I ribelli siriani, riuniti sotto il nome di Movimento rivoluzionario siriano, hanno condannato la litigiosità dell’opposizione riunita da giorni a Istanbul, e le “continue discordie” all’interno del gruppo, incapace di prendere decisioni importanti in un momento critico per il paese.
Misna - I quattro gruppi ribelli firmatari del comunicato accusano la Coalizione di “aver fallito nel suo intento di rappresentare il popolo siriano” e di aver favorito “con un atteggiamento litigioso e indeciso, l’interferenza di forze internazionali” nella questione siriana. I rivoluzionari chiedono inoltre che “almeno la metà della leadership della Coalizione sia composta da esponenti del movimento rivoluzionario”. A quasi una settimana dall’inizio della riunione nella capitale turca – in origine programmata su tre giorni e via via prorogata per l’impossibilità di raggiungere un accordo – il comunicato costituisce l’ennesimo campanello di allarme sulla tenuta di un’opposizione che appare sempre più frastagliata. All’origine della paralisi – la coalizione non è riuscita finora ad allargarsi a movimenti liberali e laici per darsi maggiore rappresentatività, né a mettersi d’accordo su nulla – sarebbero le rivalità regionali tra Arabia Saudita e Qatar, principali sponsor delle fazioni interne al movimento.
La delegittimazione degli unici rappresentanti riconosciuti a livello internazionale del fronte che si oppone a Bashar al Assad condannerebbe a un sicuro fallimento la Conferenza di Ginevra II, voluta da Stati Uniti e Russia e, almeno in teoria, in programma per giugno. Se per il momento Mosca è riuscita, almeno in linea di principio, ad ottenere dall’alleato di Damasco l’intesa per la partecipazione al vertice, Washington si trova a fare i conti con un’opposizione spaccata, la cui rappresentatività è messa in serio dubbio.
Misna - I quattro gruppi ribelli firmatari del comunicato accusano la Coalizione di “aver fallito nel suo intento di rappresentare il popolo siriano” e di aver favorito “con un atteggiamento litigioso e indeciso, l’interferenza di forze internazionali” nella questione siriana. I rivoluzionari chiedono inoltre che “almeno la metà della leadership della Coalizione sia composta da esponenti del movimento rivoluzionario”. A quasi una settimana dall’inizio della riunione nella capitale turca – in origine programmata su tre giorni e via via prorogata per l’impossibilità di raggiungere un accordo – il comunicato costituisce l’ennesimo campanello di allarme sulla tenuta di un’opposizione che appare sempre più frastagliata. All’origine della paralisi – la coalizione non è riuscita finora ad allargarsi a movimenti liberali e laici per darsi maggiore rappresentatività, né a mettersi d’accordo su nulla – sarebbero le rivalità regionali tra Arabia Saudita e Qatar, principali sponsor delle fazioni interne al movimento.
La delegittimazione degli unici rappresentanti riconosciuti a livello internazionale del fronte che si oppone a Bashar al Assad condannerebbe a un sicuro fallimento la Conferenza di Ginevra II, voluta da Stati Uniti e Russia e, almeno in teoria, in programma per giugno. Se per il momento Mosca è riuscita, almeno in linea di principio, ad ottenere dall’alleato di Damasco l’intesa per la partecipazione al vertice, Washington si trova a fare i conti con un’opposizione spaccata, la cui rappresentatività è messa in serio dubbio.
Tweet |
Sono presenti 0 commenti
Inserisci un commento
Gentile lettore, i commenti contententi un linguaggio scorretto e offensivo verranno rimossi.