Il comune della capitale russa dà via libera al ripristino di una targa commemorativa in una delle case del leader sovietico, i cui 18 anni di potere furono segnati da stagnazione e repressione. Commentatori: si tratta di un progetto politico per legittimare l’attuale regime.
Mosca (AsiaNews) - Sta facendo discutere in Russia il progetto del comune di Mosca di ripristinare una targa commemorativa al segretario generale del Pcus, Leonid Brezhnev (1906-1982), sulla facciata del palazzo in Kutuzovsky Prospekt 26, dove il leader sovietico visse per 30 anni. La targa era stata tolta dopo il crollo dell'Unione sovietica e ora commentatori e attivisti per i diritti umani mettono in guardia dalla possibile riabilitazione di Brezhnev, vedendovi un più ampio disegno politico.
A quanto riferito dal deputato del partito di Russia Unita, Alexandr Khinshtein, la targa dovrebbe tornare al suo posto entro il mese di dicembre, per il 107° anniversario della nascita di Brezhnev. Il politico ha poi spiegato che a dare il via libera al piano è stata una commissione 'ad hoc' del comune di Mosca.
I detrattori fanno notare che i 18 anni dell'era Brezhnev sono stati caratterizzati da repressione politica, stagnazione economica e militarizzazione della politica interna ed estera dell'Urss. L'Ong Memorial, impegnata nella memoria delle vittime della repressione, e alcuni esponenti del movimento per i diritti umani hanno criticato l'iniziativa con durezza. "Le nostre autorità sono nostalgiche dell'era sovietica e rispondono così alla richiesta da parte dei cittadini anche loro nostalgici di quei tempi", ha spiegato a Radio Free Europe Lyudmila Alekseyeva, del Gruppo Helsinki di Mosca. "Secondo me, guardare al passato è l'ultima cosa che i nostri leader e la gente debbano fare. Ho conosciuto quei tempi e sono contenta che ci siamo liberati da questo esperimento senza successo che è stata l'Urss".
Sebbene Brezhnev continui a essere oggetto di numerose barzellette in patria, un recente sondaggio condotto dall'istituto indipendente Levada ha rivelato che è lui il leader del XX secolo più popolare tra i russi. Il 56% degli intervistati ha definito "positivi" i 18 anni dell'era Brezhnev, mentre il 50% ha addirittura lo stesso giudizio per il trentennio di Josef Stalin.
Stando agli esperti, più che una nostalgia dall'Urss il sondaggio evidenzia una mancanza di conoscenza storica e il fatto che la memoria del passato è legata a miti fortemente radicati nella società. "Stalin è sinonimo di vittoria e Brezhnev di prosperità", ha spiegato lo studioso Serghey Chernyakhovsky al quotidiano russo Kommersant. Il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, ha definito "molto positiva" l'era Brezhnev per il Paese, mentre dalle colonne del quotidiano Vedomosti l'editorialista Andrei Kolesnikov, ha denunciato la "riabilitazione di Brezhnev, come progetto politico". "E' cambiata la concezione della storia nazionale - scrive Kolesnikov - le pagine di cui bisognerebbe vergognarsi ora diventano quelle di cui essere orgogliosi: da Stalin a Brezhnev, dal deficit economico allo scherno verso i dissidenti". "Questa storia è la giustificazione ideologica e la legittimazione politica del regime di oggi", aggiunge il giornalista.
Mosca (AsiaNews) - Sta facendo discutere in Russia il progetto del comune di Mosca di ripristinare una targa commemorativa al segretario generale del Pcus, Leonid Brezhnev (1906-1982), sulla facciata del palazzo in Kutuzovsky Prospekt 26, dove il leader sovietico visse per 30 anni. La targa era stata tolta dopo il crollo dell'Unione sovietica e ora commentatori e attivisti per i diritti umani mettono in guardia dalla possibile riabilitazione di Brezhnev, vedendovi un più ampio disegno politico.
A quanto riferito dal deputato del partito di Russia Unita, Alexandr Khinshtein, la targa dovrebbe tornare al suo posto entro il mese di dicembre, per il 107° anniversario della nascita di Brezhnev. Il politico ha poi spiegato che a dare il via libera al piano è stata una commissione 'ad hoc' del comune di Mosca.
I detrattori fanno notare che i 18 anni dell'era Brezhnev sono stati caratterizzati da repressione politica, stagnazione economica e militarizzazione della politica interna ed estera dell'Urss. L'Ong Memorial, impegnata nella memoria delle vittime della repressione, e alcuni esponenti del movimento per i diritti umani hanno criticato l'iniziativa con durezza. "Le nostre autorità sono nostalgiche dell'era sovietica e rispondono così alla richiesta da parte dei cittadini anche loro nostalgici di quei tempi", ha spiegato a Radio Free Europe Lyudmila Alekseyeva, del Gruppo Helsinki di Mosca. "Secondo me, guardare al passato è l'ultima cosa che i nostri leader e la gente debbano fare. Ho conosciuto quei tempi e sono contenta che ci siamo liberati da questo esperimento senza successo che è stata l'Urss".
Sebbene Brezhnev continui a essere oggetto di numerose barzellette in patria, un recente sondaggio condotto dall'istituto indipendente Levada ha rivelato che è lui il leader del XX secolo più popolare tra i russi. Il 56% degli intervistati ha definito "positivi" i 18 anni dell'era Brezhnev, mentre il 50% ha addirittura lo stesso giudizio per il trentennio di Josef Stalin.
Stando agli esperti, più che una nostalgia dall'Urss il sondaggio evidenzia una mancanza di conoscenza storica e il fatto che la memoria del passato è legata a miti fortemente radicati nella società. "Stalin è sinonimo di vittoria e Brezhnev di prosperità", ha spiegato lo studioso Serghey Chernyakhovsky al quotidiano russo Kommersant. Il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, ha definito "molto positiva" l'era Brezhnev per il Paese, mentre dalle colonne del quotidiano Vedomosti l'editorialista Andrei Kolesnikov, ha denunciato la "riabilitazione di Brezhnev, come progetto politico". "E' cambiata la concezione della storia nazionale - scrive Kolesnikov - le pagine di cui bisognerebbe vergognarsi ora diventano quelle di cui essere orgogliosi: da Stalin a Brezhnev, dal deficit economico allo scherno verso i dissidenti". "Questa storia è la giustificazione ideologica e la legittimazione politica del regime di oggi", aggiunge il giornalista.
di Nina Achmatova
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