mercoledì, maggio 01, 2013
La Corte europea dei diritti umani ritiene illegale la decisione delle autorità ucraine di sottoporre Julia Timoshenko al carcere preventivo. Non vi erano sufficienti motivi, sostiene infatti la Corte, per rinchiudere in carcere prima del processo l'ex premier. Ce ne parla Giuseppe D’Amato: ascolta 

Radio Vaticana - Da settimane a Kiev non si aspettava altro. Puntuale oggi è stato reso pubblico il verdetto della Corte di Strasburgo. La Timoshenko è stata sottoposta arbitrariamente ed illegalmente al carcere preventivo durante il processo in cui è stata condannata a 7 anni di reclusione. Il suo diritto di fare ricorso contro quella detenzione è stato violato. I giudici non hanno, però, riconosciuto che l’ex premier sia stata sottoposta ad un trattamento inumano e degradante. L’avvocato della Timoshenko ha chiesto l’immediato rilascio della sua assistita; la figlia Evghenija ha parlato di prima vittoria. All’Europarlamento si sono levate voci a sostegno dell’ex premier. In Ucraina il presidente Janukovich è partito per le vacanze. Non si hanno per ora sue reazioni. I deputati del partito della Timoshenko hanno ribadito la motivazione politica della condanna della loro leader. Kiev dovrà comunque prendere presto una qualche decisione altrimenti la firma dell’accordo di Associazione all’Unione europea aspetterà ancora.

È presente 1 commento

Anonimo ha detto...

Era ora! Spero per Julia che sia l'inizio della fine di un incubo e che la scarcerino subito.Colombo

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