Resta critica e particolarmente drammatica la situazione nel nord del Mali.
Radio Vaticana - Ad esprimere forte preoccupazione in proposito, dichiarano fonti dell’agenzia Misna, è il vice segretario Onu per gli Affari politici, Jeffrey Feltman,
durante un intervento in sede del Consiglio di sicurezza. “Rappresaglie contro membri delle comunità tuareg e arabe continuano a manifestarsi attraverso nuovi schemi di violazioni dei diritti umani, inclusi attacchi mirati e ritorsioni su base etnica ed anche dal punto di vista umanitario la situazione rimane altrettanto volatile e l’accesso ad alcune zone del nord è ancora problematico” .
Nelle prossime settimane i 15 Stati membri dovrebbero approvare il dispiegamento nel Sahel, di una missione di stabilizzazione a guida Onu che potrebbe subentrare all’attuale Missione internazionale di sostegno al Mali (Misma), a comando africano. Sul terreno sono tutt’ora dispiegati i militari francesi dell’operazione Serval, cominciata lo scorso 11 gennaio, e i soldati di Bamako, impegnati a sradicare posizioni dei jihadisti negli Ifohas e nelle città settentrionali di Gao e Timbuctù. Secondo gli ultimi dati diffusi dalle Nazioni Unite, 750.000 persone necessitano di assistenza alimentare urgente e nel 2013 circa 660.000 bambini sono a rischio malnutrizione.
Il conflitto nelle regioni settentrionali del Mali ha causato 290.000 sfollati interni e più di 177mila rifugiati nei vicini Niger, Burkina Faso e Mauritania. Secondo l’Ong, per mancanza di risorse economiche, nella zona di Bourem l’80% degli adulti si priva di mangiare per poter assicurare ai propri figli due pasti al giorno. Dallo scorso ottobre i prezzi del riso e dei beni di prima necessità sono aumentati del 50%. Oltre all’assistenza umanitaria, le popolazioni locali necessitano anche di cure mediche, servizi igienico-sanitari e istruzione. (G.F.)
Radio Vaticana - Ad esprimere forte preoccupazione in proposito, dichiarano fonti dell’agenzia Misna, è il vice segretario Onu per gli Affari politici, Jeffrey Feltman,
durante un intervento in sede del Consiglio di sicurezza. “Rappresaglie contro membri delle comunità tuareg e arabe continuano a manifestarsi attraverso nuovi schemi di violazioni dei diritti umani, inclusi attacchi mirati e ritorsioni su base etnica ed anche dal punto di vista umanitario la situazione rimane altrettanto volatile e l’accesso ad alcune zone del nord è ancora problematico” .
Nelle prossime settimane i 15 Stati membri dovrebbero approvare il dispiegamento nel Sahel, di una missione di stabilizzazione a guida Onu che potrebbe subentrare all’attuale Missione internazionale di sostegno al Mali (Misma), a comando africano. Sul terreno sono tutt’ora dispiegati i militari francesi dell’operazione Serval, cominciata lo scorso 11 gennaio, e i soldati di Bamako, impegnati a sradicare posizioni dei jihadisti negli Ifohas e nelle città settentrionali di Gao e Timbuctù. Secondo gli ultimi dati diffusi dalle Nazioni Unite, 750.000 persone necessitano di assistenza alimentare urgente e nel 2013 circa 660.000 bambini sono a rischio malnutrizione.
Il conflitto nelle regioni settentrionali del Mali ha causato 290.000 sfollati interni e più di 177mila rifugiati nei vicini Niger, Burkina Faso e Mauritania. Secondo l’Ong, per mancanza di risorse economiche, nella zona di Bourem l’80% degli adulti si priva di mangiare per poter assicurare ai propri figli due pasti al giorno. Dallo scorso ottobre i prezzi del riso e dei beni di prima necessità sono aumentati del 50%. Oltre all’assistenza umanitaria, le popolazioni locali necessitano anche di cure mediche, servizi igienico-sanitari e istruzione. (G.F.)
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