mercoledì, aprile 10, 2013
Dopo il difficile biennio in sella alla Ducati, Valentino Rossi festeggia il ritorno alla Yamaha con una rimonta da favola nella prima gara della stagione e con un grazie a chi gli è stato vicino  

Città Nuova - Passare due anni nel limbo, seppur metaforico, non deve essere facile per nessuno. Figuriamoci, poi, per uno che nel suo sport – il motociclismo – ha per lungo tempo giocato il ruolo del “cannibale”, lasciando le briciole agli avversari e collezionando record su record, al punto da essere accostato a un altro mito delle due ruote come Giacomo Agostini, l’unico pilota assieme allo spagnolo Angel Nieto ad aver vinto più titoli mondiali di lui (sebbene in un’altra epoca e con una diversa organizzazione dei campionati). Lui, ovviamente, è Valentino Rossi, che dopo il deludente biennio trascorso in sella alla Ducati, con risultati così al di sotto delle aspettative da minare quella sicurezza che solo i fuoriclasse possono vantare e da far dubitare diversi addetti ai lavori sulla sua possibilità di continuare a correre ad alti livelli, era l’osservato speciale per la prima gara stagionale della Moto GP, in programma ieri sera sul circuito di Losail, in Qatar. C’era attesa in particolare per il suo ritorno alla Yamaha, al fianco del compagno-rivale Jorge Lorenzo, campione in carica e all’apice della carriera, con il quale si erano create alcune ruggini nel corso della precedente convivenza ai box della casa giapponese.

Alla fine, lì sul podio, sono risuonate le note dell’inno spagnolo (così come, per inciso, era avvenuto poco prima in Moto 2 e Moto 3 con i trionfi, rispettivamente, di Pol Espargaró e Luis Salom), a celebrare la vittoria di Lorenzo, che ha di fatto corso una gara a sé, dominando dal primo all’ultimo giro con una facilità e una costanza di ritmo da fare impallidire. Ma se Jorge ha vinto il gran premio, Valentino ha vinto la sua scommessa, conquistando un secondo posto da cineteca (178° podio in 277 gare totali) al termine di una splendida rimonta e, soprattutto, dimostrando a sé stesso e agli scettici che, a 34 anni compiuti, è ancora in grado di competere con i migliori. A fine corsa, sceso dalla sua M1 rimasta senza benzina poche centinaia di metri dopo il traguardo, per Rossi è stato un susseguirsi di “unbelievable” e “give me five” da parte di colleghi e meccanici della Yamaha, sbalorditi dalla tenacia e dalla lucidità con cui il campione di Tavullia ha saputo rimontare in seguito a un errore in staccata al secondo giro, che lo aveva fatto scivolare dalla quarta alla settima posizione.

Ma da lì in poi, il pesarese ha inanellato una serie di giri veloci, che gli hanno consentito di agganciare i primi (Lorenzo a parte, s’intende) e di superare, nell’ordine, Dovizioso (settimo posto finale per il romagnolo, un buon piazzamento se si considera che si è trattato del suo esordio ufficiale con la Ducati), Bradl, Crutchlow, Pedrosa e, infine, il ventenne “predestinato” Marquez, iridato nella Moto 2 e al suo debutto nella classe regina, col quale ha dato vita a uno spettacolare duello tra il terzultimo e il penultimo giro, con sorpassi e controsorpassi da applausi, senza il minimo timore reverenziale da parte del più giovane pilota.

A gara conclusa c’è stato anche il tempo per lo scambio di congratulazioni e un abbraccio con Lorenzo, a testimonianza del bel clima che si respira tra i due compagni di scuderia in quest’avvio di stagione. Insomma, meglio di così, come ha spiegato “The Doctor” nelle interviste post-gara, «ci poteva essere la vittoria, ma davvero non potevo sperare in un ritorno in Yamaha migliore di questo. Mi godo il podio e ringrazio la squadra per l’opportunità che mi ha dato di tornare e tutti quelli che mi sono stati vicino in questi due anni difficili. La rivalità con Jorge c’è – ha aggiunto Valentino – ma allo stesso tempo tra di noi c’è anche molto rispetto e credo che in questa stagione ci siano tutte le premesse per divertirsi».

Magari, dopo due anni di inaspettato limbo e con un Lorenzo nel pieno della maturità, è ancora troppo presto per poter accreditare Rossi tra i favoriti alla conquista del mondiale, ma di certo – con la passione e il talento (ri)messi in mostra in Qatar – il divertimento non mancherà.

di Ermes Dovico


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