mercoledì, aprile 17, 2013
Cacerolazo contro cohetazo, protesta a suon di pentole contro il lancio di razzi ‘bolivariano’: è tornato nelle strade nelle ultime ore il confronto tra sostenitori del candidato della destra, Henrique Capriles, e il delfino di Hugo Chávez, Nicolás Maduro, vincitore delle elezioni di domenica con meno di due punti percentuali sullo sfidante, secondo i risultati del Consiglio nazionale elettorale (Cne).  

Misna - A Caracas il rumore delle pentole si è alternato a petardi e fuochi d’artificio “per la pace e la rivoluzione” ma non sono stati segnalati incidenti di rilievo dopo le violenze denunciate dalla procuratrice generale dello Stato, Luisa Ortega, che ha riferito di sette morti, 61 feriti e 135 arresti in diversi episodi accaduti in altrettante zone del paese. La tensione resta alta soprattutto nella Gran Caracas, il cono urbano della capitale di cui fanno parte anche alcuni municipi colpiti da scontri e attacchi a sedi istituzionali dell’attiguo Stato di Miranda, governato da Capriles. Fra Maduro e Capriles si sono ripetuti scambi di accuse sulle responsabilità della violenza, innescata, lunedì sera, dalla proclamazione del successore di Chávez da parte del Cne. Maduro ha promesso “mano dura contro il fascismo e l’intolleranza” e annunciato che non sarà permessa la marcia organizzata oggi nel centro di Caracas da Capriles per portare al Cne la richiesta di procedere a un nuovo conteggio dei voti “al 100%” (e non al 54%, come si fa solitamente) istanza al centro del confronto politico. Capriles ha infine rinunciato alla manifestazione di oggi.

Sia la procuratrice capo che il presidente dell’Assemblea nazionale e vice-presidente del partito di governo Psuv, Diosdado Cabello, hanno annunciato “verifiche di ordine penale” sulle presunte responsabilità di Capriles che ieri sera, in una conferenza stampa, ha presentato quelle che sostiene essere le prove di una frode, reiterando che Maduro a suo dire è “illegittimo”. Maduro ha lanciato un appello alla popolazione chiedendo che scenda in piazza per appoggiarlo in occasione della cerimonia di investitura prevista venerdì, a cui parteciperanno, fra gli altri, l’argentina Cristina Fernández, l’iraniano Mahmud Ahmadineyad, il boliviano Evo Morales e il nicaraguense Daniel Ortega.

Nel frattempo è arrivato il riconoscimento della Spagna alla vittoria di Maduro dopo la cautela mostrata da Madrid, che come altre cancellerie occidentali – in testa gli Stati Uniti – appoggia la richiesta di un nuovo conteggio dei voti. Il Venezuela aveva protestato al livello diplomatico per le dichiarazioni rilaciate lunedì dal ministro degli Esteri spagnolo José Manuel García-Margallo che aveva auspicato buone relazioni bilaterali “chiunque sia il vincitore” chiedendo un nuovo spoglio delle schede; un “disconoscimento implicito” della vittoria del candidato chavista che aveva anche ammonito sul rischio di “misure esemplari” nei confronti di Madrid.


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