domenica, giugno 09, 2013
Libertà religiosa e sviluppo delle istituzioni democratiche al centro delle parole di Papa Francesco rivolte al presidente della Repubblica italiana, Giorgio Napolitano, in visita ufficiale questa mattina nel Palazzo apostolico, con la consorte e il seguito, comprendente tra gli altri il ministro degli Esteri, Emma Bonino, e l’ambasciatore d’Italia presso la Santa Sede, Francesco Maria Greco. 

Radio Vaticana - Da parte sua, Napolitano ha sottolineato quanto sia già diventata familiare agli italiani la figura di Papa Francesco e ha rivolto un pensiero a Benedetto XVI. Oltre al colloquio privato con il Papa in Biblioteca, il presidente italiano ha avuto un colloquio privato con il cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone, con mons. Dominique Mamberti, Segretario per i Rapporti con gli Stati. Il servizio di Fausta Speranza: ascolta

“Due colli che si guardano con stima e simpatia”: con questa suggestiva immagine Papa Francesco riassume “la normalità e l’eccellenza delle relazioni tra Italia e Santa Sede”, dopo quelle che ricorda come “vicende anche travagliate e dolorose”. E parla di “dialogo che ha come fine principale il bene del popolo italiano e come sfondo ideale il suo ruolo storicamente unico in Europa e nel mondo”. Papa Francesco in questa prima visita ufficiale da parte di un capo di Stato, durante la quale sul cortile di San Damaso sventola la bandiera italiana, prende spunto dal XVII centenario dell’Editto di Milano, simbolo della prima affermazione del principio di libertà religiosa, per affermare che “oggi la libertà religiosa è più spesso affermata che realizzata”, “è costretta a subire minacce di vario tipo e non di rado viene violata”:

“Nel mondo di oggi la libertà religiosa è più spesso affermata che realizzata. Essa, infatti, è costretta a subire minacce di vario tipo e non di rado viene violata. I gravi oltraggi inflitti a tale diritto primario sono fonte di seria preoccupazione e devono vedere la concorde reazione dei Paesi del mondo nel riaffermare, contro ogni attentato, l’intangibile dignità della persona umana”.

“E’ un dovere di tutti – sottolinea Papa Francesco – difendere la libertà religiosa e promuoverla per tutti”. E parla di “garanzia di crescita e di sviluppo dell’intera comunità”. Poi, lo sguardo alla crisi:

“Il momento storico che stiamo vivendo è segnato anche in Italia, come in molti altri Paesi, da una crisi globale profonda e persistente, che accentua i problemi economici e sociali, gravando soprattutto sulla parte più debole della società”.

E Papa Francesco dà un nome preciso ai problemi:

“Preoccupanti appaiono soprattutto i fenomeni quali l’indebolimento della famiglia e dei legami sociali, la decrescita demografica, la prevalenza di logiche che privilegiano il profitto rispetto al lavoro, l’insufficiente attenzione alle generazioni più giovani e alla loro formazione, in vista anche di un futuro sereno e sicuro”.

La prima raccomandazione di Papa Francesco è difendere i rapporti democratici:

“In questo contesto, certo non facile, è fondamentale garantire e sviluppare l’impianto complessivo delle istituzioni democratiche, alle quali nei decenni trascorsi hanno contribuito in modo determinante, leale e creativo i cattolici italiani”.

Raccomandazione nella raccomandazione, pensare ai giovani e al bene comune:

“In un momento di crisi come l’attuale è dunque urgente che possa crescere, soprattutto tra i giovani, una nuova considerazione dell’impegno politico, e che credenti e non credenti insieme collaborino nella promozione di una società dove le ingiustizie possano essere superate e ogni persona venga accolta e possa contribuire al bene comune secondo la propria dignità e mettendo a frutto le proprie capacità”.

Dopo la denuncia, la parola forte come Pastore, ovvero l’incoraggiamento alla speranza con il pensiero quasi familiare a quanti ci hanno preceduto:

“Anche in ambito civile è vero ciò che la fede ci assicura: non bisogna mai perdere le speranze. Quanti esempi in questo senso ci hanno dato i nostri genitori e i nostri nonni, affrontando ai loro tempi dure prove con grande coraggio e spirito di sacrificio!”

Papa Francesco si rivolge al popolo italiano facendo appello ai valori più veri, religiosi e laici: ricorda la ricchissima tradizione cristiana, figure laiche e donne e uomini testimoni nel silenzio. Incoraggia a “superare ogni divisione e crescere nella giustizia e nella pace”:

“Anche il popolo italiano, attingendo con fiducia e creatività dalla sua ricchissima tradizione cristiana e dagli esempi dei suoi Santi patroni Francesco d’Assisi e Caterina da Siena, come pure di numerose figure religiose e laiche, e dalla testimonianza silenziosa di tante donne e tanti uomini, può e deve superare ogni divisione e crescere nella giustizia e nella pace, continuando così a svolgere il suo ruolo peculiare nel contesto europeo e nella famiglia dei popoli.”

Da parte sua, Napolitano ha portato al Papa l’affetto degli italiani:

“La sentiamo, Santità, profondamente vicino, permettendoci di cogliere nella stessa scelta che ha compiuto del nome di Francesco l’eco delle sue radici familiari e l’amore per questo nostro Paese che ha per patrono il Santo di Assisi. A breve distanza da quell’inizio così essenziale del suo nuovo e più alto cammino pastorale, Ella è già divenuto figura familiare e cara agli italiani e innanzitutto ai fedeli e ai cittadini romani ai quali ha voluto significativamente presentarsi innanzitutto quale loro vescovo."

Il capo di Stato italiano ha parlato delle ''aree di povertà”, che ha definito “sempre più estese anche in Italia”, affermando che è ''tempo di riflessione e cambiamento'' per esprimere quella ''solidarietà e giustizia'' che i disagi specie quello giovanile richiedono”. Poi, nel corso del suo discorso in Vaticano, Napolitano ha rivolto “un grato, sentito pensiero ed augurio per Benedetto XVI''.

Nel comunicato relativo al colloquio privato tra il Papa e Napolitano, si legge che "è stata espressa soddisfazione per le buone relazioni intercorrenti tra la Santa Sede e l’Italia; in particolare, si sono affrontati temi che riguardano la situazione sociale italiana e il contributo della Chiesa cattolica alla vita del Paese". E che "c'è stato, pure, un esame di aspetti che caratterizzano l’attuale quadro internazionale, come il preoccupante deterioramento dei conflitti che interessano l’area mediterranea orientale e l’instabilità dell’area nord-africana, che gravano anche su antiche comunità cristiane". Le due Parti hanno confermato la volontà di continuare la costruttiva collaborazione a livello bilaterale e nel contesto della comunità internazionale, soprattutto a riguardo della promozione e della protezione della libertà religiosa.

E’ stato il card. Bertone, a presentare al Presidente della Repubblica Italiana Napolitano gli ambasciatori accreditati presso la Santa Sede. Il cardinale ha sottolineato che “consapevoli dell’importante momento, sono lieti di porgerLe il più sentito benvenuto e desiderano formularLe i sensi della loro stima per la prestigiosa e onerosa missione che poche settimane fa Ella ha nuovamente accettato di svolgere a beneficio della cara Nazione italiana". Il cardinale Bertone ha ringraziato “le Autorità italiane, civili e militari, che con solerte professionalità facilitano il compito e l’attività delle Missioni Diplomatiche presso la Sede Apostolica. Ne abbiamo fatto esperienza proprio in occasione della celebrazione dell’inizio solenne del ministero di Papa Francesco. Ad essa parteciparono più di 140 Missioni Straordinarie e Delegazioni internazionali e religiose. Tutte manifestarono la propria soddisfazione per la perfetta accoglienza loro riservata”.

Papa Francesco e il presidente della Repubblica italiana si erano già incontrati il 19 marzo scorso nella Basilica di San Pietro, a conclusione della Messa per l'inizio del ministero petrino. L'incontro ufficiale di oggi è avvenuto dopo che il 20 aprile scorso, Giorgio Napolitano è stato rieletto per un nuovo settennato. Il presidente ha donato al Papa un’incisione su rame del 1850 circa a colori d’epoca, dal titolo: “Arrivo di Nostro Signore Pio IX al Palazzo Pontificio del Quirinale”. E poi alcuni volumi dell’Enciclopedia Treccani. Da parte sua, il Papa ha donato al presidente un trittico di monete della Sede Vacante e medaglie ai membri del seguito.


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