Antonio Tricarico, Re:Common per greenreport.it
GreenReport - Un'assemblea partecipata da realtà provenienti da tutta Italia ha fondato a Firenze il "Forum per una finanza pubblica e sociale". Obiettivo del Forum lavorare in tutto il Paese affinché la finanza pubblica torni ad essere al servizio dei bisogni dei cittadini e delle cittadine e non una mera leva speculativa per i poteri economici. Tra i promotori del Forum AttacItalia, Rivolta il debito e Re:common, realtà nazionali che negli ultimi mesi hanno censito sul campo i bisogni provenienti dai territori del nostro paese in lotta contro l'impatto delle politiche di austerità e contro le ricette proposte per tornare a crescere economicamente, in primis le grandi infrastrutture dai dubbi impatti ambientali e sociali. In tutti i casi le lotte locali si scontrano sempre contro la litania istituzionale del "non si sono i soldi" secondo cui bisognerebbe ineludibilmente privatizzare l'acqua e i beni comuni o permettere al privato ed i mercati di finanziare a condizioni convenienti solo al loro il "nostro sviluppo" con grandi opere e nuove liberalizzazioni.
In realtà i soldi ci sono e tanti, e questo è stato ribadito alla nascita del Forum. Questo si focalizzerà volutamente su due questioni dirimenti per poter consentire che politiche economiche, sociali ed ambientali di segno opposto a quelle attuali possano essere attuate e finanziate: come uscire dalla trappola del debito con soluzioni diverse dall'austerità e l'incondizionato ripagamento ai creditori; e come tornare ad investimenti pubblici di lungo termine incanalando anche risorse private, quali il risparmio postale di 12 milioni di famiglie, fuori però dalla logica dei mercati finanziari e delle banche private così da soddisfare le tante esigenze disperate di credito nella società. Dagli enti locali sull'orlo del fallimento alle piccole e medie imprese che chiudono, dalle imrpese recuperate dagli operai - come la RiMaflow di Trezzano sul Naviglio - ai beni comuni e la riconversione industriale chiacchierata e mai praticata. Chi infatti, se non una banca pubblica di investimenti, può finanziare la bonifica di aree industriali come l'Ilva e la loro ricoversione ecologica, nonché la messa in sicurezza del dissesto idrogeologico del paese o la ripubblicizzazione dell'acqua come richiesto da 27 milioni di italiani con il referendum del giugno 2011?
L'assemblea di Firenze ha perciò approvato la scelta di mettere in campo due iniziative di leggi di iniziativa popolare nei prossimi mesi: la prima sulla socializzazione e ripubblicizzazione della Cassa Depositi e Prestiti (Cdp), escludendo le fondazioni bancarie dalla governance dell'istituzione, e la seconda sull'auditoria popolare e indipendente dei bilanci pubblici, ad iniziare dal debito degli enti locali. Nel fare questo il "Forum per una finanza pubblica e sociale" ha l'ambizione di non creare duplicazioni con i tanti forum e movimenti già esistenti ed adottare uno stile di lavoro aperto e inclusivo per mettere insieme il livello locale a quello nazionale: le tante vertenze locali (acqua, beni comuni, grandi opere, difesa del territorio, occupazioni, lavoro, sanitá, ed altre) disporranno così di competenze e strumenti condivisi e saranno motore delle iniziative nazionali.
La prima uscita pubblica del Forum è prevista per il 16, 17 e 18 maggio quando in tutta Italia si terranno iniziative di informazione e sensibilizzazione sui temi della finanza pubblica. L'obiettivo è proprio quello di stringere ulteriormente i legami con le tante vertenze locali proponendo in positivo una via di uscita nazionale che apra finalmente lo spazio necessario per consentire una riappropriazione sociale da parte degli attori sociali dei territori del loro modello di sviluppo. Particolare attenzione sarà rivolta ai cittadini risparmiatori postali, alle piccole e medie imprese senza credito, ai movimenti per la ripubblicizzazione dell'acqua e dei beni comuni, ma soprattutto agli enti locali, oggi con il cappio del patto di stabilità al collo. Se la Cdp tornasse da subito a prestare a tassi agevolati a questi eviteremmo nuove privatizzazioni e li salveremmo dalla bancarotta, e con loro i servizi pubblici fondamentali per la popolazione. Difficile che senza la spinta popolare però la Cdp cambi. Infatti il vuoto istituzionale ha portato la scorsa settimana ad una conferma illegittima, da parte di un governo tecnico uscente e screditato dalle urne, di Franco Bassanini, discusso privatizzatore della politica italiana, alla Presidenza della Cassa. Una decisione che la dice lunga su quali interessi controllano oggi la principale istituzione italiana di finanza pubblica, che va ripubblicizzata e socializzata al più presto, esodando possibilmente i vertici attuali.
GreenReport - Un'assemblea partecipata da realtà provenienti da tutta Italia ha fondato a Firenze il "Forum per una finanza pubblica e sociale". Obiettivo del Forum lavorare in tutto il Paese affinché la finanza pubblica torni ad essere al servizio dei bisogni dei cittadini e delle cittadine e non una mera leva speculativa per i poteri economici. Tra i promotori del Forum AttacItalia, Rivolta il debito e Re:common, realtà nazionali che negli ultimi mesi hanno censito sul campo i bisogni provenienti dai territori del nostro paese in lotta contro l'impatto delle politiche di austerità e contro le ricette proposte per tornare a crescere economicamente, in primis le grandi infrastrutture dai dubbi impatti ambientali e sociali. In tutti i casi le lotte locali si scontrano sempre contro la litania istituzionale del "non si sono i soldi" secondo cui bisognerebbe ineludibilmente privatizzare l'acqua e i beni comuni o permettere al privato ed i mercati di finanziare a condizioni convenienti solo al loro il "nostro sviluppo" con grandi opere e nuove liberalizzazioni.
In realtà i soldi ci sono e tanti, e questo è stato ribadito alla nascita del Forum. Questo si focalizzerà volutamente su due questioni dirimenti per poter consentire che politiche economiche, sociali ed ambientali di segno opposto a quelle attuali possano essere attuate e finanziate: come uscire dalla trappola del debito con soluzioni diverse dall'austerità e l'incondizionato ripagamento ai creditori; e come tornare ad investimenti pubblici di lungo termine incanalando anche risorse private, quali il risparmio postale di 12 milioni di famiglie, fuori però dalla logica dei mercati finanziari e delle banche private così da soddisfare le tante esigenze disperate di credito nella società. Dagli enti locali sull'orlo del fallimento alle piccole e medie imprese che chiudono, dalle imrpese recuperate dagli operai - come la RiMaflow di Trezzano sul Naviglio - ai beni comuni e la riconversione industriale chiacchierata e mai praticata. Chi infatti, se non una banca pubblica di investimenti, può finanziare la bonifica di aree industriali come l'Ilva e la loro ricoversione ecologica, nonché la messa in sicurezza del dissesto idrogeologico del paese o la ripubblicizzazione dell'acqua come richiesto da 27 milioni di italiani con il referendum del giugno 2011?
L'assemblea di Firenze ha perciò approvato la scelta di mettere in campo due iniziative di leggi di iniziativa popolare nei prossimi mesi: la prima sulla socializzazione e ripubblicizzazione della Cassa Depositi e Prestiti (Cdp), escludendo le fondazioni bancarie dalla governance dell'istituzione, e la seconda sull'auditoria popolare e indipendente dei bilanci pubblici, ad iniziare dal debito degli enti locali. Nel fare questo il "Forum per una finanza pubblica e sociale" ha l'ambizione di non creare duplicazioni con i tanti forum e movimenti già esistenti ed adottare uno stile di lavoro aperto e inclusivo per mettere insieme il livello locale a quello nazionale: le tante vertenze locali (acqua, beni comuni, grandi opere, difesa del territorio, occupazioni, lavoro, sanitá, ed altre) disporranno così di competenze e strumenti condivisi e saranno motore delle iniziative nazionali.
La prima uscita pubblica del Forum è prevista per il 16, 17 e 18 maggio quando in tutta Italia si terranno iniziative di informazione e sensibilizzazione sui temi della finanza pubblica. L'obiettivo è proprio quello di stringere ulteriormente i legami con le tante vertenze locali proponendo in positivo una via di uscita nazionale che apra finalmente lo spazio necessario per consentire una riappropriazione sociale da parte degli attori sociali dei territori del loro modello di sviluppo. Particolare attenzione sarà rivolta ai cittadini risparmiatori postali, alle piccole e medie imprese senza credito, ai movimenti per la ripubblicizzazione dell'acqua e dei beni comuni, ma soprattutto agli enti locali, oggi con il cappio del patto di stabilità al collo. Se la Cdp tornasse da subito a prestare a tassi agevolati a questi eviteremmo nuove privatizzazioni e li salveremmo dalla bancarotta, e con loro i servizi pubblici fondamentali per la popolazione. Difficile che senza la spinta popolare però la Cdp cambi. Infatti il vuoto istituzionale ha portato la scorsa settimana ad una conferma illegittima, da parte di un governo tecnico uscente e screditato dalle urne, di Franco Bassanini, discusso privatizzatore della politica italiana, alla Presidenza della Cassa. Una decisione che la dice lunga su quali interessi controllano oggi la principale istituzione italiana di finanza pubblica, che va ripubblicizzata e socializzata al più presto, esodando possibilmente i vertici attuali.
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