La Chiesa veramente si apre al mondo abbracciando e benedicendo le innumerevoli e variegate modalità con le quali si esprime la persona umana, che possiede una gioiosa eccedenza fisica e metafisica… proprio quella che hanno i motociclisti dell’Harley Davidson
di Carlo Mafera
Gli harleysti si sono dati appuntamento a San Pietro: moto rombanti, giubbotti di pelle e bandane hanno insolitamente affollato la piazza. A loro Papa Bergoglio ha rivolto la benedizione percorrendo, a bordo della jeep vaticana, via della Conciliazione. I motociclisti sono arrivati da tutte le parti del mondo, anche se le targhe più diffuse erano quelle ungheresi, tedesche e olandesi. Il momento culminante è avvenuto sabato, quando c'è stato il corteo di Harley Davidson, partito dal luogo del raduno, il porticciolo di Ostia, per percorrere via Cristoforo Colombo, Porta Ardeatina, viale Terme di Caracalla, via Cavour, i Fori Imperiali, piazza Venezia, corso Vittorio Emanuele II, lungotevere direzione Foro Italico e arrivare allo Stadio dei Marmi: uno spettacolo sicuramente rumoroso, con conducenti e passeggeri vestiti nelle fogge più strane ed anche simpaticamente stravaganti. Cappelli da cowboy, giubbetti con frange, stivali a punta e con borchie che raffiguravano l'appartenenza a questo o a quel club, le stesse moto arricchite di fregi e con borsoni laterali d'ordinanza e gli immancabili occhiali da sole.
La scelta della location non è stata casuale ma guidata dalla storia, dalla leggenda e dal carisma che unisce i due mondi, quello americano delle Harley-Davidson e quello della Città Eterna. La Capitale ha ospitato per quattro giornate biker, turisti e curiosi in diverse aree della città: ad Ostia, Porto Turistico di Roma, dove è stato allestito un vero e proprio Harley Village, al Foro Italico presso lo Stadio Olimpico e nella Città del Vaticano. La manifestazione è stata totalmente gratuita ed accessibile a tutti, con un programma che è iniziato giovedì mattina ed è terminato domenica sera.
Sono finiti così i tempi dove c’era un certo sospetto da parte della Chiesa nei confronti di alcuni ambienti dove si svolgeva una vita, per così dire, un po’ bohemienne. Si respira una nuova aria con Papa Francesco, che accoglie tutte le dimensioni del vivere sociale: la Chiesa veramente si apre al mondo abbracciando e benedicendo le innumerevoli e variegate modalità con le quali si esprime la persona umana.
di Carlo Mafera
Gli harleysti si sono dati appuntamento a San Pietro: moto rombanti, giubbotti di pelle e bandane hanno insolitamente affollato la piazza. A loro Papa Bergoglio ha rivolto la benedizione percorrendo, a bordo della jeep vaticana, via della Conciliazione. I motociclisti sono arrivati da tutte le parti del mondo, anche se le targhe più diffuse erano quelle ungheresi, tedesche e olandesi. Il momento culminante è avvenuto sabato, quando c'è stato il corteo di Harley Davidson, partito dal luogo del raduno, il porticciolo di Ostia, per percorrere via Cristoforo Colombo, Porta Ardeatina, viale Terme di Caracalla, via Cavour, i Fori Imperiali, piazza Venezia, corso Vittorio Emanuele II, lungotevere direzione Foro Italico e arrivare allo Stadio dei Marmi: uno spettacolo sicuramente rumoroso, con conducenti e passeggeri vestiti nelle fogge più strane ed anche simpaticamente stravaganti. Cappelli da cowboy, giubbetti con frange, stivali a punta e con borchie che raffiguravano l'appartenenza a questo o a quel club, le stesse moto arricchite di fregi e con borsoni laterali d'ordinanza e gli immancabili occhiali da sole.
La scelta della location non è stata casuale ma guidata dalla storia, dalla leggenda e dal carisma che unisce i due mondi, quello americano delle Harley-Davidson e quello della Città Eterna. La Capitale ha ospitato per quattro giornate biker, turisti e curiosi in diverse aree della città: ad Ostia, Porto Turistico di Roma, dove è stato allestito un vero e proprio Harley Village, al Foro Italico presso lo Stadio Olimpico e nella Città del Vaticano. La manifestazione è stata totalmente gratuita ed accessibile a tutti, con un programma che è iniziato giovedì mattina ed è terminato domenica sera.
Sono finiti così i tempi dove c’era un certo sospetto da parte della Chiesa nei confronti di alcuni ambienti dove si svolgeva una vita, per così dire, un po’ bohemienne. Si respira una nuova aria con Papa Francesco, che accoglie tutte le dimensioni del vivere sociale: la Chiesa veramente si apre al mondo abbracciando e benedicendo le innumerevoli e variegate modalità con le quali si esprime la persona umana.
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