Insieme all'uomo è stato condannato anche un saudita. Entrambi erano colleghi di una giovane donna, fuggita in Svezia dopo la conversione. La ragazza vive ora sotto la protezione di alcune ong e non vorrebbe più fare ritorno in patria.
Khobar (AsiaNews) - Il tribunale di Al-Khobar, città saudita a est del Golfo, condanna un libanese cristiano e un saudita al carcere a alla fustigazione per aver convertito al cristianesimo e fatto fuggire una giovane dal Paese. Il primo considerato l'organizzatore dell'operazione, è stato condannato a sei anni di reclusione e 300 frustate. Il complice saudita a due anni e 200 frustate. Entrambi lavoravano con la ragazza in una compagnia di assicurazioni. I due hanno annunciato che ricorreranno in appello. Iniziato lo scorso anno a fine luglio, il caso ha provocato scalpore in Arabia Saudita, regno ultra-conservatore che applica una versione rigorosa dell'islam. I musulmani che si convertono a un'altra religione rischiano la pena di morte.
Fino ad ora gli inquirenti non hanno rivelato l'identità della giovane, che da diversi mesi si è rifugiata in Svezia e rifiuta di tornare in patria nonostante i vari appelli della famiglia, e varie trattative dell'ambasciata saudita a Stoccolma per convivere le autorità svedesi a consegnare la ragazza. Essa si troverebbe ora sotto la protezione di organizzazioni non governative e in un video pubblicato di recente è apparsa sostenendo di aver scelto di convertirsi al cristianesimo senza alcuna costrizione.
Khobar (AsiaNews) - Il tribunale di Al-Khobar, città saudita a est del Golfo, condanna un libanese cristiano e un saudita al carcere a alla fustigazione per aver convertito al cristianesimo e fatto fuggire una giovane dal Paese. Il primo considerato l'organizzatore dell'operazione, è stato condannato a sei anni di reclusione e 300 frustate. Il complice saudita a due anni e 200 frustate. Entrambi lavoravano con la ragazza in una compagnia di assicurazioni. I due hanno annunciato che ricorreranno in appello. Iniziato lo scorso anno a fine luglio, il caso ha provocato scalpore in Arabia Saudita, regno ultra-conservatore che applica una versione rigorosa dell'islam. I musulmani che si convertono a un'altra religione rischiano la pena di morte.
Fino ad ora gli inquirenti non hanno rivelato l'identità della giovane, che da diversi mesi si è rifugiata in Svezia e rifiuta di tornare in patria nonostante i vari appelli della famiglia, e varie trattative dell'ambasciata saudita a Stoccolma per convivere le autorità svedesi a consegnare la ragazza. Essa si troverebbe ora sotto la protezione di organizzazioni non governative e in un video pubblicato di recente è apparsa sostenendo di aver scelto di convertirsi al cristianesimo senza alcuna costrizione.
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