Per tutta la mattinata e per tutto il pomeriggio di oggi si sono tenute al Quirinale le consultazioni per la formazione del nuovo governo. E’ il terzo giro di consultazioni parlamentari in un mese e mezzo.
Si sono conclusi più tardi del previsto i colloqui di tutte le forze politiche con Giorgio Napolitano. Il nome del nuovo incaricato alla formazione del governo non è stato proclamato, ma l’annuncio è previsto per domani mattina dopo le 10,30. Già da questa mattina i più ‘papabili’ sembravano Giuliano Amato e Matteo Renzi, ma l’ipotesi del sindacodi Firenze alla guida del Paese è man mano sfumata. “Io premier? E' l'ipotesi più sorprendente e meno probabile - ha ammesso lo stesso Renzi - non credo sia sul tappeto”. Eppure Sandro Bondi, proprio questa mattina, aveva detto in un comunicato stampa: “Matteo Renzi incaricato di formare il governo sarebbe in linea con una domanda di cambiamento che sale dal Paese e alla quale il Pdl e il Presidente Silvio Berlusconi sono pronti da tempo”.
Enrico Letta, subito dopo la fine del colloquio, ha fatto sapere che “il Pd collaborerà alla nascita di un governo sulla scia delle indicazioni di Napolitano” e che la priorità è quella di “affrontare l'emergenza economico-sociale e attuare la riforma della politica”. Per quanto riguarda il Pdl, l’ipotesi che durante la giornata è diventata sempre più consistente è quella che vedrebbe il veto di Berlusconi sul nome di Letta, rendendo Amato l’unica possibilità di governo condiviso. Interrogato dai cronisti, il Presidente del Pdl ha risposto che, se fosse lui a prendere in mano il governo, non direbbe mai sì ad una patrimoniale e a un prelievo forzoso nei confronti delle famiglie italiane.
Chi invece dice no ad Amato è La Lega, che rifiuta allo stesso modo ogni possibilità di governo tecnico. “Il no della Lega al trapassato remoto della politica italiana è netto e non negoziabile”, scrive su Twitter Maroni. Fratelli d’Italia rifiuta categoricamente l’ipotesi di appoggiare un governo di larghe intese, anche se non sembra avere un’opinione negativa su Renzi, che per Ignazio La Russa corrisponde a una “tipologia di vero cambiamento”. Scelta Civica di Monti non obietterebbe a nessuna delle ipotesi possibili: sì sia al governo di larghe intese che al nome che Giorgio Napolitano ha in mente. Non si può dire la stessa cosa di Sel: “No a qualsiasi esecutivo abbia un blocco berlusconiano al suo interno – ha dichiarato Nichi Vendola - Nessuna novità, nemmeno con Matteo Renzi, potrà farci accettare il Pdl al governo”.
Nessun appoggio al governo anche per il Movimento 5 Stelle: ” Siamo noi l'unica opposizione del Paese ma valuteremo caso per caso”, dicono i capigruppo. Lo stesso Grillo, intervistato dal tabloid tedesco Bild, ha detto: “Noi non sabotiamo nulla. I partiti sabotano se stessi”, profilando una bancarotta italiana prevista per il prossimo autunno.
Intanto Giuliano Amato, che al momento è il più quotato come prossimo Presidente del Consiglio, fa sapere di non aver ricevuto nessuna telefonata da Napolitano e risponde a chi lo accusa di ricevere una pensione di 31mila euro al mese: “I 31.000 euro cumulano la pensione con un vitalizio che ogni mese io destino ad attività di beneficienza”. “Continuando così – ha aggiunto – si fa passare l’unico parlamentare che ha rinunciato al vitalizio come percettore di prebende: è il mondo alla rovescia”. Comunque, se il nome del nuovo Presidente del Consiglio sarà quello di Amato, Letta o Renzi lo scopriremo domani dopo le 10.30, dopo che Napolitano renderà omaggio alla salma dell'ex ministro ed ex segretario generale della Presidenza della Repubblica, Antonio Maccanico, morto oggi.
Si sono conclusi più tardi del previsto i colloqui di tutte le forze politiche con Giorgio Napolitano. Il nome del nuovo incaricato alla formazione del governo non è stato proclamato, ma l’annuncio è previsto per domani mattina dopo le 10,30. Già da questa mattina i più ‘papabili’ sembravano Giuliano Amato e Matteo Renzi, ma l’ipotesi del sindacodi Firenze alla guida del Paese è man mano sfumata. “Io premier? E' l'ipotesi più sorprendente e meno probabile - ha ammesso lo stesso Renzi - non credo sia sul tappeto”. Eppure Sandro Bondi, proprio questa mattina, aveva detto in un comunicato stampa: “Matteo Renzi incaricato di formare il governo sarebbe in linea con una domanda di cambiamento che sale dal Paese e alla quale il Pdl e il Presidente Silvio Berlusconi sono pronti da tempo”.
Enrico Letta, subito dopo la fine del colloquio, ha fatto sapere che “il Pd collaborerà alla nascita di un governo sulla scia delle indicazioni di Napolitano” e che la priorità è quella di “affrontare l'emergenza economico-sociale e attuare la riforma della politica”. Per quanto riguarda il Pdl, l’ipotesi che durante la giornata è diventata sempre più consistente è quella che vedrebbe il veto di Berlusconi sul nome di Letta, rendendo Amato l’unica possibilità di governo condiviso. Interrogato dai cronisti, il Presidente del Pdl ha risposto che, se fosse lui a prendere in mano il governo, non direbbe mai sì ad una patrimoniale e a un prelievo forzoso nei confronti delle famiglie italiane.
Chi invece dice no ad Amato è La Lega, che rifiuta allo stesso modo ogni possibilità di governo tecnico. “Il no della Lega al trapassato remoto della politica italiana è netto e non negoziabile”, scrive su Twitter Maroni. Fratelli d’Italia rifiuta categoricamente l’ipotesi di appoggiare un governo di larghe intese, anche se non sembra avere un’opinione negativa su Renzi, che per Ignazio La Russa corrisponde a una “tipologia di vero cambiamento”. Scelta Civica di Monti non obietterebbe a nessuna delle ipotesi possibili: sì sia al governo di larghe intese che al nome che Giorgio Napolitano ha in mente. Non si può dire la stessa cosa di Sel: “No a qualsiasi esecutivo abbia un blocco berlusconiano al suo interno – ha dichiarato Nichi Vendola - Nessuna novità, nemmeno con Matteo Renzi, potrà farci accettare il Pdl al governo”.
Nessun appoggio al governo anche per il Movimento 5 Stelle: ” Siamo noi l'unica opposizione del Paese ma valuteremo caso per caso”, dicono i capigruppo. Lo stesso Grillo, intervistato dal tabloid tedesco Bild, ha detto: “Noi non sabotiamo nulla. I partiti sabotano se stessi”, profilando una bancarotta italiana prevista per il prossimo autunno.
Intanto Giuliano Amato, che al momento è il più quotato come prossimo Presidente del Consiglio, fa sapere di non aver ricevuto nessuna telefonata da Napolitano e risponde a chi lo accusa di ricevere una pensione di 31mila euro al mese: “I 31.000 euro cumulano la pensione con un vitalizio che ogni mese io destino ad attività di beneficienza”. “Continuando così – ha aggiunto – si fa passare l’unico parlamentare che ha rinunciato al vitalizio come percettore di prebende: è il mondo alla rovescia”. Comunque, se il nome del nuovo Presidente del Consiglio sarà quello di Amato, Letta o Renzi lo scopriremo domani dopo le 10.30, dopo che Napolitano renderà omaggio alla salma dell'ex ministro ed ex segretario generale della Presidenza della Repubblica, Antonio Maccanico, morto oggi.
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