Sostituzione del comandante delle operazioni di sicurezza a Bagdad, il generale Ahmed Hachem, e riorganizzazione dei vertici delle forze armate.
Misna - Lo ha deciso il primo ministro Nouri al Maliki per far fronte all’ondata di violenza che sta investendo il paese da alcune settimane. Il controverso capo del governo, che è anche capo delle forze armate irachene, ha annunciato la vasta riorganizzazione interna al termine di consultazioni con i massimi responsabili della sicurezza, tenute nei giorni scorsi a Bagdad. Fatta eccezione della regione autonoma del Kurdistan, in ogni provincia dell’Iraq le operazioni delle forze di sicurezza sono affidate a un comando congiunto esercito-polizia.
Il provvedimento è stato annunciato dopo un’altra giornata di attentati e attacchi conclusa con una quarantina di vittime. L’esplosione di un’autobomba nei pressi di una moschea sunnita, nel quartiere di Abou Ghraib, a ovest di Baghdad, ha causato 11 morti e 21 feriti. In un’altra esplosione nel quartiere di Doura, a sud della capitale, sei persone hanno perso la vita e altre 18 sono rimaste ferite. Lunedì esplosioni di autobombe e violenze ai quattro angoli del paese hanno mietuto più di 70 vittime, per lo più sciite. Da alcune settimane l’Iraq è ostaggio di una nuova ondata di violenza. Ad alimentare la tensione stanno contribuendo proteste delle comunità sunnite nei confronti del governo guidato dallo sciita al Maliki, in carica dal 2010.
A commentare l’instabile scenario iracheno è stato il Fondo monetario internazionale (Fmi), secondo cui le rinnovate violenze rischiano di ipotecare l’andamento positivo dell’economia nazionale, cresciuta dell’8,4% nel 2012 e che potrebbe raggiungere la soglia del 9% nell’anno in corso. L’altra fonte di instabilità per l’economia potrebbe essere rappresentata dal declino del prezzo del petrolio sul mercato mondiale.
Misna - Lo ha deciso il primo ministro Nouri al Maliki per far fronte all’ondata di violenza che sta investendo il paese da alcune settimane. Il controverso capo del governo, che è anche capo delle forze armate irachene, ha annunciato la vasta riorganizzazione interna al termine di consultazioni con i massimi responsabili della sicurezza, tenute nei giorni scorsi a Bagdad. Fatta eccezione della regione autonoma del Kurdistan, in ogni provincia dell’Iraq le operazioni delle forze di sicurezza sono affidate a un comando congiunto esercito-polizia.
Il provvedimento è stato annunciato dopo un’altra giornata di attentati e attacchi conclusa con una quarantina di vittime. L’esplosione di un’autobomba nei pressi di una moschea sunnita, nel quartiere di Abou Ghraib, a ovest di Baghdad, ha causato 11 morti e 21 feriti. In un’altra esplosione nel quartiere di Doura, a sud della capitale, sei persone hanno perso la vita e altre 18 sono rimaste ferite. Lunedì esplosioni di autobombe e violenze ai quattro angoli del paese hanno mietuto più di 70 vittime, per lo più sciite. Da alcune settimane l’Iraq è ostaggio di una nuova ondata di violenza. Ad alimentare la tensione stanno contribuendo proteste delle comunità sunnite nei confronti del governo guidato dallo sciita al Maliki, in carica dal 2010.
A commentare l’instabile scenario iracheno è stato il Fondo monetario internazionale (Fmi), secondo cui le rinnovate violenze rischiano di ipotecare l’andamento positivo dell’economia nazionale, cresciuta dell’8,4% nel 2012 e che potrebbe raggiungere la soglia del 9% nell’anno in corso. L’altra fonte di instabilità per l’economia potrebbe essere rappresentata dal declino del prezzo del petrolio sul mercato mondiale.
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