lunedì, aprile 29, 2013
Uno dei carabinieri feriti durante la sparatoria di domenica a Palazzo Chigi rischia la paralisi. I medici del policlinico Umberto I scioglieranno la prognosi solo nelle prossime ore. Il responsabile, Luigi Preiti di 49 anni, ha confessato di aver sparato, spiegando però che il suo obiettivo erano i politici. Enrico Letta, neo-premier si è recato in visita al brigadiere ferito. “Quando si incitano le persone a dare assalto alle istituzioni, si creano queste situazioni” è stato il monito di Silvio Berlusconi, che ha commentato l’accaduto.

Roma (YouReporterNews) – Resta riservata, secondo i medici del policlinico Umberto I di Roma, la prognosi del carabiniere ferito nel corso della sparatoria a Palazzo Chigi domenica mattina, durante il giuramento del governo Letta al Quirinale. Il brigadiere 50enne Giuseppe Giangrande ha riportato una ferita al collo, con una lesione alla colonna vertebrale cervicale, un “danno midollare importante”, secondo i medici, la cui entità e conseguenze potranno essere stabilite solo nelle prossime ore. Domenica sera il militare è stato sottoposto ad intervento chirurgico. Per il direttore del Dea, Claudio Modini, le condizioni di Giuseppe Giangrande sono stazionarie. “Non abbiamo registrato nessun peggioramento del quadro clinico. Il paziente ha trascorso una notte tranquilla, considerando che è sedato ed intubato”. E' “molto vigile e lascia intendere di capire quello che gli viene chiesto”, spiega il direttore del reparto di Neurochirurgia del Policlinico Umberto I, Antonio Santoro, a SkyTg24. “Valuteremo se le condizioni respiratorie siano ottimali per togliere l’intubazione o praticare una tracheotomia”, aggiunge. Resta la prognosi riservata di 72 ore dichiarata domenica.

L’altro carabiniere ferito, Francesco Negri di 30 anni, ha riportato una frattura alla gamba, ma è fuori pericolo. L’autore della sparatoria, il 49enne Luigi Preiti originario di Rosarno in Calabria, è stato fermato dalle forze dell’ordine ed ha ammesso di essere l’autore della sparatoria, precisando però che suo obiettivo erano i politici, ma che non essendo riuscito ad avvicinarli ha estratto la beretta, poi recuperata ed esploso i colpi d’arma da fuoco contro le forze dell’ordine.

Il pm di Roma, Pierfilippo Laviani ha spiegato così la versione resa da Preiti: “è un uomo pieno di problemi che ha perso il lavoro, aveva perso tutto, era dovuto tornare in famiglia: era disperato". Voleva sparare sui politici, ha spiegato Laviani. “Ha confessato tutto. Non sembra una persona squilibrata”. Preiti ha poi riferito di aver meditato il gesto 20 giorni fa e di aver acquistato l’arma al mercato nero di Alessandria, dove si era trasferito per motivi i lavoro, alcuni anni fa.

Al Quirinale sono state rafforzate le misure di sicurezza e l’area intorno a Palazzo Chigi è stata blindata. Le scorte per i ministri e le più alte cariche istituzionali verranno aumentate, dopo l’accaduto.

Enrico Letta, neo presidente del Consiglio, si è recato domenica sera al policlinico Umberto I, dov’è ricoverato il carabiniere ferito gravemente, per porgli visita.

L’ex moglie di Luigi Preiti, Ivana Dan, uscendo questa mattina dalla sua abitazione di Predosa, in provincia di Alessandria, parlando con i giornalisti ha chiesto scusa alle famiglie dei carabinieri feriti durante la sparatoria a palazzo Chigi. “Non è mai stato violento”, ha detto parlando dell’attentatore.

Secondo il leader del Pdl, Silvio Berlusconi, la sparatoria “è stata un fatto grave, ma l’ordine pubblico, nonostante la crisi economica, non è mai stato in pericolo né ora né in passato, né lo deve essere”. Parlando a “La telefonata” di Belpietro, Berlusconi ha aggiunto: “quando si gioca con il fuoco inveendo contro tutto e tutti succedono cose come questa”. Berlusconi non fa nomi ma osserva che la sparatoria di ieri è anche frutto del clima che si crea “quando si incitano le persone a dare l’assalto alle istituzioni”. “Il nostro pensiero deve andare ai due carabinieri feriti e la nostra solidarietà ai loro familiari”, continua l'ex premier e conclude, “invito ancora una volta gli italiani a non cedere a campagne di odio: io ne sono stato bersaglio per vent’anni e ne ho conosciuto, purtroppo, le conseguenze”.


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