Un’esplosione ha scosso la capitale afghana Kabul in una giornata altamente simbolica.
Misna - Almeno tre persone sono morte nella parte occidentale della città per un attentato che aveva come obiettivo il convoglio dell’ex ministro Mohammed Mohaqiq, esponente della minoranza etnica Hazara, di fede musulmana sciita. Mohaqiq è anche a capo del Partito per l’unità islamica dell’Afghanistan, attivo politicamente in coalizione con altri movimenti anti-talebani. L’uomo politico è uscito incolume ma i morti, secondo le fonti della polizia, sono tre e una trentina i feriti.
Un fatto di sangue che è avvenuto quasi contemporaneamente al passaggio della responsabilità per la sicurezza del paese dalla coalizione internazionale (Isaf) alle forze armate e alla polizia afghane. La cerimonia di questa mattina a cui hanno partecipato, oltre al presidente Hamid Karzai, anche il segretario generale della Nato Anders Fogh Rasmussen, rappresenta, come ha ricordato Karzai, “un momento storico, che da domani porta tutte le operazioni di sicurezza nelle mani delle forze afghane”. I contingenti Nato avranno fino al temine del loro mandato, un ruolo di supporto, ma non di iniziativa.
Con la cerimonia, che si è tenuta nella nuova sede dell’Università per la difesa nazionale, dove si prepareranno i nuovi ufficiali, si è aperta anche la porta al pieno ritiro delle forze straniere entro 18 mesi, dopo 12 anni di presenza.
L’attentato odierno, come pure quelli che hanno spesso colpito diverse provincie del paese dall’inizio dell’anno provocando oltre 3000 vittime civili, evidenzia che la sfida della sicurezza è quella più impegnativa che l’Afghanistan senza tutele straniere dovrà affrontare, soprattutto se il dialogo con i talebani non dovesse decollare.
Misna - Almeno tre persone sono morte nella parte occidentale della città per un attentato che aveva come obiettivo il convoglio dell’ex ministro Mohammed Mohaqiq, esponente della minoranza etnica Hazara, di fede musulmana sciita. Mohaqiq è anche a capo del Partito per l’unità islamica dell’Afghanistan, attivo politicamente in coalizione con altri movimenti anti-talebani. L’uomo politico è uscito incolume ma i morti, secondo le fonti della polizia, sono tre e una trentina i feriti.
Un fatto di sangue che è avvenuto quasi contemporaneamente al passaggio della responsabilità per la sicurezza del paese dalla coalizione internazionale (Isaf) alle forze armate e alla polizia afghane. La cerimonia di questa mattina a cui hanno partecipato, oltre al presidente Hamid Karzai, anche il segretario generale della Nato Anders Fogh Rasmussen, rappresenta, come ha ricordato Karzai, “un momento storico, che da domani porta tutte le operazioni di sicurezza nelle mani delle forze afghane”. I contingenti Nato avranno fino al temine del loro mandato, un ruolo di supporto, ma non di iniziativa.
Con la cerimonia, che si è tenuta nella nuova sede dell’Università per la difesa nazionale, dove si prepareranno i nuovi ufficiali, si è aperta anche la porta al pieno ritiro delle forze straniere entro 18 mesi, dopo 12 anni di presenza.
L’attentato odierno, come pure quelli che hanno spesso colpito diverse provincie del paese dall’inizio dell’anno provocando oltre 3000 vittime civili, evidenzia che la sfida della sicurezza è quella più impegnativa che l’Afghanistan senza tutele straniere dovrà affrontare, soprattutto se il dialogo con i talebani non dovesse decollare.
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