Fiorella Mannoia, durante il congresso del Conseil Mondial du Panafricanisme (Co.Mo.Pa) che si è tenuto ad Ouidah, in Benin, è stata insignita del titolo di Cavaliere dell'ordine del Co.Me.Pa.
GreenReport - L'onorificenza le è stata consegnata dal presidente del Co.Ma.Pa, Honorat Aguessy, «Per il Suo ammirabile contributo alla diffusione della conoscenza del Continente Africano a livello internazionale grazie alla Sua notorietà, alla Sua musica e al Suo impegno personale a favore della valorizzazione della figura del Presidente Thomas Sankara, celebre Panafricanista, e questo grazie ai Suoi numerosi concerti nel mondo. Il Suo impegno a fianco dei bambini e delle donne meritano il nostro rispetto e ammirazione per Lei che ha tanto a cuore il Continente Africano». Il titolo di Cavaliere del Consiglio Mondiale di Panafricanismo e' stato assegnato in passato a personalità quali Kofi Annan, Boutros Boutros-Ghali e Nelson Mandela ed è solitamente riservato a Capi di Stato e leader africani.
Ecco il testo dell'intervento di Fiorella Mannoia al Congresso Co.Me.Pa.
Sono molto onorata di ricevere questo riconoscimento e ringrazio con il cuore tutti coloro che hanno proposto questa mia candidatura e il presidente, professore Honorat Aguessy per avermela concessa. Sapere che questo riconoscimento mi è stato assegnato per aver parlato di Thomas Sankará nel mio paese, è per me motivo di grande gioia e emozione. La mia presenza qui è la conferma che Thomas Sankará aveva ragione quando affermava che le idee non si uccidono, non si possono fermare, camminano con le proprie gambe, passano di bocca in bocca, varcano i confini e c'è la possibilità che arrivino anche in un paese così lontano da qui, come l'Italia e che vengano divulgate da una donna con i capelli rossi che di mestiere fa la cantante e che dedica un progetto, un disco, una lunga tournee al Sud del mondo e a questo grande uomo, esempio di rigore, di onestà, di integrità morale per tutti noi. Ho conosciuto quest'uomo straordinario che ammetto, non conoscevo, come quasi nessuno dei miei connazionali, attraverso i racconti degli amici musicisti Africani che ho conosciuto per la realizzazione di questo mio lavoro, come il fratello Gabin Dabiré dal quale ho saputo quasi tutto quello che so su l'Africa, ho letto libri che lo riguardano, ho ascoltato i suoi discorsi ai vari congressi a cui ha partecipato, Parlando tra molto atro, delle donne, dell'emancipazione delle donne come cuore del problema universale, non solo africano, sul debito, sulla fratellanza, sull'importanza della cultura come grande mezzo di libertà e quei discorsi, così lucidi e appassionati hanno risvegliato in me il sogno della speranza di una politica con la P maiuscola, in cui la dignità dell'uomo viene posta al primo posto dei valori umani.
Sono sempre stata attratta dal Sud, a cominciare da quello del mio paese , ho sempre constatato che il Sud del mondo divide lo stesso triste destino, compreso quello Italiano o come l'America Latina: sempre depredato, derubato, saccheggiato e abbandonato a se stesso. L'Africa però apre un capitolo a parte su questa triste storia dell'umanità, una storia che si cerca in tutti i modi di occultare, di far dimenticare che è la storia dell'Olocausto che ha subito, di cui nessuno parla più, (se mai ne hanno parlato), ed è molto toccante fare questo discorso qui a pochi metri da quella "Porta del non ritorno" in questo paese crocevia di dolore e spiritualità, ma 45 milioni di deportati pesano sulla coscienza dell'Occidente intero e penso che l'Africa meriti anche lei un "Giorno Della Memoria" in cui il mondo intero ricordi e le chieda scusa per tutto questo.
Ancora oggi il continente più povero del pianeta mantiene, con le sue risorse, (saccheggiate) il nostro opulento Occidente, il nostro benessere si poggia sullo sfruttamento dei paesi che chiamano...."in via di sviluppo" ma ai quali questo sviluppo è di fatto sistematicamente negato, e di milioni di esseri umani del sud del mondo e dell'Africa in particolare.
L'Occidente sta attraversando uno dei suoi periodi più bui. Se il comunismo è fallito, anche il capitalismo è fallito, il sistema sta implodendo, stiamo attraversando una grande crisi economica, ma non solo, anche una crisi etica, morale, culturale, e penso sia ora che si cominci a pensare a ridisegnare questo pianeta e a metterci in testa che non è possibile continuare ad accettare che il 20% dell'umanità decida sulla vita e sulla morte del restante 80% di esseri umani, cominciando a redistribuire le risorse smettendo di prendere senza lasciare niente in cambio, lo dovrà fare perché arriverà il giorno, sempre per ricordare le parole di Sankarà in cui " i poveri e gli esclusi impediranno ai ricchi di mangiare tranquillamente".
Io penso che in questa crisi globale, se ci sarà qualcosa di nuovo all'orizzonte, non so come, non so quando, ma sono certa verrà da Sud. L'America Latina ci sta provando, con estrema fatica a liberarsi dal giogo occidentale che da secoli strangola ogni autonomia, e sono certa che anche l'Africa piano piano ce la farà. Certo sarà una battaglia difficile, perché dovrà combattere contro l'avidità umana, che è il peggiore di tutti i mali, avidità che l'Africa conosce molto bene, come ben hanno dimostrato le colonizzazioni in questi secoli e le multinazionali che ancora oggi, succhiano risorse a questo ricco sottosuolo, devastando interi ecosistemi e riducendo sul lastrico la già difficile vita di milioni di persone, come dimostrano le trivellazioni nel Delta del Niger, l'estrazione del coltan in Congo e tutte le risorse che voi conoscete meglio di me. Sarà una battaglia dura ma che si combatterà, io penso, con l'unica arma che fa davvero paura, la più micidiale, la più temuta, la più osteggiata, la più ostacolata nella storia dell'umanità, che è l'arma della conoscenza, della cultura, della scuola, è questa la grande sfida che l'Africa e non solo l'Africa, si appresta a fare, perché solo ritrovando l'orgoglio di noi stessi, delle nostre radici, delle nostre tradizioni e soprattutto la verità della nostra storia, potremmo davvero come diceva Sankará "vivere liberi e vivere degni". E noi, e parlo al plurale perché, nonostante ci sia nel mio paese qualche rigurgito odioso di intolleranza, siamo in tanti ad amare la giustizia, i diritti dell'uomo e questa Terra, che è madre di tutta l'umanità, noi saremo con voi, non sarete soli . Permettetemi di concludere con una dedica: dedico questo riconoscimento alla mia amica sorella Odile Sankará e a tutta la sua famiglia. Ai miei amici fratelli Gabin Dabiré Roger Sessou, Athanase Guelly.. Ella Armstrong mia nuova amica e collega. E a tutte le donne Africane che portano sulle spalle il peso della vita, perché acqua e figli sono l'essenza della vita stessa, e che mi ricordano tanto il mito greco di Atlante che era raffigurato come un uomo curvo che teneva sulle spalle il peso del mondo, ecco io penso che quello sia un errore storico, Atlante non era un uomo, Atlante era una donna e mi piace pensare ad una donna Africana. Grazie presidente, grazie a tutti voi e che Dio, qualsiasi Esso sia, o siano, (considerare anche il plurale è d'obbligo in questi luoghi) benedica gli esseri umani.
GreenReport - L'onorificenza le è stata consegnata dal presidente del Co.Ma.Pa, Honorat Aguessy, «Per il Suo ammirabile contributo alla diffusione della conoscenza del Continente Africano a livello internazionale grazie alla Sua notorietà, alla Sua musica e al Suo impegno personale a favore della valorizzazione della figura del Presidente Thomas Sankara, celebre Panafricanista, e questo grazie ai Suoi numerosi concerti nel mondo. Il Suo impegno a fianco dei bambini e delle donne meritano il nostro rispetto e ammirazione per Lei che ha tanto a cuore il Continente Africano». Il titolo di Cavaliere del Consiglio Mondiale di Panafricanismo e' stato assegnato in passato a personalità quali Kofi Annan, Boutros Boutros-Ghali e Nelson Mandela ed è solitamente riservato a Capi di Stato e leader africani.
Ecco il testo dell'intervento di Fiorella Mannoia al Congresso Co.Me.Pa.
Sono molto onorata di ricevere questo riconoscimento e ringrazio con il cuore tutti coloro che hanno proposto questa mia candidatura e il presidente, professore Honorat Aguessy per avermela concessa. Sapere che questo riconoscimento mi è stato assegnato per aver parlato di Thomas Sankará nel mio paese, è per me motivo di grande gioia e emozione. La mia presenza qui è la conferma che Thomas Sankará aveva ragione quando affermava che le idee non si uccidono, non si possono fermare, camminano con le proprie gambe, passano di bocca in bocca, varcano i confini e c'è la possibilità che arrivino anche in un paese così lontano da qui, come l'Italia e che vengano divulgate da una donna con i capelli rossi che di mestiere fa la cantante e che dedica un progetto, un disco, una lunga tournee al Sud del mondo e a questo grande uomo, esempio di rigore, di onestà, di integrità morale per tutti noi. Ho conosciuto quest'uomo straordinario che ammetto, non conoscevo, come quasi nessuno dei miei connazionali, attraverso i racconti degli amici musicisti Africani che ho conosciuto per la realizzazione di questo mio lavoro, come il fratello Gabin Dabiré dal quale ho saputo quasi tutto quello che so su l'Africa, ho letto libri che lo riguardano, ho ascoltato i suoi discorsi ai vari congressi a cui ha partecipato, Parlando tra molto atro, delle donne, dell'emancipazione delle donne come cuore del problema universale, non solo africano, sul debito, sulla fratellanza, sull'importanza della cultura come grande mezzo di libertà e quei discorsi, così lucidi e appassionati hanno risvegliato in me il sogno della speranza di una politica con la P maiuscola, in cui la dignità dell'uomo viene posta al primo posto dei valori umani.
Sono sempre stata attratta dal Sud, a cominciare da quello del mio paese , ho sempre constatato che il Sud del mondo divide lo stesso triste destino, compreso quello Italiano o come l'America Latina: sempre depredato, derubato, saccheggiato e abbandonato a se stesso. L'Africa però apre un capitolo a parte su questa triste storia dell'umanità, una storia che si cerca in tutti i modi di occultare, di far dimenticare che è la storia dell'Olocausto che ha subito, di cui nessuno parla più, (se mai ne hanno parlato), ed è molto toccante fare questo discorso qui a pochi metri da quella "Porta del non ritorno" in questo paese crocevia di dolore e spiritualità, ma 45 milioni di deportati pesano sulla coscienza dell'Occidente intero e penso che l'Africa meriti anche lei un "Giorno Della Memoria" in cui il mondo intero ricordi e le chieda scusa per tutto questo.
Ancora oggi il continente più povero del pianeta mantiene, con le sue risorse, (saccheggiate) il nostro opulento Occidente, il nostro benessere si poggia sullo sfruttamento dei paesi che chiamano...."in via di sviluppo" ma ai quali questo sviluppo è di fatto sistematicamente negato, e di milioni di esseri umani del sud del mondo e dell'Africa in particolare.
L'Occidente sta attraversando uno dei suoi periodi più bui. Se il comunismo è fallito, anche il capitalismo è fallito, il sistema sta implodendo, stiamo attraversando una grande crisi economica, ma non solo, anche una crisi etica, morale, culturale, e penso sia ora che si cominci a pensare a ridisegnare questo pianeta e a metterci in testa che non è possibile continuare ad accettare che il 20% dell'umanità decida sulla vita e sulla morte del restante 80% di esseri umani, cominciando a redistribuire le risorse smettendo di prendere senza lasciare niente in cambio, lo dovrà fare perché arriverà il giorno, sempre per ricordare le parole di Sankarà in cui " i poveri e gli esclusi impediranno ai ricchi di mangiare tranquillamente".
Io penso che in questa crisi globale, se ci sarà qualcosa di nuovo all'orizzonte, non so come, non so quando, ma sono certa verrà da Sud. L'America Latina ci sta provando, con estrema fatica a liberarsi dal giogo occidentale che da secoli strangola ogni autonomia, e sono certa che anche l'Africa piano piano ce la farà. Certo sarà una battaglia difficile, perché dovrà combattere contro l'avidità umana, che è il peggiore di tutti i mali, avidità che l'Africa conosce molto bene, come ben hanno dimostrato le colonizzazioni in questi secoli e le multinazionali che ancora oggi, succhiano risorse a questo ricco sottosuolo, devastando interi ecosistemi e riducendo sul lastrico la già difficile vita di milioni di persone, come dimostrano le trivellazioni nel Delta del Niger, l'estrazione del coltan in Congo e tutte le risorse che voi conoscete meglio di me. Sarà una battaglia dura ma che si combatterà, io penso, con l'unica arma che fa davvero paura, la più micidiale, la più temuta, la più osteggiata, la più ostacolata nella storia dell'umanità, che è l'arma della conoscenza, della cultura, della scuola, è questa la grande sfida che l'Africa e non solo l'Africa, si appresta a fare, perché solo ritrovando l'orgoglio di noi stessi, delle nostre radici, delle nostre tradizioni e soprattutto la verità della nostra storia, potremmo davvero come diceva Sankará "vivere liberi e vivere degni". E noi, e parlo al plurale perché, nonostante ci sia nel mio paese qualche rigurgito odioso di intolleranza, siamo in tanti ad amare la giustizia, i diritti dell'uomo e questa Terra, che è madre di tutta l'umanità, noi saremo con voi, non sarete soli . Permettetemi di concludere con una dedica: dedico questo riconoscimento alla mia amica sorella Odile Sankará e a tutta la sua famiglia. Ai miei amici fratelli Gabin Dabiré Roger Sessou, Athanase Guelly.. Ella Armstrong mia nuova amica e collega. E a tutte le donne Africane che portano sulle spalle il peso della vita, perché acqua e figli sono l'essenza della vita stessa, e che mi ricordano tanto il mito greco di Atlante che era raffigurato come un uomo curvo che teneva sulle spalle il peso del mondo, ecco io penso che quello sia un errore storico, Atlante non era un uomo, Atlante era una donna e mi piace pensare ad una donna Africana. Grazie presidente, grazie a tutti voi e che Dio, qualsiasi Esso sia, o siano, (considerare anche il plurale è d'obbligo in questi luoghi) benedica gli esseri umani.
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