Gli azzurri superano con tremenda sofferenza il Giappone di Alberto Zaccheroni per 4-3 e si qualificano per le semifinali di Confederations. Sabato l’ultima partita del raggruppamento , contro il Brasile, per stabilire il primato nel girone.
Sembrava di riassistere alla spettacolare e rocambolesca semifinale di Messico ‘70 ieri a Recife, dove l’Italia ha avuto la meglio per 4-3 su un Giappone molto migliorato negli ultimi anni sotto la guida del nostro Alberto Zaccheroni e che ieri con una grandissima prestazione contro i vicecampioni europei ha legittimato il successo in Coppa d’Asia. Tuttavia i nipponici hanno pagato quel pizzico di ingenuità calcistica e di mancanza di esperienza internazionale rispetto agli avversari: la rete di Giovinco sull’ultima giocata fulminante da parte degli azzurri nel finale di secondo tempo ne è la piena dimostrazione.
L’Italia certamente non può ritenersi altrettanto soddisfatta della prestazione mostrata: gli asiatici ci hanno nettamente surclassato sul piano del gioco per lunghi tratti della sfida, complice anche il caldo e il clima umido tropicale che, a detta di De Rossi nel post partita, avrebbe condizionato pesantemente la prestazione degli azzurri.
Ma dopo tutte le tribolazioni (il rigore forse troppo generosamente concesso al Giappone, i tanti pali asiatici e la mancanza di benzina, come sottolineato da mister Prandelli), l’Italia può almeno essere soddisfatta del risultato. La sensazione avuta non è però delle migliori: contro il Brasile, ed un Neymar ultimamente ispiratissimo, servirà una partita totalmente diversa sia nella fase difensiva, che ieri ha lasciato molto a desiderare, sia soprattutto nell’approccio alla gara, che contro il Giappone è stato fin troppo superficiale e ci ha esposto al rischio di subire una sconfitta davvero clamorosa.
di Francesco Mafera
Sembrava di riassistere alla spettacolare e rocambolesca semifinale di Messico ‘70 ieri a Recife, dove l’Italia ha avuto la meglio per 4-3 su un Giappone molto migliorato negli ultimi anni sotto la guida del nostro Alberto Zaccheroni e che ieri con una grandissima prestazione contro i vicecampioni europei ha legittimato il successo in Coppa d’Asia. Tuttavia i nipponici hanno pagato quel pizzico di ingenuità calcistica e di mancanza di esperienza internazionale rispetto agli avversari: la rete di Giovinco sull’ultima giocata fulminante da parte degli azzurri nel finale di secondo tempo ne è la piena dimostrazione.
L’Italia certamente non può ritenersi altrettanto soddisfatta della prestazione mostrata: gli asiatici ci hanno nettamente surclassato sul piano del gioco per lunghi tratti della sfida, complice anche il caldo e il clima umido tropicale che, a detta di De Rossi nel post partita, avrebbe condizionato pesantemente la prestazione degli azzurri.
Ma dopo tutte le tribolazioni (il rigore forse troppo generosamente concesso al Giappone, i tanti pali asiatici e la mancanza di benzina, come sottolineato da mister Prandelli), l’Italia può almeno essere soddisfatta del risultato. La sensazione avuta non è però delle migliori: contro il Brasile, ed un Neymar ultimamente ispiratissimo, servirà una partita totalmente diversa sia nella fase difensiva, che ieri ha lasciato molto a desiderare, sia soprattutto nell’approccio alla gara, che contro il Giappone è stato fin troppo superficiale e ci ha esposto al rischio di subire una sconfitta davvero clamorosa.
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