Sono cominciate da qualche ora le operazioni di voto in Pakistan, per il rinnovo dell'Assemblea nazionale e quattro assemblee provinciali. Circa 89 milioni le persone aventi diritto. Ma anche ieri l’ennesimo episodio di sangue: ucciso un candidato indipendente a karachi, nel sud. La campagna elettorale, in particolare nelle zone tribali al confine con l’Afghanistan, è stata segnata dalla violenza e fino all’ultimo i talebani hanno cercato di tenere la gente lontano dai seggi con minacce di morte.
Radio Vaticana - “Le operazioni di voto sono in corso da alcune ore in tutto il Paese al termine di una campagna elettorale caratterizzata da forti tensioni e da un gran numero di vittime. Lo scontro è stato particolarmente acuto fra un certo numero di partiti che difendono con diverse sfumature il sistema democratico ed i talebani pachistani che ne accusano alcuni di voler utilizzare la democrazia come cavallo di Troia per rafforzare un modello di Stato secolare contrario ai principi dell’Islam. Hanno anche promesso alla vigilia di voler fare tutto il possibile per sabotare il processo elettorale, suggerendo alla popolazione di non avvicinarsi ai seggi per non rischiare la vita. Questa situazione ha un po’ offuscato la soddisfazione delle autorità per il fatto che ci si trovi di fronte alla prima transizione democratica di un governo che ha completato il suo mandato quinquennale in un Paese, come il Pakistan, potenza nucleare, che ha vissuto oltre la metà dei suoi 66 anni di indipendenza sotto regimi dittatoriali. E a questo si aggiunge anche l’incertezza per un risultato difficilmente prevedibile considerato che 40 milioni di persone votano per la prima volta. E la cancellazione dalle liste elettorali di ben 35 milioni di votanti risultati inesistenti.
Radio Vaticana - “Le operazioni di voto sono in corso da alcune ore in tutto il Paese al termine di una campagna elettorale caratterizzata da forti tensioni e da un gran numero di vittime. Lo scontro è stato particolarmente acuto fra un certo numero di partiti che difendono con diverse sfumature il sistema democratico ed i talebani pachistani che ne accusano alcuni di voler utilizzare la democrazia come cavallo di Troia per rafforzare un modello di Stato secolare contrario ai principi dell’Islam. Hanno anche promesso alla vigilia di voler fare tutto il possibile per sabotare il processo elettorale, suggerendo alla popolazione di non avvicinarsi ai seggi per non rischiare la vita. Questa situazione ha un po’ offuscato la soddisfazione delle autorità per il fatto che ci si trovi di fronte alla prima transizione democratica di un governo che ha completato il suo mandato quinquennale in un Paese, come il Pakistan, potenza nucleare, che ha vissuto oltre la metà dei suoi 66 anni di indipendenza sotto regimi dittatoriali. E a questo si aggiunge anche l’incertezza per un risultato difficilmente prevedibile considerato che 40 milioni di persone votano per la prima volta. E la cancellazione dalle liste elettorali di ben 35 milioni di votanti risultati inesistenti.
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