Che la scuola e la ricerca non siano state priorità per i governi che si sono succeduti in questi anni, è dimostrato da molti dati e ciò fa immaginare anche quali possano essere "i raccolti" che l'Italia farà tra qualche lustro visto quanto ha seminato e sta seminando per il proprio sviluppo qualitativo. Ma c'è di più e riguarda l'oggi.
GreenReport - Per alcune assurde regole rigide di carattere economico, vedi Patto di stabilità, e per tagli fatti ad "occhi bendati", si sta mettendo a rischio la sicurezza degli studenti considerato che, come denuncia l'Upi (Unione province italiane), a risentire di più di queste "politiche" è proprio l'edilizia scolastica. «Abbiamo fatto una rilevazione: per quanto riguarda il piano programmatico delle opere, le province per il 2013 avevano definito impegni di spesa per investimenti nelle scuole pari a 727.894.774 euro- ha spiegato il presidente dell'Upi, Antonio Saitta- A causa dei tagli imposti e degli obiettivi di patto di stabilità, che stanno azzerando la capacità di programmazione in opere e infrastrutture, le province sono state costrette a ridurre questi impegni di 513.272.984 euro. Pertanto, a fronte di una necessità di interventi pari a oltre 727 milioni di euro, potranno essere realizzate opere solo per 212.080.789 euro». Il danno, tra l'altro, si ripercuoterà anche nel settore edilizio che deve puntare sulla riqualificazione degli edifici esistenti, scolastici e non, ai fini della messa in sicurezza, considerata l'insostenibilità di nuove costruzioni visto l'elevato consumo di suolo rilevato nel nostro paese.
L'Upi ha lanciato l'allarme edilizia scolastica, presentando i risultati di un monitoraggio sulle scuole, realizzato dall'associazione, in cui ha anche avanzato alcune richieste al Governo. Tra le principali, la riduzione del taglio alle province di 400 milioni di euro per il 2013; l'esclusione dai vincoli del Patto di stabilità interno relativamente agli interventi per l'edilizia scolastica, per assicurare la manutenzione ordinaria e garantire nell'immediato la ripresa degli investimenti in opere e infrastrutture; la previsione di un Piano triennale straordinario per province e comuni di almeno 1 miliardo di euro l'anno per la messa in sicurezza degli edifici e per gli interventi di ammodernamento della scuola secondaria superiore che superi il concetto dell'emergenza per quello della programmazione che consenta, attraverso procedure snelle, un intervento tempestivo da parte dell'ente locale e una reale programmazione territoriale.
«Le province sono state responsabili e in questi anni hanno fatto la loro parte nonostante i pesanti tagli di risorse subiti - ha aggiunto Saitta- Ma nell'agenda politica dei Governi che si sono succeduti come in quella dei Parlamenti, la Scuola e l'edilizia scolastica non sono state considerate una priorità per il Paese. Piuttosto che intervenire in maniera organica in un settore così importante per il futuro del Paese, sono stati operati tagli sostanziosi al personale ed è mancato un investimento reale, in particolare sull'edilizia scolastica. Occorre dunque necessariamente invertire questa tendenza e considerare la Scuola pubblica quale priorità del Paese su cui occorre investire» ha concluso il presidente Upi.
GreenReport - Per alcune assurde regole rigide di carattere economico, vedi Patto di stabilità, e per tagli fatti ad "occhi bendati", si sta mettendo a rischio la sicurezza degli studenti considerato che, come denuncia l'Upi (Unione province italiane), a risentire di più di queste "politiche" è proprio l'edilizia scolastica. «Abbiamo fatto una rilevazione: per quanto riguarda il piano programmatico delle opere, le province per il 2013 avevano definito impegni di spesa per investimenti nelle scuole pari a 727.894.774 euro- ha spiegato il presidente dell'Upi, Antonio Saitta- A causa dei tagli imposti e degli obiettivi di patto di stabilità, che stanno azzerando la capacità di programmazione in opere e infrastrutture, le province sono state costrette a ridurre questi impegni di 513.272.984 euro. Pertanto, a fronte di una necessità di interventi pari a oltre 727 milioni di euro, potranno essere realizzate opere solo per 212.080.789 euro». Il danno, tra l'altro, si ripercuoterà anche nel settore edilizio che deve puntare sulla riqualificazione degli edifici esistenti, scolastici e non, ai fini della messa in sicurezza, considerata l'insostenibilità di nuove costruzioni visto l'elevato consumo di suolo rilevato nel nostro paese.
L'Upi ha lanciato l'allarme edilizia scolastica, presentando i risultati di un monitoraggio sulle scuole, realizzato dall'associazione, in cui ha anche avanzato alcune richieste al Governo. Tra le principali, la riduzione del taglio alle province di 400 milioni di euro per il 2013; l'esclusione dai vincoli del Patto di stabilità interno relativamente agli interventi per l'edilizia scolastica, per assicurare la manutenzione ordinaria e garantire nell'immediato la ripresa degli investimenti in opere e infrastrutture; la previsione di un Piano triennale straordinario per province e comuni di almeno 1 miliardo di euro l'anno per la messa in sicurezza degli edifici e per gli interventi di ammodernamento della scuola secondaria superiore che superi il concetto dell'emergenza per quello della programmazione che consenta, attraverso procedure snelle, un intervento tempestivo da parte dell'ente locale e una reale programmazione territoriale.
«Le province sono state responsabili e in questi anni hanno fatto la loro parte nonostante i pesanti tagli di risorse subiti - ha aggiunto Saitta- Ma nell'agenda politica dei Governi che si sono succeduti come in quella dei Parlamenti, la Scuola e l'edilizia scolastica non sono state considerate una priorità per il Paese. Piuttosto che intervenire in maniera organica in un settore così importante per il futuro del Paese, sono stati operati tagli sostanziosi al personale ed è mancato un investimento reale, in particolare sull'edilizia scolastica. Occorre dunque necessariamente invertire questa tendenza e considerare la Scuola pubblica quale priorità del Paese su cui occorre investire» ha concluso il presidente Upi.
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