Il Papa: società ingiusta quella che non dà lavoro o sfrutta i lavoratori
di Giulia Bernini
La società non è giusta se non offre a tutti un lavoro e se sfrutta i lavoratori: lo ha affermato Papa Francesco in occasione della Memoria di Giovanni Lavoratore durante la Messa svoltasi presso la Cappellina di Casa Santa Maria. Hanno partecipato alla funzione alcuni minori e ragazze madri ospiti del centro “Il Ponte”, accompagnati dal presidente dell'associazione don Egidio Smacchia. Nel Vangelo proposto dalla liturgia, Gesù è stato definito “figlio del falegname”, che ha appreso il mestiere e che a sua volta è un lavoratore: “Dio lavora per creare il mondo”. Per il Papa questa "icona del Dio che lavora" sta a significare che il lavoro va oltre il guadagnarsi il pane: il lavoro rende degni uomini e donne di una dignità speciale. Quelli che non lavorano sono manchevoli di questa dignità.
Alcuni però vogliono lavorare ma non possono farlo. La società che non può offrire un lavoro a tutti non va bene, si oppone allo stesso Dio, che ha voluto che la nostra dignità cominci da qui, dal lavoro.
Il Pontefice ha citato un rabbino del Medio Evo, il quale raccontava alla sua comunità la vicenda della Torre di Babele dove i mattoni erano molto preziosi, più degli uomini. E come allora era importante il mattone più che la persona, così succede adesso dove il lavoratore è meno importante delle cose che danno profitto a quelli che hanno il potere politico, sociale ed economico. “A questo siamo arrivati? Al punto che non siamo coscienti di questa dignità della persona. Questa dignità del lavoro. Ma oggi la figura di San Giovanni, di Gesù, di Dio che lavora - questo è il nostro modello - ci insegna la strada per andare verso la dignità”.
di Giulia Bernini
La società non è giusta se non offre a tutti un lavoro e se sfrutta i lavoratori: lo ha affermato Papa Francesco in occasione della Memoria di Giovanni Lavoratore durante la Messa svoltasi presso la Cappellina di Casa Santa Maria. Hanno partecipato alla funzione alcuni minori e ragazze madri ospiti del centro “Il Ponte”, accompagnati dal presidente dell'associazione don Egidio Smacchia. Nel Vangelo proposto dalla liturgia, Gesù è stato definito “figlio del falegname”, che ha appreso il mestiere e che a sua volta è un lavoratore: “Dio lavora per creare il mondo”. Per il Papa questa "icona del Dio che lavora" sta a significare che il lavoro va oltre il guadagnarsi il pane: il lavoro rende degni uomini e donne di una dignità speciale. Quelli che non lavorano sono manchevoli di questa dignità.
Alcuni però vogliono lavorare ma non possono farlo. La società che non può offrire un lavoro a tutti non va bene, si oppone allo stesso Dio, che ha voluto che la nostra dignità cominci da qui, dal lavoro.
Il Pontefice ha citato un rabbino del Medio Evo, il quale raccontava alla sua comunità la vicenda della Torre di Babele dove i mattoni erano molto preziosi, più degli uomini. E come allora era importante il mattone più che la persona, così succede adesso dove il lavoratore è meno importante delle cose che danno profitto a quelli che hanno il potere politico, sociale ed economico. “A questo siamo arrivati? Al punto che non siamo coscienti di questa dignità della persona. Questa dignità del lavoro. Ma oggi la figura di San Giovanni, di Gesù, di Dio che lavora - questo è il nostro modello - ci insegna la strada per andare verso la dignità”.
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