Se ne parla spesso: cori, urli, fischi nei confronti dei calciatori di colore. Sotto il mirino di questi tifosi in Italia c'è soprattutto Mario Balotelli, che ha minacciato di abbandonare lo stadio, ma Platini ha detto che decidere chi resta in campo e chi se ne va “è compito dell’arbitro”. Intanto sia l’Uefa che la Fifa stanno varando sanzioni per punire i tifosi “scorretti”.
Per la Ministra Kyenge, che ieri era in tribuna insieme al Presidente del Senato Grasso per vedere la partita Roma-Lazio, il tema del razzismo, in particolare quello negli stadi, è da trattare con lucidità. “Il razzismo è un tema che va affrontato – ha affermato - ma in questo caso bisogna anche vedere in quale momento sono stati fatti questi cori, riconducendo il tutto anche al risultato della partita”. La ministra si riferisce ai fatti avvenuti pochi giorni fa durante l’ennesima partita in cui Mario Balotelli è stato insultato dai tifosi per il colore della sua pelle.
“Credo - ha poi aggiunto - che a volte bisogna essere molto lucidi a poter capire quando si parla di razzismo, di una sconfitta nello sport o di altri tipi di motivazione che sfuggono alle motivazioni”. Nonostante le spiegazioni che possono nascondersi dietro queste offese (vero razzismo o semplici offese), sono arrivate varie proposte per cercare di risolvere il problema: c’è chi parla di turni di squalifica e chi addirittura di parziale o totale chiusura dello stadio. L’Uefa ha prontamente varato, dopo le infelici uscite di molti tifosi in diversi campi, misure che entreranno in vigore dal prossimo 1 giugno. Allo stesso modo la Fifa ha già dichiarato di avere in progetto una riunione il 30 maggio per discutere i provvedimenti che si prenderanno e che saranno comunque in linea con il pensiero dell’Uefa. Proprio il segretario generale dell’Uefa Infantini ha dichiarato in merito: “Stiamo inviando un messaggio molto chiaro. Questi comportamenti non possono essere più tollerati, in nessuna forma”.
Lo stesso Mario Balotelli, che è uno dei giocatori più “offesi” per le sue origini razziali (l’ultimo caso è stato quello della partita Milan-Roma), si è già espresso in merito: “Se capita un’altra volta lascio il campo”, ha minacciato. Il Presidente dell’Uefa Platini ha espresso perplessità nei confronti della scelta di Balotelli: “È compito dell'arbitro e non dei giocatori gestire quelle situazioni. Se un giocatore esce dal campo può essere sostituito ma non voglio creare una situazione in cui i giocatori che magari sono stanchi o infortunati ne approfittano. Bisogna usare il buon senso”. “L'Italia è come tutti i Paesi: non è razzista – ha continuato - Poi ci sono delle persone stupide, che vanno a fare un po' di politica, o del razzismo o del nazionalismo. È difficile gestire persone che vanno allo stadio per problemi di razzismo e di violenza. Ed è complicatissimo quando ci sono magari 80mila persone”.
Quello del razzismo non è solo un problema italiano. In Inghilterra, per esempio, è passato alle cronache il caso di Bett Adams e Lee Broster, due allenatori del settore giovanile della Notts County, costretti ad abbandonare lo stadio perché accusati di razzismo nei confronti dei loro stessi giocatori. Lanciare banane contro i giocatori di colore, secondo i testimoni, sarebbe un’usanza abbastanza solita dei due allenatori, contro cui sono stati presi ovviamente i debiti provvedimenti.
Per la Ministra Kyenge, che ieri era in tribuna insieme al Presidente del Senato Grasso per vedere la partita Roma-Lazio, il tema del razzismo, in particolare quello negli stadi, è da trattare con lucidità. “Il razzismo è un tema che va affrontato – ha affermato - ma in questo caso bisogna anche vedere in quale momento sono stati fatti questi cori, riconducendo il tutto anche al risultato della partita”. La ministra si riferisce ai fatti avvenuti pochi giorni fa durante l’ennesima partita in cui Mario Balotelli è stato insultato dai tifosi per il colore della sua pelle.
“Credo - ha poi aggiunto - che a volte bisogna essere molto lucidi a poter capire quando si parla di razzismo, di una sconfitta nello sport o di altri tipi di motivazione che sfuggono alle motivazioni”. Nonostante le spiegazioni che possono nascondersi dietro queste offese (vero razzismo o semplici offese), sono arrivate varie proposte per cercare di risolvere il problema: c’è chi parla di turni di squalifica e chi addirittura di parziale o totale chiusura dello stadio. L’Uefa ha prontamente varato, dopo le infelici uscite di molti tifosi in diversi campi, misure che entreranno in vigore dal prossimo 1 giugno. Allo stesso modo la Fifa ha già dichiarato di avere in progetto una riunione il 30 maggio per discutere i provvedimenti che si prenderanno e che saranno comunque in linea con il pensiero dell’Uefa. Proprio il segretario generale dell’Uefa Infantini ha dichiarato in merito: “Stiamo inviando un messaggio molto chiaro. Questi comportamenti non possono essere più tollerati, in nessuna forma”.
Lo stesso Mario Balotelli, che è uno dei giocatori più “offesi” per le sue origini razziali (l’ultimo caso è stato quello della partita Milan-Roma), si è già espresso in merito: “Se capita un’altra volta lascio il campo”, ha minacciato. Il Presidente dell’Uefa Platini ha espresso perplessità nei confronti della scelta di Balotelli: “È compito dell'arbitro e non dei giocatori gestire quelle situazioni. Se un giocatore esce dal campo può essere sostituito ma non voglio creare una situazione in cui i giocatori che magari sono stanchi o infortunati ne approfittano. Bisogna usare il buon senso”. “L'Italia è come tutti i Paesi: non è razzista – ha continuato - Poi ci sono delle persone stupide, che vanno a fare un po' di politica, o del razzismo o del nazionalismo. È difficile gestire persone che vanno allo stadio per problemi di razzismo e di violenza. Ed è complicatissimo quando ci sono magari 80mila persone”.
Quello del razzismo non è solo un problema italiano. In Inghilterra, per esempio, è passato alle cronache il caso di Bett Adams e Lee Broster, due allenatori del settore giovanile della Notts County, costretti ad abbandonare lo stadio perché accusati di razzismo nei confronti dei loro stessi giocatori. Lanciare banane contro i giocatori di colore, secondo i testimoni, sarebbe un’usanza abbastanza solita dei due allenatori, contro cui sono stati presi ovviamente i debiti provvedimenti.
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A 72 anni, sono stato vittima di un aggressione fisica e espulsione da un ristorante italiano a Nizza. Il 4 maggio sono andato per cenare e vedere la partita Fiorentina-Roma in un ristorante. Il cameriere era fuori della sala. Mi sono messo vicino alla porta, aspettando che venisse per chiedergli se c'era un posto. Quando è tornato in sala, mi ha messo le mani sulle spalle dicendomi fuori. Gli ho risposto che c'erano altri modi per dirmelo. Mi ha chiesto quali. La sua risposta è stata che se non mi metteva le mani sulle spalle mi avrebbe rotto il muso. Per farsi capire meglio, con una mano sempre su una mia spalla, con l'altra il mi ha indicato la porta col pollice.
Il cameriere non mi ha neanche chiesto cosa volevo, che ero l'unico nero e anche l'unico cliente trattato così. Eppure, nonostante sia andato in più di 70 paesi e che parli 7 lingue, è stata la prima volta che sono stato trattato così.
Per chi fosse curioso di sapere chi sono ecco una intervista che ho concesso ad un blogger:
http://it.globalvoicesonline.org/2013/05/abdoulaye-bah-una-vita-degna-di-essere-vissuta/
Gentile Sig. Abdoulaye Bah, gentilmente contatti il direttore del giornale Fabio Gioffrè. Grazie.
la Redazione
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