sabato, maggio 18, 2013
Aveva deciso di percorrere a bordo della sua amata bicicletta tutto il continente americano. Una solitaria di 25mila chilometri in cui il coraggioso Talini ha perso la vita 

di Ilaria Sulla 

“Mi chiamo Mauro Talini, nato a Viareggio il 24 -07-73, lavoro in un albergo a quattro stelle in Versilia, sono celibe e abito a Quiesa, una frazione del comune di Massarosa in provincia di Lucca”. Con queste semplici parole Mauro Talini si presentava sul suo sito. “Nel 1984 – continuava - mi è stato diagnosticato il diabete insulino dipendente”. Proprio da questa sfortuna lo sportivo aveva tratto la sua forza, e infatti ogni volta che poteva ripeteva: “Il diabete non è un limite, anzi, lo considero una scuola di vita”.

Lo sport era diventato per Talini l’arma per combattere la sofferenza della malattia. Dopo un periodo di pausa a causa del lavoro, dal 2001 lo sportivo era tornato in sella alla sua bicicletta e così, come lui stesso sosteneva, “i sogni hanno iniziato a realizzarsi”. Talini macinava chilometri su chilometri senza mai fermarsi per dimostrare che il diabete (contro cui combatteva dall’età di 11 anni) poteva essere sconfitto conducendo un’esistenza normale. Tutto questo fino al 13 maggio di quest’anno, quando un camion su una stradina del Messico se l’è portato via.

Il ciclista aveva in mente di percorrere in solitaria tutta l’America: Patagonia, Argentina, Alaska e così via. Dovevano essere ben 25mila chilometri, che Talini aveva iniziato a percorrere all’inizio dell’anno e avrebbe dovuto terminare entro la fine dell’estate. Ma il Messico è stato il capolinea: il suo corpo è stato trovato riverso sulla strada, con le poche cose che si era portato dietro sparpagliate attorno a lui e l’amata bicicletta accanto. E’ la fine di una vita e nello stesso tempo la fine di un sogno: quello di raccogliere denaro da destinare ad associazioni onlus per i bambini dell’America Latina gestite dalle suore missionarie dell’Immacolata di padre Kolbe.

Talini ha affidato le sue ultime parole al suo blog, scrivendo: “Hola, dove eravamo rimasti ieri? Che ripartivo, con la sorpresa che il vento mattiniero è scomparso. Bellissimo! Il dormire in tenda ha i suoi pro e contro, uno è che le glicemie sono ottime... Non potendo avere abbondanza, mangio il giusto razionando... Fiscalissimo in tutto. La fame c'è ma prevale lo spirito di sopravvivenza... Il superfluo se ne va! È proprio vero, l'essere umano nell'abbondanza si confonde. Da un paio di giorni è ancora cambiata l'ora, quindi adesso sono a -9 ore dall'Italia. A me non cambia molto questo cambio, vado con l'orologio dell'alba e del tramonto. In questo momento sono a Santa Ana, buona pedalata e chissà che il vento diventi il mio alleato per superare il Desierto de Altar... Prime ore contro, da circa un'ora quasi del tutto favorevole. Ciao, hasta luego”.

L’eredità che Mauro Talini ci lascia è tutta scritta nella sua vita e nelle sue parole di coraggio: “L'audacia racchiude in sé genio e magia ed è capace di fare emergere forze che anche noi stessi non sappiamo di avere”.

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