mercoledì, maggio 22, 2013
Dal Paese delle opportunità al Paese delle diseguaglianze 

di Paolo Di Mizio 

Una volta si diceva, e si dice ancora, che l'America fosse "the land of opportunities", la terra delle opportunità. Ma le distorsioni economiche apportate dal neoliberismo americano, iniziato nell'era del presidente Reagan, hanno provocato un radicale cambiamento nella distribuzione della ricchezza e quindi nella sua fisionomia socio-economica.

Senza volervi annoiare con troppe cifre, ecco alcuni numeri che parlano da soli.
L'uno per cento degli americani possiede il 40 per cento della ricchezza nazionale.
L'80 per cento degli americani possiede il 7 per cento della ricchezza nazionale.

L'uno per cento degli americani possiede il 50 per cento di tutti gli investimenti azionari e obbligazionari del Paese. Mentre il 50 per cento degli americani possiede lo 0,5 per cento di tutti gli investimenti azionari e obbligazionari.

I top manager guadagnano mediamente 380 volte lo stipendio medio del lavoratore dipendente americano (si badi, non dello stipendio minimo del lavoratore, ma dello stipendio medio).

Per quanto riguarda il reddito, oggi l'uno per cento della popolazione americana guadagna il 24 per cento di tutti i redditi assommati. Nel 1970 quell'uno per cento guadagnava "solo" il 9 per cento di tutti i redditi assommati.

Conclusione: l'America non è più la terra delle opportunità, ma sempre più la terra delle diseguaglianze sociali ed economiche.

(Per i dati, la fonte è il sito specializzato banoosh.com)


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