E’ ancora la guerra in Siria a tenere banco nelle cancellerie internazionali, preoccupate per l’allargamento del conflitto al vicino Libano.
Radio Vaticana - Una realtà più che un rischio, visto che la notte scorsa due razzi hanno colpito un quartiere sciita della capitale Beirut, bastione di Hezbollah, facendo 4 feriti, e nel nord a Tripoli ci sono stati nuovi scontri, e nuovi morti, fra alawiti sostenitori di Bashar al Assad e sunniti pro-ribelli. Sentiamo Marina Calculli: Audio. In uno dei suoi storici discorsi il segretario generale di Hezbollah, Hassan Nasrallah aveva detto sabato che i suoi combattenti avrebbero continuato a difendere il regime di Asad ma non solo. Hezbollah, che combatte a Qusair, vicino alla frontiera libanese, rivendica di proteggere tutto il Libano dal pericolo crescente dei combattenti radicali sunniti giunti in Siria dall’esterno e un pericolo anche per i paesi confinanti. Ieri però una risposta al mancato gradimento delle sue parole è arrivata, a Beirut: nella periferia sud di Damasco, abitata principalmente da sciiti, e nel quartiere di Mar Mikhael due razzi hanno ferito almeno quattro persone.
"Un tentativo di destabilizzare il paese" – ha detto il ministro dell’interno Charbel. Ma intanto a Tripoli, logorata dalla lotta tra partigiani e oppositori del regime di Damasco, un uomo è stato ucciso ieri portando a 31 il numero complessivo delle vittime della settimana scorsa. Intanto da Baghdad, in una visita inattesa, il ministro degli esteri siriano Muallem scioglie la riserva: la Siria parteciperà alla conferenza di pace di Ginevra organizzata da Mosca e Washington.
Radio Vaticana - Una realtà più che un rischio, visto che la notte scorsa due razzi hanno colpito un quartiere sciita della capitale Beirut, bastione di Hezbollah, facendo 4 feriti, e nel nord a Tripoli ci sono stati nuovi scontri, e nuovi morti, fra alawiti sostenitori di Bashar al Assad e sunniti pro-ribelli. Sentiamo Marina Calculli: Audio. In uno dei suoi storici discorsi il segretario generale di Hezbollah, Hassan Nasrallah aveva detto sabato che i suoi combattenti avrebbero continuato a difendere il regime di Asad ma non solo. Hezbollah, che combatte a Qusair, vicino alla frontiera libanese, rivendica di proteggere tutto il Libano dal pericolo crescente dei combattenti radicali sunniti giunti in Siria dall’esterno e un pericolo anche per i paesi confinanti. Ieri però una risposta al mancato gradimento delle sue parole è arrivata, a Beirut: nella periferia sud di Damasco, abitata principalmente da sciiti, e nel quartiere di Mar Mikhael due razzi hanno ferito almeno quattro persone.
"Un tentativo di destabilizzare il paese" – ha detto il ministro dell’interno Charbel. Ma intanto a Tripoli, logorata dalla lotta tra partigiani e oppositori del regime di Damasco, un uomo è stato ucciso ieri portando a 31 il numero complessivo delle vittime della settimana scorsa. Intanto da Baghdad, in una visita inattesa, il ministro degli esteri siriano Muallem scioglie la riserva: la Siria parteciperà alla conferenza di pace di Ginevra organizzata da Mosca e Washington.
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