il bilancio delle vittime è ancora incerto: potrebbe salire a 30-40 morti, almeno 200 i feriti. 6 pompieri, che sono intervenuti subito dopo l'esplosione, sono morti; Obama ha avuto modo di elogiare il loro sforzo e sottolineare il carattere eroico della professione.

Dalle indagini condotte, al momento non sta emergendo alcuna prova del fatto che dietro l'incidente che ha provocato l'esplosione della fabbrica ci sia un elemento doloso, quindi t utto lascia pensare che sia stato un semplice incidente. Ciononostante è noto che in passato la compagnia dell'impianto in questione sia stata accusata di violazione di alcune norme di sicurezza. A West per esempio, lo scorso febbraio, è stata chiusa una scuola vicina a causa di un incendio scoppiato nello stabilimento. In precedenza, l'impianto era stato messo sotto inchiesta nel 2006 dalla Texas Commission on Environmental Quality, che aveva ricevuto denunce per il forte odore di ammoniaca proveniente dagli impianti.

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