mercoledì, giugno 12, 2013
L'incontro di pace fra le due Coree che doveva tenersi questa mattina nella Freedom House della capitale sudcoreana è saltato all'ultimo momento a causa di "posizioni inconciliabili" sulla composizione delle delegazioni che avrebbero dovuto discutere della ripresa dei contatti diretti fra i due governi. 

Radio Vaticana - Oggi - riferisce l'agenzia AsiaNews - Pyongyang non ha risposto alla quotidiana telefonata sulla "linea rossa", l'ultimo contatto rimasto fra i due lati della penisola coreana. Entrambi gli esecutivi si accusano a vicenda per l'annullamento dell'incontro, che doveva discutere la riapertura del complesso industriale congiunto di Kaeseong e la ripresa degli incontri delle famiglie divise dalla Guerra di Corea. Secondo Seoul, il Nord non ha voluto inviare come capo della sua delegazione il leader del Dipartimento del Fronte Unito del Partito dei Lavoratori (che ha il rango di ministro). Per questo Seoul ha proposto di far incontrare due vice ministri, ma Pyongyang ha definito l'idea "una provocazione" e ha annullato ogni contatto.

Secondo alcuni analisti, il vero problema sta nel fatto che all'interno della delegazione nordcoreana originale non c'era alcun militare: se fosse stata confermata, avrebbe dimostrato un significativo alleggerimento del clima di tensione anche bellica fomentato nei mesi scorsi dal regime stalinista di Kim Jong-un. Questo avrebbe scatenato una lotta fra fazioni all'interno del Nord, che ha poi condotto a questa situazione. I rapporti intercoreani hanno vissuto momenti di altissima preoccupazione lo scorso marzo, quando le esercitazioni militari congiunte tra Washington e Seoul (annunciate con un anno di anticipo) sono state definite da Pyongyang "una provocazione e una prova generale di attacco contro di noi". Inoltre, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite aveva approvato all'unanimità - quindi anche con il voto della Cina - una serie di risoluzioni economiche per punire il terzo test nucleare condotto dal regime il 12 febbraio. Le risoluzioni e l'isolamento sempre più acuto in cui si trova la Corea del Nord hanno distrutto la sua già fragile economia. Senza rapporti bilaterali con Pechino e con Seoul, il regime rischia il crollo totale dato che non ha più richieste di esportazioni e non ha modo di importare nulla dall'estero.

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