In un mondo che celebra sempre più l’accumulo di ricchezze e il potere, questo libro si pone come punto di riflessione tra i beni materiali e quelli spirituali
Questo libro nasce da un progetto scolastico finanziato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri che ha visto coinvolte diverse scuole, che, attraverso seminari e lezioni, hanno elaborato i temi dei dieci i comandamenti del Decalogo che Dio diede a Mosè. In modo particolare, il libro in questione analizza in modo appassionato ed approfondito il decimo comandamento del Decalogo: non desiderare la roba d’altri. Spesso, poiché questo è l’ultimo comandamento, si tende a considerarlo anche il meno importante. Eppure nel corso del libro ci si accorge che è proprio il trasgredire questo comandamento che rende duro il cuore dell’uomo. Pagina dopo pagina, ci si rende conto che la trasgressione del decimo comandamento non è poi così lontana dalla trasgressione del primo: non avrai altri dei di fronte a me.
Il libro parte dalla constatazione che l’uomo, per sua natura, tende a fare di questa vita una stabile dimora, per cui vuole accumulare sempre di più. Facendo leva sulla letteratura, sulla filosofia, sul cinema e sulla Bibbia, il libro passa in rassegna il pensiero di vari personaggi importanti della storia circa il possesso di ricchezze. A partire dal concetto di “roba” elaborato da Giovanni Verga, passa ad analizzare il libro “La malora” di Fenoglio per poi terminare con l’analisi del film “Decalogo 10” di Krzyszstof Kieslowski. L’obiettivo è sempre lo stesso: mostrare al lettore che l’accumulo di ricchezze porta alla distruzione del cuore dell’uomo. In pratica, il cuore dell’uomo che vuole accumulare ricchezze diventa sempre più come un granaio, incapace di aprirsi verso gli altri e chiuso nel suo profondo egoismo.
Questo libro permette al lettore di compiere un vero e proprio viaggio interiore, aiutandolo a scoprire a poco a poco che non solo i personaggi e i racconti citati soffrono del problema dell’accumulo di ricchezze, ma forse egli stesso è affetto da questa malattia. Ne consegue che, man mano che il lettore va avanti nella lettura, tende ad applicare a sé quello che viene descritto, e alla fine del percorso è portato a domandarsi se quei personaggi descritti nel corso dell’opera non riflettono altro che il suo stato d’animo.
Il libro, però, non dà delle risposte esplicite circa la trasgressione del decimo comandamento, né tanto meno forza il lettore a seguire l’una o l’altra strada (l’accumulo smisurato o l’uso sapiente delle ricchezze), ma attraverso un percorso guidato arriva a fargli maturare l’idea che questo mondo è di passaggio e la vera ricchezza consiste nelle persone che stanno attorno, e soprattutto nell’amore verso di esse.
Questo libro è sicuramente consigliato a tutte quelle persone che sono alla ricerca del rapporto tra il mondo materiale e quello spirituale. Non mancano, però, alcuni punti di discussione, come ad esempio l’esaltazione dei maestri di yoga e delle filosofie orientali, che potrebbero apparire un po’ fuori luogo, data la natura del libro.
Questo libro nasce da un progetto scolastico finanziato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri che ha visto coinvolte diverse scuole, che, attraverso seminari e lezioni, hanno elaborato i temi dei dieci i comandamenti del Decalogo che Dio diede a Mosè. In modo particolare, il libro in questione analizza in modo appassionato ed approfondito il decimo comandamento del Decalogo: non desiderare la roba d’altri. Spesso, poiché questo è l’ultimo comandamento, si tende a considerarlo anche il meno importante. Eppure nel corso del libro ci si accorge che è proprio il trasgredire questo comandamento che rende duro il cuore dell’uomo. Pagina dopo pagina, ci si rende conto che la trasgressione del decimo comandamento non è poi così lontana dalla trasgressione del primo: non avrai altri dei di fronte a me.
Il libro parte dalla constatazione che l’uomo, per sua natura, tende a fare di questa vita una stabile dimora, per cui vuole accumulare sempre di più. Facendo leva sulla letteratura, sulla filosofia, sul cinema e sulla Bibbia, il libro passa in rassegna il pensiero di vari personaggi importanti della storia circa il possesso di ricchezze. A partire dal concetto di “roba” elaborato da Giovanni Verga, passa ad analizzare il libro “La malora” di Fenoglio per poi terminare con l’analisi del film “Decalogo 10” di Krzyszstof Kieslowski. L’obiettivo è sempre lo stesso: mostrare al lettore che l’accumulo di ricchezze porta alla distruzione del cuore dell’uomo. In pratica, il cuore dell’uomo che vuole accumulare ricchezze diventa sempre più come un granaio, incapace di aprirsi verso gli altri e chiuso nel suo profondo egoismo.
Questo libro permette al lettore di compiere un vero e proprio viaggio interiore, aiutandolo a scoprire a poco a poco che non solo i personaggi e i racconti citati soffrono del problema dell’accumulo di ricchezze, ma forse egli stesso è affetto da questa malattia. Ne consegue che, man mano che il lettore va avanti nella lettura, tende ad applicare a sé quello che viene descritto, e alla fine del percorso è portato a domandarsi se quei personaggi descritti nel corso dell’opera non riflettono altro che il suo stato d’animo.
Il libro, però, non dà delle risposte esplicite circa la trasgressione del decimo comandamento, né tanto meno forza il lettore a seguire l’una o l’altra strada (l’accumulo smisurato o l’uso sapiente delle ricchezze), ma attraverso un percorso guidato arriva a fargli maturare l’idea che questo mondo è di passaggio e la vera ricchezza consiste nelle persone che stanno attorno, e soprattutto nell’amore verso di esse.
Questo libro è sicuramente consigliato a tutte quelle persone che sono alla ricerca del rapporto tra il mondo materiale e quello spirituale. Non mancano, però, alcuni punti di discussione, come ad esempio l’esaltazione dei maestri di yoga e delle filosofie orientali, che potrebbero apparire un po’ fuori luogo, data la natura del libro.
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