Come era facile prevedere, il primo giro di votazioni è stata di fatto una fumata nera. Il prossimo intorno è alle 15.00.
La Presidente della Camera Laura Boldrini legge uno ad uno i nomi votati questa mattina durante la prima tornata di votazioni. La lotta sembra davvero ardua e, tra spaccature ed accuse di inciucio, i nomi più gettonati sono Franco Marini e Stefano Rodotà. E’ proprio Franco Marini il nome che più sembra (o sembrava) mettere d’accordo Pd, Pdl e Scelta Civica. Conquista però solo 521 voti, ancora troppo pochi. Intervistato questa mattina Marini ha affermato: “Spero si possa fare bene. Oggi De Mita mi ha fatto una telefonata, mi ha fatto molto piacere. L’augurio è che il mio partito possa ritrovare una forte unità”. E quando gli si parla di una possibile scissione del Pd, lui risponde: “Scissione? Ma quale scissione!”.
Eppure il Pd sembra effettivamente spaccarsi quando si parla di decidere il nome del nuovo Presidente della Repubblica. L’accordo su Marini ha destato l’ira di Sel: sarebbero quindi 45 voti tolti a Marini e destinati al giurista Rodotà. Sarebbero da togliere anche i voti dei renziani, contrari all’ex leader Cisl. Chi invece non avrebbe dubbi è la Lega (59 voti), che ha optato per Franco Marini. “Avremmo votato Dal Lago, ma i nostri 40 voti sarebbero stati solo una testimonianza a una brava amministratrice” spiega il capogruppo al Senato Bitonci. La stessa scelta sarebbe sostenuta dai montiani. Invece per quanto riguarda il Movimento 5 Stelle, i votanti sono compatti: Stefano Rodotà. Tra Camera e Senato sono 164 voti per il giurista da parte dei grillini, ma Rodotà ne ha avuti di più: 240.
L’ordine di votazione è stato il seguente: prima i senatori, poi i deputati e quindi i delegati delle Regioni, tutti per ordine alfabetico. Non mancano le sorprese: c’è chi, anziché votare per Franco Marini, ha votato per Valeria Marini, chi per Mara Carfagna (che non ha i requisiti) o per Giulio Napolitano (figlio di Giorgio), anch’egli senza requisiti. Qualcuno addirittura scrive il nome di Veronica Lario, ex moglie di Silvio Berlusconi. Parecchie le schede bianche. Per vincere, Franco Marini, o chi per lui, ha bisogno di almeno 672 voti su 1007, ma il Pdl non voterebbe ancora Marini al secondo turno. Questo sconvolgerebbe tutte le carte in tavola.
La Presidente della Camera Laura Boldrini legge uno ad uno i nomi votati questa mattina durante la prima tornata di votazioni. La lotta sembra davvero ardua e, tra spaccature ed accuse di inciucio, i nomi più gettonati sono Franco Marini e Stefano Rodotà. E’ proprio Franco Marini il nome che più sembra (o sembrava) mettere d’accordo Pd, Pdl e Scelta Civica. Conquista però solo 521 voti, ancora troppo pochi. Intervistato questa mattina Marini ha affermato: “Spero si possa fare bene. Oggi De Mita mi ha fatto una telefonata, mi ha fatto molto piacere. L’augurio è che il mio partito possa ritrovare una forte unità”. E quando gli si parla di una possibile scissione del Pd, lui risponde: “Scissione? Ma quale scissione!”.
Eppure il Pd sembra effettivamente spaccarsi quando si parla di decidere il nome del nuovo Presidente della Repubblica. L’accordo su Marini ha destato l’ira di Sel: sarebbero quindi 45 voti tolti a Marini e destinati al giurista Rodotà. Sarebbero da togliere anche i voti dei renziani, contrari all’ex leader Cisl. Chi invece non avrebbe dubbi è la Lega (59 voti), che ha optato per Franco Marini. “Avremmo votato Dal Lago, ma i nostri 40 voti sarebbero stati solo una testimonianza a una brava amministratrice” spiega il capogruppo al Senato Bitonci. La stessa scelta sarebbe sostenuta dai montiani. Invece per quanto riguarda il Movimento 5 Stelle, i votanti sono compatti: Stefano Rodotà. Tra Camera e Senato sono 164 voti per il giurista da parte dei grillini, ma Rodotà ne ha avuti di più: 240.
L’ordine di votazione è stato il seguente: prima i senatori, poi i deputati e quindi i delegati delle Regioni, tutti per ordine alfabetico. Non mancano le sorprese: c’è chi, anziché votare per Franco Marini, ha votato per Valeria Marini, chi per Mara Carfagna (che non ha i requisiti) o per Giulio Napolitano (figlio di Giorgio), anch’egli senza requisiti. Qualcuno addirittura scrive il nome di Veronica Lario, ex moglie di Silvio Berlusconi. Parecchie le schede bianche. Per vincere, Franco Marini, o chi per lui, ha bisogno di almeno 672 voti su 1007, ma il Pdl non voterebbe ancora Marini al secondo turno. Questo sconvolgerebbe tutte le carte in tavola.
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