Papa Francesco si è recato recentemente alla Casa Dono di Maria, la struttura fondata dalla Beata Teresa di Calcutta in cui le Suore Missionarie della Carità offrono accoglienza e ospitalità a circa 25 donne e ogni giorno circa decine e decine di persone cercano di che sfamarsi.
Le sedie disposte ad anfiteatro hanno accolto come in un abbraccio papa Francesco che ha riservato il suo primo saluto alla statua della Madonna lì presente. Più di cento persone tra Suore, ospiti della Casa, volontari, collaboratori e amici hanno pregato con il papa i misteri dolorosi prima di disporsi all’ascolto delle parole del Vescovo di Roma e del saluto che ha riservato a ciascuno di loro. “C’era una bella atmosfera. Sembrava di accogliere un caro amico in visita. Mi sono avvicinata a Papa Francesco con i miei bimbi come se li portassi a salutare che so, uno zio che non conoscono ancora o un mio caro amico che gli vuole già bene anche se non li ha mai visti di persona…una grande emozione, è semplice e sta in mezzo alla gente con naturalezza, non ero in soggezione.” Così racconta ancora emozionata una volontaria della Casa. Un incontro semplice ma intenso dunque che è stata anche l’occasione per papa Francesco per ribadire alcuni pensieri.
La Casa come espressione di familiarità, di accoglienza e fraternità. “Al confine tra Vaticano e Italia, essa è un forte richiamo a tutti noi, alla Chiesa, alla Città di Roma ad essere sempre più famiglia, “casa” in cui si è aperti all’accoglienza, all’attenzione, alla fraternità” ha detto papa Francesco che ha proseguito rivolgendosi agli ospiti accolti con queste parole: “Questa casa, poi, si caratterizza perché dona sostegno materiale e spirituale “a voi, cari ospiti”. Ma anche voi siete un dono per questa casa e per la Chiesa. Voi ci dite che amare Dio e il prossimo non è qualcosa di astratto, ma di profondamente concreto: vuol dire vedere in ogni persona il volto del Signore da servire, e servirlo concretamente. E voi siete, cari fratelli e sorelle, il volto di Gesù. Grazie! Voi donate la possibilità a quanti operano in questo luogo di servire Gesù in chi è in difficoltà, in chi ha bisogno di aiuto”.
Rivolgendosi poi alle Suore della Carità papa Francesco dopo aver ricordato come con il loro servizio quotidiano rappresentino “la mano di Dio che sazia la fame di ogni vivente”, ha proseguito sottolineando come “Voi, care Suore, insieme ai Missionari della Carità e ai collaboratori, rendete visibile l’amore della Chiesa per i poveri”. Ha rivolto poi parole di ringraziamento a tutti i volontari e collaboratori della Casa Dono di Maria: “in questi anni, quante volte vi siete chinati su chi ha bisogno, come il buon samaritano, quante ferite, specialmente spirituali, avete fasciato!”. Parole semplici ma sentite e importanti per chi trova in questo luogo di ‘dono’ la propria espressione di servizio. Infine le parole su cui soffermarsi maggiormente: carità e gratuità. “Questa Casa è un luogo che educa alla carità, una scuola di carità, che insegna ad andare incontro ad ogni persona, non per profitto, ma per amore. La musica - diciamolo così - di questa Casa è l’amore. Per noi cristiani, l’amore per il prossimo nasce dall’amore di Dio e ne è la più limpida espressione. Qui si cerca di amare il prossimo, ma anche di lasciarsi amare dal prossimo”.
Accogliere e farsi accogliere, amare e lasciarsi amare, donare gratuitamente e ricevere. Il comandamento dell’amore di amare il prossimo come se stessi e, ancor di più, amare Dio nei fratelli. Spesso però si dimentica che l’amore è una relazione reciproca, è un dono scambievole. Le parole di papa Francesco ce lo ricordano: è donando che si riceve e la nostra volontà di aiutare e amare gli altri deve essere accompagnata dall’umiltà e dalla consapevolezza che in quel momento riceviamo aiuto e amore dal fratello.
“Beato il servo che tanto amerebbe e temerebbe un suo fratello quando fosse lontano da lui, quanto se fosse accanto a lui, e non direbbe dietro le sue spalle niente che con carità non possa dire in sua presenza.” Scrive Francesco nella XXV Ammonizione. Carità, dono, gratuità, povertà…Non per svolgere un impegno sociale ma per vivere la sequela di Cristo e le relazioni con Dio e con i fratelli come Cristo le ha vissute, come Francesco e Chiara hanno voluto vivere seguendo Cristo povero. “Amare Dio nei fratelli e amare i fratelli in Dio” con queste parole Papa Francesco ha terminato l’incontro alla Casa Dono di Maria, prima di dedicare ad ogni persona presente un po’ del suo tempo con un saluto, una parola, una carezza, un abbraccio…
di Monica Cardarelli
Le sedie disposte ad anfiteatro hanno accolto come in un abbraccio papa Francesco che ha riservato il suo primo saluto alla statua della Madonna lì presente. Più di cento persone tra Suore, ospiti della Casa, volontari, collaboratori e amici hanno pregato con il papa i misteri dolorosi prima di disporsi all’ascolto delle parole del Vescovo di Roma e del saluto che ha riservato a ciascuno di loro. “C’era una bella atmosfera. Sembrava di accogliere un caro amico in visita. Mi sono avvicinata a Papa Francesco con i miei bimbi come se li portassi a salutare che so, uno zio che non conoscono ancora o un mio caro amico che gli vuole già bene anche se non li ha mai visti di persona…una grande emozione, è semplice e sta in mezzo alla gente con naturalezza, non ero in soggezione.” Così racconta ancora emozionata una volontaria della Casa. Un incontro semplice ma intenso dunque che è stata anche l’occasione per papa Francesco per ribadire alcuni pensieri.
La Casa come espressione di familiarità, di accoglienza e fraternità. “Al confine tra Vaticano e Italia, essa è un forte richiamo a tutti noi, alla Chiesa, alla Città di Roma ad essere sempre più famiglia, “casa” in cui si è aperti all’accoglienza, all’attenzione, alla fraternità” ha detto papa Francesco che ha proseguito rivolgendosi agli ospiti accolti con queste parole: “Questa casa, poi, si caratterizza perché dona sostegno materiale e spirituale “a voi, cari ospiti”. Ma anche voi siete un dono per questa casa e per la Chiesa. Voi ci dite che amare Dio e il prossimo non è qualcosa di astratto, ma di profondamente concreto: vuol dire vedere in ogni persona il volto del Signore da servire, e servirlo concretamente. E voi siete, cari fratelli e sorelle, il volto di Gesù. Grazie! Voi donate la possibilità a quanti operano in questo luogo di servire Gesù in chi è in difficoltà, in chi ha bisogno di aiuto”.
Rivolgendosi poi alle Suore della Carità papa Francesco dopo aver ricordato come con il loro servizio quotidiano rappresentino “la mano di Dio che sazia la fame di ogni vivente”, ha proseguito sottolineando come “Voi, care Suore, insieme ai Missionari della Carità e ai collaboratori, rendete visibile l’amore della Chiesa per i poveri”. Ha rivolto poi parole di ringraziamento a tutti i volontari e collaboratori della Casa Dono di Maria: “in questi anni, quante volte vi siete chinati su chi ha bisogno, come il buon samaritano, quante ferite, specialmente spirituali, avete fasciato!”. Parole semplici ma sentite e importanti per chi trova in questo luogo di ‘dono’ la propria espressione di servizio. Infine le parole su cui soffermarsi maggiormente: carità e gratuità. “Questa Casa è un luogo che educa alla carità, una scuola di carità, che insegna ad andare incontro ad ogni persona, non per profitto, ma per amore. La musica - diciamolo così - di questa Casa è l’amore. Per noi cristiani, l’amore per il prossimo nasce dall’amore di Dio e ne è la più limpida espressione. Qui si cerca di amare il prossimo, ma anche di lasciarsi amare dal prossimo”.
Accogliere e farsi accogliere, amare e lasciarsi amare, donare gratuitamente e ricevere. Il comandamento dell’amore di amare il prossimo come se stessi e, ancor di più, amare Dio nei fratelli. Spesso però si dimentica che l’amore è una relazione reciproca, è un dono scambievole. Le parole di papa Francesco ce lo ricordano: è donando che si riceve e la nostra volontà di aiutare e amare gli altri deve essere accompagnata dall’umiltà e dalla consapevolezza che in quel momento riceviamo aiuto e amore dal fratello.
“Beato il servo che tanto amerebbe e temerebbe un suo fratello quando fosse lontano da lui, quanto se fosse accanto a lui, e non direbbe dietro le sue spalle niente che con carità non possa dire in sua presenza.” Scrive Francesco nella XXV Ammonizione. Carità, dono, gratuità, povertà…Non per svolgere un impegno sociale ma per vivere la sequela di Cristo e le relazioni con Dio e con i fratelli come Cristo le ha vissute, come Francesco e Chiara hanno voluto vivere seguendo Cristo povero. “Amare Dio nei fratelli e amare i fratelli in Dio” con queste parole Papa Francesco ha terminato l’incontro alla Casa Dono di Maria, prima di dedicare ad ogni persona presente un po’ del suo tempo con un saluto, una parola, una carezza, un abbraccio…
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