sabato, maggio 18, 2013
Il 14 marzo le autorità indonesiane hanno messo a morte Adami Wilson; adesso altre nove persone rischiano l’esecuzione. Secondo l’ufficio del procuratore generale, infatti, l’esecuzione di Wilson, è solo la prima di altre, almeno nove, che dovranno avvenire nel corso del 2013.

Amnesty International - Era dal novembre 2008 che l’Indonesia non eseguiva condanne a morte. Il 14 marzo scorso, Adami Wilson, di nazionalità malawiana, è stato fucilato dopo essere stato condannato a morte nel 2004 per traffico di droga. Appena dopo, il procuratore generale ha dichiarato che sono in programma almeno altre nove esecuzioni. Tre di queste sentenze capitali sono state emesse per reati connessi al traffico di droga, sei per omicidio premeditato. Le autorità non hanno rivelato i nomi di queste persone ma si ritiene che tutte abbiano esaurito le possibilità di appello.

Le condanne a morte in Indonesia sono eseguite tramite fucilazione. Il condannato può scegliere se essere messo a morte in piedi o seduto e se avere gli occhi coperti da un cappuccio o una benda. Il plotone di esecuzione è costituito da 12 persone, tre delle quali hanno i fucili carichi, il resto del plotone ha fucili caricati a salve. Il plotone di esecuzione spara da una distanza che va dai cinque ai 10 metri.

Almeno 130 persone sono nel braccio della morte in Indonesia. Circa la metà di queste, molte delle quali di nazionalità straniera, sono state condannate a morte per reati connessi al traffico di droga. Dall’inizio del 2013, sono state emesse almeno sei sentenze capitali, almeno 12 nel 2012.

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