lunedì, aprile 29, 2013
Una donna, gravemente ferita, e le sue due figlie sono nelle mani da un gruppo che le accusa di praticare la "stregoneria" in Papua Nuova Guinea.

Amnesty International - Si teme per la loro incolumità dopo che all'inizio di aprile una donna accusata di "stregoneria" era stata decapitata. La risposta della polizia si è dimostrata finora gravemente insufficiente. Secondo fonti interne al paese, la donna avrebbe riportato gravi lesioni intorno al collo a causa di un'aggressione subito intorno al 2 aprile 2013. Gli abitanti hanno bloccato le strade per impedire alle tre donne di lasciare Lopele, distretto di Bana, sud di Bougainville, per sottoporsi a cure mediche specialistiche. Le donne sono ora trattenute in un centro sanitario rudimentale da membri della comunità che le accusano di praticare la "stregoneria". La polizia ha risposto finora solo inviando un funzionario a Lopele per negoziare la liberazione delle donne.

Intorno al 4 aprile, Helen Rumbali, attivista per i diritti delle donne e insegnante, è stata decapitata davanti all'intera comunità dopo essere stata accusata di "stregoneria". La polizia, presente sul posto, ha riferito di non esser stata in grado di intervenire a causa della ostilità della folla.

A marzo, la commissione per la riforma costituzionale della Papua Nuova Guinea ha chiesto al governo di abrogare l'atto sulla stregoneria del 1971, che attualmente riduce le pene per coloro che hanno aggredito o ucciso qualcuno accusato di stregoneria.

Firma subito l'appello

"Superintendent Kamuai,

Le scrivo in quanto sostenitore di Amnesty International, l'organizzazione non governativa che dal 1961 lavora in difesa dei diritti umani, ovunque siano violati.

Chiedo alla polizia di Bougainville di utilizzare tutte le risorse disponibili per ottenere il rilascio sicuro delle tre donne attualmente detenute illegalmente a Lopele, distretto di Bana, sud di  Bougainville.

La sollecito a fornire protezione e assistenza medica a queste persone e alle loro famiglie, rispettando le loro richieste.

La esorto a condurre indagini immediate e imparziali su tutti gli attacchi e le uccisioni legati alla stregoneria affinché i responsabili siano assicurati alla giustizia.

Le chiedo di abrogare l'atto sulla stregoneria del 1971, in linea con le raccomandazione della commissione per la riforma costituzionale della Papua Nuova Guinea formulate a marzo 2013.

La ringrazio per l'attenzione."

INFORMAZIONI AGGIUNTIVE
Questo incidente è l'ultimo di una serie di attacchi perpetrati contro persone accusate di "stregoneria" in Papua Nuova Guinea, che nella maggior parte dei casi hanno portato alla condanna a morte di diverse donne. All'inizio di aprile, sei donne e un uomo sono stati spogliati da aggressori che si sono accaniti contro di loro con bastoni roventi nei loro organi genitali, dopo esser stati accusati dalla comunità di stregoneria. L'uomo è riuscito a fuggire, mentre non si hanno notizie sulla sorte delle sei donne.

A febbraio, la 20enne Kepari Leniata è stata spogliata, legata, cosparsa di benzina e bruciata viva dai parenti di un giovane ragazzo che sostenevano che avesse usato la stregoneria per ucciderlo. Due persone sono state incriminate.

La relatrice speciale delle Nazioni Unite sulla violenza contro le donne ha fatto notare che le donne, in particolare le vedove e quelle senza una famiglia che le protegga, sono colpite, in modo sproporzionato, dalla violenza legata alla "stregoneria" in Papua Nuova Guinea.

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