I risultati di una ricerca italiana
GreenReport - Negli ultimi 50 anni i ghiacciai dell'Everest - il monte più alto del mondo - e del Sagarmatha National Park che lo comprende si sono ridotti del 13%, mentre in quell'area dell'Himalaya le temperature aumentavano e le nevicate diminuivano. E' quanto emerge da una ricerca italiana ("Cryosphere in a Warming Climate: Changes, Impacts, and Adaptation / Posters") presentata al Meeting of the Americas a Cancun, Messico, una conferenza scientifica sostenta anche dall' American geophysical union(Agu).
Sudeep Thakuri, un ricercatore nepalese del'Istituto ricerca sulle acque (Irsa) Cnr e che ha lavorato Ev-K2 Cnre e l'Ong italiana Cesvi, formatosi all'università degli Studi di Milano e alla Tribhuvan University in Nepal, con il suo team completamente italiano (Franco Salerno, Nicolas Guyennon, Gaetano Viviano, Claudio Smiraglia, Carlo D'Agata, Gianni Tartari) hanno utilizzato immagini satellitari e mappe topografiche, scoprendo che la maggior parte dei ghiacciai dell'Everest si stanno ritirando ad un ritmo accelerato, con la copertura nevosa si è spostata verso l'alto di 180 metri.
Il team italiano spiega sul sito dell'Agu che «I ghiacciai più piccoli di un chilometro quadrato stanno scomparendo i più velocemente ed dal 1960 hanno sperimentato una diminuzione del 43% della superficie. Dato che i ghiacciai si stanno sciogliendo più velocemente di quanto sono rifornito da ghiaccio e neve, si stanno rivelando rocce e detriti che in precedenza erano nascosti in profondità sotto il ghiaccio». Secondo Thakuri «Queste sezioni detritiche dei ghiacciai sono aumentate di circa il 17% dal 1960. Anche i fronti dei ghiacciai si sono ritirati in media di 400 metri dal 1962».
I ricercatori sospettano che il declino di neve e ghiaccio nella regione dell'Everest sia dovuto ai gas serra antropici, ma on hanno ancora stabilito un collegamento stabile tra i cambiamenti che avvengono sui mnti più alti del pianeta e i cambiamenti climatici. Thakuri ed i suoi colleghi italiani ha determinato l'entità del cambiamento glaciale sull'Everest e su un'area circostante di 1.148 km2 del Sagarmatha National e la loro analisi statistica dimostra che la maggior parte dei ghiacciai nel parco nazionale si stanno ritirando ad un tasso crescente.
Per valutare la temperatura e delle precipitazioni nella zona, il team di ricerca italiano ha analizzato i dati idro-meteorologici dalle stazioni del Nepal Climate Observatory e del Department of Hydrology and Meteorology del Nepal ed hanno scoperto che la regione dell'Everest dal 1992 ha subito un aumento delle tempera ture di 0,6 gradi Celsius ed una diminuzione di 100 millimetri delle precipitazioni durante i mesi del pre-monsone e invernali.
Thakuri prevede di effettuare altre ricerche per «Esplorare ulteriormente il rapporto clima-ghiacciaio con l'obiettivo di integrare i dati glaciologici, idrologici e climatici per comprendere il comportamento del ciclo idrologico e la futura disponibilità di acqua. I ghiacciai e calotte di ghiaccio dell'Himalaya sono considerati un serbatoio d'acqua per l'Asia, dal momento che la immagazzinano e forniscono l'approvvigionamento idrico a valle durante la stagione secca. Le popolazioni a valle dipendono dall'acqua di fusione per l'agricoltura, per bere e per la produzione di energia». La ricerca è finanziata dall'Intergovernmental panel on climate change (Ipcc) e dall'Irsa/Cnr.
GreenReport - Negli ultimi 50 anni i ghiacciai dell'Everest - il monte più alto del mondo - e del Sagarmatha National Park che lo comprende si sono ridotti del 13%, mentre in quell'area dell'Himalaya le temperature aumentavano e le nevicate diminuivano. E' quanto emerge da una ricerca italiana ("Cryosphere in a Warming Climate: Changes, Impacts, and Adaptation / Posters") presentata al Meeting of the Americas a Cancun, Messico, una conferenza scientifica sostenta anche dall' American geophysical union(Agu).
Sudeep Thakuri, un ricercatore nepalese del'Istituto ricerca sulle acque (Irsa) Cnr e che ha lavorato Ev-K2 Cnre e l'Ong italiana Cesvi, formatosi all'università degli Studi di Milano e alla Tribhuvan University in Nepal, con il suo team completamente italiano (Franco Salerno, Nicolas Guyennon, Gaetano Viviano, Claudio Smiraglia, Carlo D'Agata, Gianni Tartari) hanno utilizzato immagini satellitari e mappe topografiche, scoprendo che la maggior parte dei ghiacciai dell'Everest si stanno ritirando ad un ritmo accelerato, con la copertura nevosa si è spostata verso l'alto di 180 metri.
Il team italiano spiega sul sito dell'Agu che «I ghiacciai più piccoli di un chilometro quadrato stanno scomparendo i più velocemente ed dal 1960 hanno sperimentato una diminuzione del 43% della superficie. Dato che i ghiacciai si stanno sciogliendo più velocemente di quanto sono rifornito da ghiaccio e neve, si stanno rivelando rocce e detriti che in precedenza erano nascosti in profondità sotto il ghiaccio». Secondo Thakuri «Queste sezioni detritiche dei ghiacciai sono aumentate di circa il 17% dal 1960. Anche i fronti dei ghiacciai si sono ritirati in media di 400 metri dal 1962».
I ricercatori sospettano che il declino di neve e ghiaccio nella regione dell'Everest sia dovuto ai gas serra antropici, ma on hanno ancora stabilito un collegamento stabile tra i cambiamenti che avvengono sui mnti più alti del pianeta e i cambiamenti climatici. Thakuri ed i suoi colleghi italiani ha determinato l'entità del cambiamento glaciale sull'Everest e su un'area circostante di 1.148 km2 del Sagarmatha National e la loro analisi statistica dimostra che la maggior parte dei ghiacciai nel parco nazionale si stanno ritirando ad un tasso crescente.
Per valutare la temperatura e delle precipitazioni nella zona, il team di ricerca italiano ha analizzato i dati idro-meteorologici dalle stazioni del Nepal Climate Observatory e del Department of Hydrology and Meteorology del Nepal ed hanno scoperto che la regione dell'Everest dal 1992 ha subito un aumento delle tempera ture di 0,6 gradi Celsius ed una diminuzione di 100 millimetri delle precipitazioni durante i mesi del pre-monsone e invernali.
Thakuri prevede di effettuare altre ricerche per «Esplorare ulteriormente il rapporto clima-ghiacciaio con l'obiettivo di integrare i dati glaciologici, idrologici e climatici per comprendere il comportamento del ciclo idrologico e la futura disponibilità di acqua. I ghiacciai e calotte di ghiaccio dell'Himalaya sono considerati un serbatoio d'acqua per l'Asia, dal momento che la immagazzinano e forniscono l'approvvigionamento idrico a valle durante la stagione secca. Le popolazioni a valle dipendono dall'acqua di fusione per l'agricoltura, per bere e per la produzione di energia». La ricerca è finanziata dall'Intergovernmental panel on climate change (Ipcc) e dall'Irsa/Cnr.
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