L’8 aprile la Giornata Internazionale dei Rom e Sinti 2013
di Mons. Giancarlo Perego
La Giornata Internazionale dei Rom e dei Sinti, che si celebra l’8 aprile, ritorna ogni anno a provo-care sulla storia e sulla vita di un popolo europeo che conosce ancora molte discriminazioni e umi-liazioni, mentre non viene riconosciuto il tesoro che custodisce. In Italia, in questi ultimi dieci anni, è cresciuta l’ostilità, il rifiuto di questo popolo. Un’indagine decennale sui valori degli italiani, pubblicata recentemente dall’Università Cattolica, ha sottolineato questa crescente distanza nei con-fronti dei Rom, persone che il maggior numero degli italiani non vorrebbe come vicini di casa. Così come anche l’Unar registra nei confronti dei Rom la percentuale maggiore di discriminazioni nel nostro Paese. Nel tesoro che i Rom e i Sinti custodiscono, che in questa Giornata internazionale si desidera ricordare, c’è certamente l’attenzione e la cura della vita. Il popolo rom in Italia è un popolo di bambini, ragazzi e giovani. Le famiglie rom sono aperte alla vita. L’anziano rom è al centro della vita familiare e sociale. La Chiesa che cammina con i Rom, è chiamata a riconoscere questo tesoro di vita e, nello stesso tempo, aiutare la città e la società a salvaguardarlo. Nell’udienza al popolo rom e sinto, l’11 giugno 2011, Benedetto XVI aveva ricordato loro come “la ricerca di alloggi e lavoro dignitosi e di istruzione per i figli sono le basi su cui costruire quell’integrazione da cui trarrete beneficio voi e l’intera società. Date anche voi la vostra fattiva e leale collaborazione, affinché le vostre famiglie si collochino degnamente nel tessuto civile europeo! Numerosi tra voi sono i bambini e i giovani che desiderano istruirsi e vivere con gli altri e come gli altri. A loro guardo con particolare affetto, convinto che i vostri figli hanno diritto a una vita migliore. Sia il loro bene la vostra più grande aspirazione! Custodite la dignità e il valore delle vostre famiglie, piccole Chiese domestiche, perché siano vere scuole di umanità”. Troppe volte ancora, anche nel nostro Paese, i figli dei Rom, anziché essere riconosciuti e tutelati sono esposti ad adozioni arbitrarie, strappati alle loro famiglie. Troppe volte gli sgomberi non tutelano il diritto alla casa e alla scuola dei minori. Troppe volte le famiglie e i bambini rom non hanno pari opportunità. I Rom e i Sinti, 12 milioni in Europa e 170.000 in Italia, sono un popolo della vita che insegna alla nostra cultura e società la centralità della persona e la precedenza delle persone alle cose. Sono ‘i poveri’ – tra quelli ricordati da Papa Francesco nel suo magistero di queste prime settimane di pontificato - che oggi invitano ‘i grandi’ a non perdere i valori fondamentali su cui costruire il futuro delle nostre famiglie e città.
di Mons. Giancarlo Perego
La Giornata Internazionale dei Rom e dei Sinti, che si celebra l’8 aprile, ritorna ogni anno a provo-care sulla storia e sulla vita di un popolo europeo che conosce ancora molte discriminazioni e umi-liazioni, mentre non viene riconosciuto il tesoro che custodisce. In Italia, in questi ultimi dieci anni, è cresciuta l’ostilità, il rifiuto di questo popolo. Un’indagine decennale sui valori degli italiani, pubblicata recentemente dall’Università Cattolica, ha sottolineato questa crescente distanza nei con-fronti dei Rom, persone che il maggior numero degli italiani non vorrebbe come vicini di casa. Così come anche l’Unar registra nei confronti dei Rom la percentuale maggiore di discriminazioni nel nostro Paese. Nel tesoro che i Rom e i Sinti custodiscono, che in questa Giornata internazionale si desidera ricordare, c’è certamente l’attenzione e la cura della vita. Il popolo rom in Italia è un popolo di bambini, ragazzi e giovani. Le famiglie rom sono aperte alla vita. L’anziano rom è al centro della vita familiare e sociale. La Chiesa che cammina con i Rom, è chiamata a riconoscere questo tesoro di vita e, nello stesso tempo, aiutare la città e la società a salvaguardarlo. Nell’udienza al popolo rom e sinto, l’11 giugno 2011, Benedetto XVI aveva ricordato loro come “la ricerca di alloggi e lavoro dignitosi e di istruzione per i figli sono le basi su cui costruire quell’integrazione da cui trarrete beneficio voi e l’intera società. Date anche voi la vostra fattiva e leale collaborazione, affinché le vostre famiglie si collochino degnamente nel tessuto civile europeo! Numerosi tra voi sono i bambini e i giovani che desiderano istruirsi e vivere con gli altri e come gli altri. A loro guardo con particolare affetto, convinto che i vostri figli hanno diritto a una vita migliore. Sia il loro bene la vostra più grande aspirazione! Custodite la dignità e il valore delle vostre famiglie, piccole Chiese domestiche, perché siano vere scuole di umanità”. Troppe volte ancora, anche nel nostro Paese, i figli dei Rom, anziché essere riconosciuti e tutelati sono esposti ad adozioni arbitrarie, strappati alle loro famiglie. Troppe volte gli sgomberi non tutelano il diritto alla casa e alla scuola dei minori. Troppe volte le famiglie e i bambini rom non hanno pari opportunità. I Rom e i Sinti, 12 milioni in Europa e 170.000 in Italia, sono un popolo della vita che insegna alla nostra cultura e società la centralità della persona e la precedenza delle persone alle cose. Sono ‘i poveri’ – tra quelli ricordati da Papa Francesco nel suo magistero di queste prime settimane di pontificato - che oggi invitano ‘i grandi’ a non perdere i valori fondamentali su cui costruire il futuro delle nostre famiglie e città.
Tweet |
Sono presenti 0 commenti
Inserisci un commento
Gentile lettore, i commenti contententi un linguaggio scorretto e offensivo verranno rimossi.