L’imputato è lo stesso assolto al processo in primo grado: Totò Riina.
Liberainformazione - Ossigeno - La novità rispetto al primo dibattimento è che adesso il pentito Francesco di Carlo ha precisato che la confidenza fattagli da Riina, ovvero che fu Cosa Nostra ad uccidere il giornalista Mauro De Mauro, gli fu fatta alla fine di una riunione con altri esponenti mafiosi, una riunione a cui il boss era stato accompagnato proprio da Di Carlo. Mauro De Mauro, cronista de “L’Ora” di Palermo, scomparve nel capoluogo siciliano la sera del 16 settembre 1970 e il suo corpo non venne mai ritrovato. Il procuratore generale Luigi Patronaggio ha chiesto la riapertura del dibattimento e ha chiamato a testimoniare Di Carlo, che già nel 2001 aveva raccontato ai magistrati della confidenza di Riina, senza precisare però la data dell’avvenimento. Quell’omicidio secondo Riina – in base alla testimonianza del pentito – fu un boomerang per Cosa nostra che da quel delitto avrebbe avuto solo problemi visto che “prima, della mafia nemmeno si parlava”.
I verbali di interrogatorio del collaboratore di giustizia sono stati depositati agli atti del processo e a decidere se Di Carlo testimonierà saranno i giudici alla prossima udienza del 13 maggio. Riina, collegato in videoconferenza dal carcere di Opera e assolto in primo grado, è difeso dall’avvocato Giovanni Anani, mentre gli avvocati Francesco e Giuseppe Crescimanno rappresentano la famiglia De Mauro insieme all’Ordine dei giornalisti.
Liberainformazione - Ossigeno - La novità rispetto al primo dibattimento è che adesso il pentito Francesco di Carlo ha precisato che la confidenza fattagli da Riina, ovvero che fu Cosa Nostra ad uccidere il giornalista Mauro De Mauro, gli fu fatta alla fine di una riunione con altri esponenti mafiosi, una riunione a cui il boss era stato accompagnato proprio da Di Carlo. Mauro De Mauro, cronista de “L’Ora” di Palermo, scomparve nel capoluogo siciliano la sera del 16 settembre 1970 e il suo corpo non venne mai ritrovato. Il procuratore generale Luigi Patronaggio ha chiesto la riapertura del dibattimento e ha chiamato a testimoniare Di Carlo, che già nel 2001 aveva raccontato ai magistrati della confidenza di Riina, senza precisare però la data dell’avvenimento. Quell’omicidio secondo Riina – in base alla testimonianza del pentito – fu un boomerang per Cosa nostra che da quel delitto avrebbe avuto solo problemi visto che “prima, della mafia nemmeno si parlava”.
I verbali di interrogatorio del collaboratore di giustizia sono stati depositati agli atti del processo e a decidere se Di Carlo testimonierà saranno i giudici alla prossima udienza del 13 maggio. Riina, collegato in videoconferenza dal carcere di Opera e assolto in primo grado, è difeso dall’avvocato Giovanni Anani, mentre gli avvocati Francesco e Giuseppe Crescimanno rappresentano la famiglia De Mauro insieme all’Ordine dei giornalisti.
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