Politica Italiana. All’indomani della fiducia alla Camera, il governo Letta ha incassato anche quella del Senato. I voti favorevoli sono stati 233, i contrari 59 e gli astenuti 18. In mattinata, a palazzo Madama, si è svolto il dibattito e il discorso del premier, Enrico Letta. Il servizio di Eugenio Bonanata: ascolta
Radio Vaticana - Fisco, lavoro e riforme istituzionali. Il premier Letta ha ribadito il programma del suo governo richiamando il discorso fatto ieri alla Camera. “La situazione rimane di grandissima difficoltà ed emergenza”, ha detto, osservando che c’è un “carico di aspettative eccessive nei confronti di questo esecutivo”. Poi, la difesa delle larghe intese e l’esortazione ai partiti a restare uniti. Il primo terreno di confronto tra partiti è l’Imu. Per il Pdl è da abolire: in caso contrario “non ci stiamo”, ha chiarito l’ex premier Berlusconi. Il Pd ritiene invece che la tassa sia da rivedere. “Verrà sospesa la rata di giugno – ha precisato il neo ministro per gli Affari regionali, Delrio. L’obiettivo, ha aggiunto, è di alleggerirla, soprattutto per i meno abbienti. Una questione spinosa che si affianca a temi caldi come il lavoro giovanile, l’abbassamento della pressione fiscale e la revisione del Welfare. Altro capitolo delicato è quello dei rapporti con l’Europa. Oggi pomeriggio, Enrico Letta comincia il suo tour nel Vecchio continente: prima tappa Berlino, poi Parigi e Bruxelles. L’obiettivo è di illustrare il programma del suo esecutivo: riordino dei conti pubblici in prima linea. Ma non solo rigore: la richiesta ai partner è di appoggiare le politiche per la crescita.
Dopo la scontata fiducia del Senato, per il neo governo presieduto da Enrico Letta si apre la fase operativa, in un contesto di emergenza per il Paese. Cecilia Seppia ha chiesto sul punto l'opinione del politilogo Agostino Giovagnoli: ascolta
R. – La questione nazionale, in questo momento, è particolarmente urgente. Sotto questo profilo, c'è continuità rispetto al governo Monti, che si è autodefinito "governo di responsabilità nazionale". Certamente, il governo Monti ha sofferto per una distanza che i partiti hanno voluto prendere sin dall'inizio e certamente sbagliando.
D. – Si può parlare di "governo di servizio"?
R. – Questa è una bella definizione. Lui stesso ha voluto, in un certo senso, anche evidenziarla, dandosi un limite di tempo di 18 mesi. Non vorrei, però, che questa esperienza non esperisse fino in fondo quella che è la sua missione: quella cioè di chiudere la "Seconda Repubblica".
D. – Un altro punto su cui riflettere è la legge elettorale: quella che c'è non va bene - ha detto Letta - che ha ipotizzato il ritorno al sistema precedente, con la reintroduzione anche delle preferenze...
R. – E' una soluzione prudente, nel senso che Letta ha voluto in questo modo sottolineare che è talmente necessario il cambiamento della legge elettorale da far sì che anche una soluzione non risolutiva, ma comunque migliore dell'attuale, come appunto il ritorno al sistema precedente, sia preferibile. E' importante che il presidente del Consiglio abbia preso un impegno in questo senso, perché effettivamente il "mattarellum" è una grande vergogna e i risultati devastanti si sono visti con gli ultimi risultati delle elezioni politiche.
Il ministro per le Infrastrutture, Maurizio Lupi, ha annunciato che entro domenica prossima arriverà la nomina dei sottosegretari e che il primo provvedimento dell’esecutivo sarà il Documento di programmazione economica e finanziaria. Oltre alla questione Imu, tra gli impegni c’è anche la riduzione delle tasse sul lavoro. Sulle priorità economiche del neo esecutivo italiano, Alessandro Guarasci ha intervistato l’economista Giacomo Vaciago: ascolta
R. – Da un lato, c'è da sostenere la domanda di consumo delle famiglie e la cosa più rapida per farlo è ridurre un po’ la pressione fiscale. Dall’altro, sostenere la crescita dell’economia aumentando la produttività dell’impiego delle risorse e per questo c’è da fare tagli, guadagnare in efficienza e così via. Letta può contare su un aspetto importante, che è un po’ più di benevolenza da parte di Bruxelles.
D. – Le risorse per fare tutto quello che Letta ha proposto potranno arrivare da tagli alla spesa e da una seria lotta all’evasione fiscale?
R. – Devono arrivare da tagli alla spesa inutile. Il patto con il contribuente è che la riduzione dell’evasione vada a beneficio dei contribuenti onesti e spero che prima o poi anche questo governo lo capisca.
Sulla necessità di tagli alla spesa, ma anche di un generale recupero di credibilità da parte della classe politica, si sofferma Franco Pasquale, presidente dell’associazione "Reti in opera", espressione del laicato cattolico della Cei. L’intervista è di Luca Collodi: ascolta
R. – Il lavoro della politica è la capacità di fare sintesi per creare proposte condivise percorribili, riuscire a fare una proposta, un racconto che ricoinvolga il nostro Paese. Quando dico che c’è bisogno “della politica”, intendo anche una di classe dirigente che è, sì, il politico, ma è anche l’imprenditore, la rappresentanza delle forze sociali… Occorre una nuova ottica da questo punto di vista, direi una generosità nuova: mettersi più in discussione per creare questa proposta che è alla portata di tutti, se noi rimettiamo al centro anche la dignità di ogni persona.
D. – Quando un cittadino che ha perso il lavoro vede un politico che spende soldi per comprarsi cose superflue, li utilizza per spese personali – purtroppo è successo – che cosa deve pensare?
R. – Ovviamente, questa mancanza di autorevolezza, di punti di riferimento crea sconcerto, rabbia, disagio, disorientamento che dopo può sfociare in situazioni estremamente drammatiche. Allora, occorre anche una testimonianza diretta, personale: diventa decisivo e determinante tutto il discorso che da tempo si sta facendo circa la forte sobrietà che viene richiesta a chi oggi ha responsabilità. È il primo esempio che dobbiamo mettere in campo, che ci è richiesto come Paese.
Radio Vaticana - Fisco, lavoro e riforme istituzionali. Il premier Letta ha ribadito il programma del suo governo richiamando il discorso fatto ieri alla Camera. “La situazione rimane di grandissima difficoltà ed emergenza”, ha detto, osservando che c’è un “carico di aspettative eccessive nei confronti di questo esecutivo”. Poi, la difesa delle larghe intese e l’esortazione ai partiti a restare uniti. Il primo terreno di confronto tra partiti è l’Imu. Per il Pdl è da abolire: in caso contrario “non ci stiamo”, ha chiarito l’ex premier Berlusconi. Il Pd ritiene invece che la tassa sia da rivedere. “Verrà sospesa la rata di giugno – ha precisato il neo ministro per gli Affari regionali, Delrio. L’obiettivo, ha aggiunto, è di alleggerirla, soprattutto per i meno abbienti. Una questione spinosa che si affianca a temi caldi come il lavoro giovanile, l’abbassamento della pressione fiscale e la revisione del Welfare. Altro capitolo delicato è quello dei rapporti con l’Europa. Oggi pomeriggio, Enrico Letta comincia il suo tour nel Vecchio continente: prima tappa Berlino, poi Parigi e Bruxelles. L’obiettivo è di illustrare il programma del suo esecutivo: riordino dei conti pubblici in prima linea. Ma non solo rigore: la richiesta ai partner è di appoggiare le politiche per la crescita.
Dopo la scontata fiducia del Senato, per il neo governo presieduto da Enrico Letta si apre la fase operativa, in un contesto di emergenza per il Paese. Cecilia Seppia ha chiesto sul punto l'opinione del politilogo Agostino Giovagnoli: ascolta
R. – La questione nazionale, in questo momento, è particolarmente urgente. Sotto questo profilo, c'è continuità rispetto al governo Monti, che si è autodefinito "governo di responsabilità nazionale". Certamente, il governo Monti ha sofferto per una distanza che i partiti hanno voluto prendere sin dall'inizio e certamente sbagliando.
D. – Si può parlare di "governo di servizio"?
R. – Questa è una bella definizione. Lui stesso ha voluto, in un certo senso, anche evidenziarla, dandosi un limite di tempo di 18 mesi. Non vorrei, però, che questa esperienza non esperisse fino in fondo quella che è la sua missione: quella cioè di chiudere la "Seconda Repubblica".
D. – Un altro punto su cui riflettere è la legge elettorale: quella che c'è non va bene - ha detto Letta - che ha ipotizzato il ritorno al sistema precedente, con la reintroduzione anche delle preferenze...
R. – E' una soluzione prudente, nel senso che Letta ha voluto in questo modo sottolineare che è talmente necessario il cambiamento della legge elettorale da far sì che anche una soluzione non risolutiva, ma comunque migliore dell'attuale, come appunto il ritorno al sistema precedente, sia preferibile. E' importante che il presidente del Consiglio abbia preso un impegno in questo senso, perché effettivamente il "mattarellum" è una grande vergogna e i risultati devastanti si sono visti con gli ultimi risultati delle elezioni politiche.
Il ministro per le Infrastrutture, Maurizio Lupi, ha annunciato che entro domenica prossima arriverà la nomina dei sottosegretari e che il primo provvedimento dell’esecutivo sarà il Documento di programmazione economica e finanziaria. Oltre alla questione Imu, tra gli impegni c’è anche la riduzione delle tasse sul lavoro. Sulle priorità economiche del neo esecutivo italiano, Alessandro Guarasci ha intervistato l’economista Giacomo Vaciago: ascolta
R. – Da un lato, c'è da sostenere la domanda di consumo delle famiglie e la cosa più rapida per farlo è ridurre un po’ la pressione fiscale. Dall’altro, sostenere la crescita dell’economia aumentando la produttività dell’impiego delle risorse e per questo c’è da fare tagli, guadagnare in efficienza e così via. Letta può contare su un aspetto importante, che è un po’ più di benevolenza da parte di Bruxelles.
D. – Le risorse per fare tutto quello che Letta ha proposto potranno arrivare da tagli alla spesa e da una seria lotta all’evasione fiscale?
R. – Devono arrivare da tagli alla spesa inutile. Il patto con il contribuente è che la riduzione dell’evasione vada a beneficio dei contribuenti onesti e spero che prima o poi anche questo governo lo capisca.
Sulla necessità di tagli alla spesa, ma anche di un generale recupero di credibilità da parte della classe politica, si sofferma Franco Pasquale, presidente dell’associazione "Reti in opera", espressione del laicato cattolico della Cei. L’intervista è di Luca Collodi: ascolta
R. – Il lavoro della politica è la capacità di fare sintesi per creare proposte condivise percorribili, riuscire a fare una proposta, un racconto che ricoinvolga il nostro Paese. Quando dico che c’è bisogno “della politica”, intendo anche una di classe dirigente che è, sì, il politico, ma è anche l’imprenditore, la rappresentanza delle forze sociali… Occorre una nuova ottica da questo punto di vista, direi una generosità nuova: mettersi più in discussione per creare questa proposta che è alla portata di tutti, se noi rimettiamo al centro anche la dignità di ogni persona.
D. – Quando un cittadino che ha perso il lavoro vede un politico che spende soldi per comprarsi cose superflue, li utilizza per spese personali – purtroppo è successo – che cosa deve pensare?
R. – Ovviamente, questa mancanza di autorevolezza, di punti di riferimento crea sconcerto, rabbia, disagio, disorientamento che dopo può sfociare in situazioni estremamente drammatiche. Allora, occorre anche una testimonianza diretta, personale: diventa decisivo e determinante tutto il discorso che da tempo si sta facendo circa la forte sobrietà che viene richiesta a chi oggi ha responsabilità. È il primo esempio che dobbiamo mettere in campo, che ci è richiesto come Paese.
Tweet |
Sono presenti 0 commenti
Inserisci un commento
Gentile lettore, i commenti contententi un linguaggio scorretto e offensivo verranno rimossi.