Prima del Regina Caeli il pontefice sottolinea: “In questo tempo ci sono tanti cristiani che soffrono persecuzione: sono tanti, tanti! E in tanti Paesi. Preghiamo per loro con amore, dal nostro cuore: sentano la presenza viva e confortante del Signore Risorto”. Alla violenza contro la fede “bisogna rispondere come Gesù: con l’amore e con la forza della verità”.
Asianews - Alla persecuzione religiosa "bisogna rispondere come Gesù nella sua Passione: con l'amore e con la forza della verità" alle incomprensioni e avversità. È l'invito rivolto da papa Francesco ai fedeli nel corso della riflessione prima della recita del Regina Caeli. Il Papa ha commentato le pagine degli Atti degli Apostoli della liturgia della III domenica di Pasqua: "Dove trovavano i primi discepoli la forza della testimonianza, nonostante ostacoli e violente? È chiaro che solo la presenza con loro del Signore Risorto e l'azione dello Spirito Santo possono spiegare questo fatto".
A una piazza san Pietro gremita di fedeli, prima della preghiera mariana, il Papa ha detto: "Vorrei soffermarmi brevemente sulla pagina degli Atti degli Apostoli che si legge nella Liturgia di questa Terza Domenica di Pasqua. Questo testo riferisce che la prima predicazione degli Apostoli a Gerusalemme riempì la città della notizia che Gesù era veramente risorto, secondo le Scritture, ed era il Messia annunciato dai Profeti. I sommi sacerdoti e i capi della città cercarono di stroncare sul nascere la comunità dei credenti in Cristo e fecero imprigionare gli Apostoli, ordinando loro di non insegnare più nel suo nome".
Ma Pietro e gli altri Undici risposero: «Bisogna obbedire a Dio invece che agli uomini. Il Dio dei nostri padri ha risuscitato Gesù... lo ha innalzato alla sua destra come capo e salvatore... E di questi fatti siamo testimoni noi e lo Spirito Santo» (At 5,29-32). Allora fecero flagellare gli Apostoli e comandarono loro nuovamente di non parlare più nel nome di Gesù. Ed essi se ne andarono, e così dice la Scrittura, «lieti di essere stati giudicati degni di subire oltraggi per il nome di Gesù»".
Papa Francesco ha poi proseguito: "Io mi domando: dove trovavano i primi discepoli la forza per questa loro testimonianza? Non solo: da dove venivano loro la gioia e il coraggio dell'annuncio, malgrado gli ostacoli e le violenze? Non dimentichiamo che gli Apostoli erano persone semplici, non erano scribi, dottori della legge, né appartenenti alla classe sacerdotale. Come hanno potuto, con i loro limiti e avversati dalle autorità, riempire Gerusalemme con il loro insegnamento (cfr At 5,28)?".
È chiaro, dice subito dopo, "che solo la presenza con loro del Signore Risorto e l'azione dello Spirito Santo possono spiegare questo fatto. Il Signore, che era con loro, e lo Spirito che li spingeva alla predicazione, li spingevano a questo fatto straordinario. La loro fede si basava su un'esperienza così forte e personale di Cristo morto e risorto, che non avevano paura di nulla e di nessuno, e addirittura vedevano le persecuzioni come un motivo di onore, che permetteva loro di seguire le orme di Gesù e di assomigliare a Lui, testimoniandolo con la vita".
Il pontefice sottolinea inoltre che "questa storia della prima comunità cristiana ci dice una cosa molto importante, che vale per la Chiesa di tutti i tempi, anche per noi: quando una persona conosce veramente Gesù Cristo e crede in Lui, sperimenta la sua presenza nella vita e la forza della sua Risurrezione, e non può fare a meno di comunicare questa esperienza. E se incontra incomprensioni o avversità, si comporta come Gesù nella sua Passione: risponde con l'amore e con la forza della verità".
Pregando insieme il Regina Caeli, riprende, "chiediamo l'aiuto di Maria Santissima affinché la Chiesa in tutto il mondo annunci con franchezza e coraggio la Risurrezione del Signore e ne dia valida testimonianza con segni di amore fraterno. L'amore fraterno è la testimonianza più vicina che noi possiamo dare che Gesù è con noi vivo, che è risorto. Preghiamo in modo particolare per i cristiani che soffrono persecuzione: ma in questo tempo ci sono tanti cristiani che soffrono persecuzione, tanti, tanti! In tanti Paesi. Preghiamo per loro con amore, dal nostro cuore: sentano la presenza viva e confortante del Signore Risorto". Subito dopo il Papa si è fermato e si è fatto il segno della croce. Poi la recita del Regina Caeli e la benedizione".
Subito dopo la preghiera a Maria, il Papa ha ricordato la beatificazione avvenuta ieri a Venezia di don Luca Passi, fondatore dell'Opera laicale Santa Dorotea e dell'Istituto delle Suore Maestre di Santa Dorotea: "Rendiamo grazie a Dio per la testimonianza di questo beato". In seguito ha parlato della Giornata per l'Università Cattolica del Sacro Cuore, che si celebra oggi in Italia sul tema «Le nuove generazioni oltre la crisi». Questo ateneo, ha detto, "è nato dalla mente e dal cuore di Padre Agostino Gemelli e con un grande sostegno popolare, ha preparato migliaia e migliaia di giovani ad essere cittadini competenti e responsabili, costruttori del bene comune. Invito a sostenere sempre questo Ateneo, perché continui ad offrire alle nuove generazioni un'ottima formazione, per affrontare le sfide del tempo presente".
In conclusione i consueti saluti: "Saluto con affetto tutti i pellegrini presenti, provenienti da tanti Paesi! Le famiglie, i gruppi parrocchiali, i movimenti, i giovani. In particolare saluto il pellegrinaggio della diocesi di Siena-Colle Val d'Elsa-Montalcino, con l'arcivescovo mons. Buoncristiani. Un pensiero speciale anche per i ragazzi e le ragazze che si stanno preparando alla Cresima. A tutti voi, buona domenica e buon pranzo!".
Asianews - Alla persecuzione religiosa "bisogna rispondere come Gesù nella sua Passione: con l'amore e con la forza della verità" alle incomprensioni e avversità. È l'invito rivolto da papa Francesco ai fedeli nel corso della riflessione prima della recita del Regina Caeli. Il Papa ha commentato le pagine degli Atti degli Apostoli della liturgia della III domenica di Pasqua: "Dove trovavano i primi discepoli la forza della testimonianza, nonostante ostacoli e violente? È chiaro che solo la presenza con loro del Signore Risorto e l'azione dello Spirito Santo possono spiegare questo fatto".
A una piazza san Pietro gremita di fedeli, prima della preghiera mariana, il Papa ha detto: "Vorrei soffermarmi brevemente sulla pagina degli Atti degli Apostoli che si legge nella Liturgia di questa Terza Domenica di Pasqua. Questo testo riferisce che la prima predicazione degli Apostoli a Gerusalemme riempì la città della notizia che Gesù era veramente risorto, secondo le Scritture, ed era il Messia annunciato dai Profeti. I sommi sacerdoti e i capi della città cercarono di stroncare sul nascere la comunità dei credenti in Cristo e fecero imprigionare gli Apostoli, ordinando loro di non insegnare più nel suo nome".
Ma Pietro e gli altri Undici risposero: «Bisogna obbedire a Dio invece che agli uomini. Il Dio dei nostri padri ha risuscitato Gesù... lo ha innalzato alla sua destra come capo e salvatore... E di questi fatti siamo testimoni noi e lo Spirito Santo» (At 5,29-32). Allora fecero flagellare gli Apostoli e comandarono loro nuovamente di non parlare più nel nome di Gesù. Ed essi se ne andarono, e così dice la Scrittura, «lieti di essere stati giudicati degni di subire oltraggi per il nome di Gesù»".
Papa Francesco ha poi proseguito: "Io mi domando: dove trovavano i primi discepoli la forza per questa loro testimonianza? Non solo: da dove venivano loro la gioia e il coraggio dell'annuncio, malgrado gli ostacoli e le violenze? Non dimentichiamo che gli Apostoli erano persone semplici, non erano scribi, dottori della legge, né appartenenti alla classe sacerdotale. Come hanno potuto, con i loro limiti e avversati dalle autorità, riempire Gerusalemme con il loro insegnamento (cfr At 5,28)?".
È chiaro, dice subito dopo, "che solo la presenza con loro del Signore Risorto e l'azione dello Spirito Santo possono spiegare questo fatto. Il Signore, che era con loro, e lo Spirito che li spingeva alla predicazione, li spingevano a questo fatto straordinario. La loro fede si basava su un'esperienza così forte e personale di Cristo morto e risorto, che non avevano paura di nulla e di nessuno, e addirittura vedevano le persecuzioni come un motivo di onore, che permetteva loro di seguire le orme di Gesù e di assomigliare a Lui, testimoniandolo con la vita".
Il pontefice sottolinea inoltre che "questa storia della prima comunità cristiana ci dice una cosa molto importante, che vale per la Chiesa di tutti i tempi, anche per noi: quando una persona conosce veramente Gesù Cristo e crede in Lui, sperimenta la sua presenza nella vita e la forza della sua Risurrezione, e non può fare a meno di comunicare questa esperienza. E se incontra incomprensioni o avversità, si comporta come Gesù nella sua Passione: risponde con l'amore e con la forza della verità".
Pregando insieme il Regina Caeli, riprende, "chiediamo l'aiuto di Maria Santissima affinché la Chiesa in tutto il mondo annunci con franchezza e coraggio la Risurrezione del Signore e ne dia valida testimonianza con segni di amore fraterno. L'amore fraterno è la testimonianza più vicina che noi possiamo dare che Gesù è con noi vivo, che è risorto. Preghiamo in modo particolare per i cristiani che soffrono persecuzione: ma in questo tempo ci sono tanti cristiani che soffrono persecuzione, tanti, tanti! In tanti Paesi. Preghiamo per loro con amore, dal nostro cuore: sentano la presenza viva e confortante del Signore Risorto". Subito dopo il Papa si è fermato e si è fatto il segno della croce. Poi la recita del Regina Caeli e la benedizione".
Subito dopo la preghiera a Maria, il Papa ha ricordato la beatificazione avvenuta ieri a Venezia di don Luca Passi, fondatore dell'Opera laicale Santa Dorotea e dell'Istituto delle Suore Maestre di Santa Dorotea: "Rendiamo grazie a Dio per la testimonianza di questo beato". In seguito ha parlato della Giornata per l'Università Cattolica del Sacro Cuore, che si celebra oggi in Italia sul tema «Le nuove generazioni oltre la crisi». Questo ateneo, ha detto, "è nato dalla mente e dal cuore di Padre Agostino Gemelli e con un grande sostegno popolare, ha preparato migliaia e migliaia di giovani ad essere cittadini competenti e responsabili, costruttori del bene comune. Invito a sostenere sempre questo Ateneo, perché continui ad offrire alle nuove generazioni un'ottima formazione, per affrontare le sfide del tempo presente".
In conclusione i consueti saluti: "Saluto con affetto tutti i pellegrini presenti, provenienti da tanti Paesi! Le famiglie, i gruppi parrocchiali, i movimenti, i giovani. In particolare saluto il pellegrinaggio della diocesi di Siena-Colle Val d'Elsa-Montalcino, con l'arcivescovo mons. Buoncristiani. Un pensiero speciale anche per i ragazzi e le ragazze che si stanno preparando alla Cresima. A tutti voi, buona domenica e buon pranzo!".
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