Dopo la Messa nella Basilica Vaticana, Papa Francesco si è affacciato alla finestra del Palazzo Apostolico per la recita dell’Angelus. Ad attenderlo in Piazza San Pietro migliaia di fedeli e turisti di tutto il mondo. Il servizio di Roberta Gisotti: ascolta
Radio Vaticana -“E’ sempre e soltanto l’amore di Cristo che genera la fede e che manda avanti la Chiesa”. Cosi Papa Francesco tornando a parlare del martirio di Pietro e Paolo, su cui si fonda la Chiesa di Roma, ricordando che tutto il Popolo di Dio è debitore dei due Apostoli “per il dono della fede”. Pietro è il primo “a confessare che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio. Paolo ha diffuso questo annuncio nel mondo greco-romano”, e la Provvidenza ha voluto che ambedue giungessero a Roma e qui versassero il sangue per la fede”:
“Per questo la Chiesa di Roma è diventata, subito, spontaneamente, il punto di riferimento per tutte le Chiese sparse nel mondo. Non per il potere dell’Impero, ma per la forza del martirio, della testimonianza resa a Cristo!”.
Ha poi spiegato come Pietro, quando confessò la sua fede in Gesù, e Paolo che, prima era nemico dei cristiani, la diffuse, agirono “non per capacità umane”.
“Ecco l’esperienza della misericordia, del perdono di Dio in Gesù Cristo: questa è la Buona Notizia, il Vangelo che Pietro e Paolo hanno sperimentato in se stessi e per il quale hanno dato la vita. Misericordia, perdono; il Signore sempre ci perdona, il Signore ha misericordia, è misericordioso, ha un cuore misericordioso e ci aspetta sempre".
“Questa è la fede che Pie
tro e Paolo hanno ricevuto da Cristo e hanno trasmesso alla Chiesa.”
“Cari fratelli, che gioia credere in un Dio che è tutto amore, tutto grazia!”.
Francesco ha, quindi, ricordato l’apostolo Andrea, fratello di Simon Pietro, patrono del Patriarcato di Costantinopoli.
“Tutti insieme mandiamo il nostro saluto cordiale al Patriarca Bartolomeo I e preghiamo per lui e per quella Chiesa”.
E, dopo un’Ave Maria recitata tutti insieme per Bartolomeo I, il Papa ha chiesto di pregare per gli arcivescovi metropoliti di diverse Chiese del mondo, che hanno ricevuto il pallio, “segno di comunione di unità”, rivolgendo un pensiero speciale:
“Prego per tutte le loro comunità; in particolare incoraggio il popolo centroafricano, duramente provato, a camminare con fede e speranza".
Radio Vaticana -“E’ sempre e soltanto l’amore di Cristo che genera la fede e che manda avanti la Chiesa”. Cosi Papa Francesco tornando a parlare del martirio di Pietro e Paolo, su cui si fonda la Chiesa di Roma, ricordando che tutto il Popolo di Dio è debitore dei due Apostoli “per il dono della fede”. Pietro è il primo “a confessare che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio. Paolo ha diffuso questo annuncio nel mondo greco-romano”, e la Provvidenza ha voluto che ambedue giungessero a Roma e qui versassero il sangue per la fede”:
“Per questo la Chiesa di Roma è diventata, subito, spontaneamente, il punto di riferimento per tutte le Chiese sparse nel mondo. Non per il potere dell’Impero, ma per la forza del martirio, della testimonianza resa a Cristo!”.
Ha poi spiegato come Pietro, quando confessò la sua fede in Gesù, e Paolo che, prima era nemico dei cristiani, la diffuse, agirono “non per capacità umane”.
“Ecco l’esperienza della misericordia, del perdono di Dio in Gesù Cristo: questa è la Buona Notizia, il Vangelo che Pietro e Paolo hanno sperimentato in se stessi e per il quale hanno dato la vita. Misericordia, perdono; il Signore sempre ci perdona, il Signore ha misericordia, è misericordioso, ha un cuore misericordioso e ci aspetta sempre".
“Questa è la fede che Pie
tro e Paolo hanno ricevuto da Cristo e hanno trasmesso alla Chiesa.”
“Cari fratelli, che gioia credere in un Dio che è tutto amore, tutto grazia!”.
Francesco ha, quindi, ricordato l’apostolo Andrea, fratello di Simon Pietro, patrono del Patriarcato di Costantinopoli.
“Tutti insieme mandiamo il nostro saluto cordiale al Patriarca Bartolomeo I e preghiamo per lui e per quella Chiesa”.
E, dopo un’Ave Maria recitata tutti insieme per Bartolomeo I, il Papa ha chiesto di pregare per gli arcivescovi metropoliti di diverse Chiese del mondo, che hanno ricevuto il pallio, “segno di comunione di unità”, rivolgendo un pensiero speciale:
“Prego per tutte le loro comunità; in particolare incoraggio il popolo centroafricano, duramente provato, a camminare con fede e speranza".
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