Operai e sindacati in strada a Fabriano (Ancona), contro gli oltre 1.400 esuberi previsti dal piano di ristrutturazione della multinazionale Indesit Company. Nella notte tra il 10 e l’11 giugno scorsi, strade bloccate a Melano e Albacina, come il call center e i magazzini. In campo anche i sindacati e il sindaco Giancarlo Sagramola. “La situazione è drammatica”, dice il primo cittadino
Ancona (youreporternews) - Proteste e strade bloccate nei distretti industriali delle Marche, gli operai manifestano contro la prospettiva di licenziamento di oltre 1.400 operai alla Indesit di Fabriano (Ancona) La notte scorsa 300 lavoratori di Melano e Albacina hanno occupato il call center e il magazzino ricambi dello stabilimento di Ca’ Maiano e la sede stradale. Alla contestazione hanno preso parte anche i sindacati Fiom, Fim e Uilm, gli operai non ci stanno a perdere 1.400 posti di lavoro, secondo il piano di ristrutturazione annunciato dal gruppo Merloni, cui Indesit fa capo.
Assieme a lavoratori e rappresentanti sindacali, in strada c’era la polizia a presidiare la protesta, che punta ad ottenere lo stato di “calamità industriale ” per il distretto.
In sostanza è il governo che si deve preoccupare di salvare la produzione nelle Marche e questo lo sostengono all’unisono operai e industriali in queste zone, dove capitale e lavoro non si sono contrapposti nel tempo, ma hanno collaborato per aumentare il benessere di tutta la comunità.
“Il lavoro non si tocca!”, recitano gli striscioni, “Fabriano, Fabriano!”, sono gli slogan scanditi dagli operai. Nei siti produttivi fabrianesi Indesit ha annunciato 480 esuberi.
Fra i lavoratori c’è anche il sindaco di Fabriano, Giancarlo Sagramola, che annuncia il suo incontro con l’ad di Indesit Company. “Cerchiamo un dialogo, la situazione è drammatica”, dice il primo cittadino.
Alla protesta si sono uniti gli addetti al call center, per un totale di circa 400 manifestanti. La polizia stradale ha istituito percorsi alternativi per le auto, ma il traffico ha registrato disagi e rallentamenti. Ma alla fine al presidio hanno partecipato in segno di solidarietà anche semplici cittadini.
“Indesit ha tradito il territorio”, alcuni commentano, prendendo le distanze da un piano di ristrutturazione deciso dall’azienda che, così com’è rischia di spaccare società e lavoratori.
Ciò che i sindacati vorrebbero scongiurare, con il dialogo, la mediazione e soprattutto ottenendo un impegno dal governo, per comporre la vertenza e prima che, come accade in tempi di crisi, la solidarietà venga meno in nome dei singoli interessi.
Ancona (youreporternews) - Proteste e strade bloccate nei distretti industriali delle Marche, gli operai manifestano contro la prospettiva di licenziamento di oltre 1.400 operai alla Indesit di Fabriano (Ancona) La notte scorsa 300 lavoratori di Melano e Albacina hanno occupato il call center e il magazzino ricambi dello stabilimento di Ca’ Maiano e la sede stradale. Alla contestazione hanno preso parte anche i sindacati Fiom, Fim e Uilm, gli operai non ci stanno a perdere 1.400 posti di lavoro, secondo il piano di ristrutturazione annunciato dal gruppo Merloni, cui Indesit fa capo.
Assieme a lavoratori e rappresentanti sindacali, in strada c’era la polizia a presidiare la protesta, che punta ad ottenere lo stato di “calamità industriale ” per il distretto.
In sostanza è il governo che si deve preoccupare di salvare la produzione nelle Marche e questo lo sostengono all’unisono operai e industriali in queste zone, dove capitale e lavoro non si sono contrapposti nel tempo, ma hanno collaborato per aumentare il benessere di tutta la comunità.
“Il lavoro non si tocca!”, recitano gli striscioni, “Fabriano, Fabriano!”, sono gli slogan scanditi dagli operai. Nei siti produttivi fabrianesi Indesit ha annunciato 480 esuberi.
Fra i lavoratori c’è anche il sindaco di Fabriano, Giancarlo Sagramola, che annuncia il suo incontro con l’ad di Indesit Company. “Cerchiamo un dialogo, la situazione è drammatica”, dice il primo cittadino.
Alla protesta si sono uniti gli addetti al call center, per un totale di circa 400 manifestanti. La polizia stradale ha istituito percorsi alternativi per le auto, ma il traffico ha registrato disagi e rallentamenti. Ma alla fine al presidio hanno partecipato in segno di solidarietà anche semplici cittadini.
“Indesit ha tradito il territorio”, alcuni commentano, prendendo le distanze da un piano di ristrutturazione deciso dall’azienda che, così com’è rischia di spaccare società e lavoratori.
Ciò che i sindacati vorrebbero scongiurare, con il dialogo, la mediazione e soprattutto ottenendo un impegno dal governo, per comporre la vertenza e prima che, come accade in tempi di crisi, la solidarietà venga meno in nome dei singoli interessi.
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