Salento – Diventerà una colonia per bambini il ristorante “La Scogliera” di Santa Maria al Bagno. L’ immobile apparteneva a Vito Antonio Cioffi, 62 anni, ritenuto vicino al clan Padovano di Gallipoli e al clan Coluccia di Noha.
Liberainformazione - A confiscarlo, il 29 maggio 2009, furono gli uomini della Squadra Mobile della Questura di Lecce, con l’ ausilio del Commissariato di Nardò, in seguito a un provvedimento emesso dal Presidente della Corte d’ Appello di Lecce – Sezione distaccata di Taranto, il 30 aprile 2009. Il 30 ottobre 2000 il locale era stato sequestrato su disposizione del Gip del Tribunale di Lecce. La misura fu la naturale conseguenza del passaggio in giudicato della sentenza del 19 ottobre 2007 che condannò Cioffi alla pena di 18 anni di reclusione per traffico internazionale di sostanze stupefacenti.
La sentenza confermava, inoltre, la confisca del bene, già disposta dal Gup del Tribunale di Lecce, con sentenza emessa il 15 marzo 2002.
Cioffi era stato arrestato nel 2000 dalla Squadra Mobile di Lecce durante l’ operazione “Cool Wool”, grazie alla quale fu disarticolata un’ organizzazione criminale transnazionale dedita al traffico di ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti.
Sul ristorante gravava un’ ipoteca di 70mila euro iscritta dal proprietario. Una strategia adottata dai personaggi in odor di mafia per rendere inutilizzabili gli immobili che venissero loro confiscati.
Un argomento oggetto dell’ incontro avvenuto la scorsa estate, proprio a Santa Maria al Bagno, fra il sindaco di Nardò, Marcello Risi e l’ europarlamentare Rita Borsellino. Nell’ occasione, la sorella del giudice assassinato nella strage del ’92, aveva promesso il suo impegno affinchè il Comune potesse acquisire e utilizzare la grande struttura di circa 650 metri quadri.
Adesso, con un decreto del Direttore dell’ Agenzia nazionale per l’ amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, Giuseppe Caruso, il locale è passato nelle mani del Comune. L’ Ente ha adottato anche l’ indispensabile delibera con la quale dichiara di prendere atto del trasferimento ed esprime la volontà di utilizzare l’ ex ristorante per realizzare una struttura ricreativa dedicata ai minori.
Gli uffici sono ora al lavoro per reperire i finanziamenti agevolati previsti proprio per l’ adeguamento di beni confiscati che permettono di utilizzare il cento per cento in conto capitale delle somme erogate.
L’ obiettivo è quello di trasformare il bene che fu della Sacra Corona Unita in centro di aggregazione per i ragazzi e i bambini di Santa Maria al Bagno.
Liberainformazione - A confiscarlo, il 29 maggio 2009, furono gli uomini della Squadra Mobile della Questura di Lecce, con l’ ausilio del Commissariato di Nardò, in seguito a un provvedimento emesso dal Presidente della Corte d’ Appello di Lecce – Sezione distaccata di Taranto, il 30 aprile 2009. Il 30 ottobre 2000 il locale era stato sequestrato su disposizione del Gip del Tribunale di Lecce. La misura fu la naturale conseguenza del passaggio in giudicato della sentenza del 19 ottobre 2007 che condannò Cioffi alla pena di 18 anni di reclusione per traffico internazionale di sostanze stupefacenti.
La sentenza confermava, inoltre, la confisca del bene, già disposta dal Gup del Tribunale di Lecce, con sentenza emessa il 15 marzo 2002.
Cioffi era stato arrestato nel 2000 dalla Squadra Mobile di Lecce durante l’ operazione “Cool Wool”, grazie alla quale fu disarticolata un’ organizzazione criminale transnazionale dedita al traffico di ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti.
Sul ristorante gravava un’ ipoteca di 70mila euro iscritta dal proprietario. Una strategia adottata dai personaggi in odor di mafia per rendere inutilizzabili gli immobili che venissero loro confiscati.
Un argomento oggetto dell’ incontro avvenuto la scorsa estate, proprio a Santa Maria al Bagno, fra il sindaco di Nardò, Marcello Risi e l’ europarlamentare Rita Borsellino. Nell’ occasione, la sorella del giudice assassinato nella strage del ’92, aveva promesso il suo impegno affinchè il Comune potesse acquisire e utilizzare la grande struttura di circa 650 metri quadri.
Adesso, con un decreto del Direttore dell’ Agenzia nazionale per l’ amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, Giuseppe Caruso, il locale è passato nelle mani del Comune. L’ Ente ha adottato anche l’ indispensabile delibera con la quale dichiara di prendere atto del trasferimento ed esprime la volontà di utilizzare l’ ex ristorante per realizzare una struttura ricreativa dedicata ai minori.
Gli uffici sono ora al lavoro per reperire i finanziamenti agevolati previsti proprio per l’ adeguamento di beni confiscati che permettono di utilizzare il cento per cento in conto capitale delle somme erogate.
L’ obiettivo è quello di trasformare il bene che fu della Sacra Corona Unita in centro di aggregazione per i ragazzi e i bambini di Santa Maria al Bagno.
di Antonio Nicola Pezzuto
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