“Andiamo avanti, il nostro sangue è tricolore”, queste le parole amare e piene di orgoglio dei nostri marò trattenuti in India.
"In questo lungo periodo trascorso in India, tanti bocconi amari abbiamo dovuto e stiamo ancora ingoiando, con la dignità e fierezza continueremo ad andare avanti finché Dio ci darà forza, rispettando questo Paese e dimostrando la nostra innocenza". Così i due marò, Latorre e Girone, al secondo anno in India, in una lettera al capo di Stato maggiore De Giorgi. Il testo è stato letto alla cerimonia a Roma per il 152° anniversario della nascita della Marina militare.
«Questo è il secondo anno che ci vede trattenuti ingiustamente in India -scrivono ancora nella lettera Latorre e Girone- ma ciò non può toglierci la libertà di gioire e di sentire ancora più forte la fierezza dell’appartenenza alla Marina Militare Italiana, alle Forze armate italiane, e l’essere italiani. Il nostro sangue è tricolore».
"In questo lungo periodo trascorso in India, tanti bocconi amari abbiamo dovuto e stiamo ancora ingoiando, con la dignità e fierezza continueremo ad andare avanti finché Dio ci darà forza, rispettando questo Paese e dimostrando la nostra innocenza". Così i due marò, Latorre e Girone, al secondo anno in India, in una lettera al capo di Stato maggiore De Giorgi. Il testo è stato letto alla cerimonia a Roma per il 152° anniversario della nascita della Marina militare.
«Questo è il secondo anno che ci vede trattenuti ingiustamente in India -scrivono ancora nella lettera Latorre e Girone- ma ciò non può toglierci la libertà di gioire e di sentire ancora più forte la fierezza dell’appartenenza alla Marina Militare Italiana, alle Forze armate italiane, e l’essere italiani. Il nostro sangue è tricolore».
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